CHE TAV-EVO DETTO? – DI MAIO E SALVINI HANNO TROVATO UN ACCORDO SEGRETO PER LA TORINO-LIONE, CHE COM’ERA OVVIO DALL’INIZIO, ANCHE SE RIDIMENSIONATA, SARÀ FATTA – LA LEGA VUOLE FAR PARTIRE I BANDI DI GARA PRIMA DELLE EUROPEE PER NON PERDERE I FINANZIAMENTI E MANDARE UN SEGNALE AGLI IMPRENDITORI DEL NORD – LUIGINO SI ACCONTENTA DI RISPARMIARE QUALCHE MILIARDO MA DI RIMANERE ATTACCATO ALLA POLTRONA
-Marco Antonellis per Dagospia
Mentre Gigino di Maio annuncia stamattina il Dagoanticipato cambio di passo (serve un "cambio di fase" dice senza mezzi termini a Repubblica) dalle parti di via Bellerio si guarda con attenzione alla metà del mese prossimo quando si terrà il consiglio di amministrazione di Telt, la società mezza italiana e mezza francese responsabile della realizzazione della Tav.
L’obiettivo del Capitano leghista, spiegano dal Carroccio, è di far partire i bandi di gara prima del voto delle europee, sia per non perdere i finanziamenti comunitari sia per mandare un segnale in vista delle elezioni europee agli imprenditori del nord, grandi elettori leghisti. Il passo successivo della strategia sarà quello di arrivare ad una soluzione di compromesso con l’alleato pentastellato, ma soltanto dopo il 26 maggio, dopo le elezioni europee.
Questa è la strategia sulla quale ci sarebbe già l'accordo con il premier Conte e il ministro dell'economia Giovanni Tria. Ma c'è di più perché spifferi provenienti da Palazzo Chigi narrano di un accordo sulla parola raggiunto anche con i vertici 5Stelle, Di Maio in primis: il Movimento, al di là delle smentite di rito ripetute come un mantra in questi giorni nel tentativo di risalire la china dei sondaggi elettorali, avrebbe già dato dato il via libera all'idea del Capitano, quella di una mini-Tav ad impatto fortemente ridotto, sia dal punto di vista economico che ambientale: "Questo è il vero motivo per il quale nei giorni scorsi leghisti e pentastellati hanno votato insieme la mozione parlamentare" spiegano fonti parlamentari di alto rango.
Insomma, la Tav, magari mini ma si farà. Non per niente tra i Cinquestelle, soprattutto tra le fila dei fedelissimi del Presidente della Camera Fico si sta cercando di correre ai ripari chiedendo una mano a Beppe Grillo e Ale Di Battista, da sempre contrari all'opera anche se "mini". Ma Di Maio per restare a galla ha bisogno del sostegno del Capitano (oltre che di blindare il Movimento con le riforme che sta tentando di attuare in accordo con Casaleggio) e non può dire di no alla proposta di Salvini.
L'idea sul tappeto, e sulla quale si sta ragionando, è quella di risparmiare una decina di miliardi di euro pari circa alla metà del costo complessivo dell'opera. Con i soldi risparmiati si potrebbero così finanziare molte altre opere in giro per l'Italia, proprio come vogliono i grillini. Insomma, la mozione parlamentare dei giorni scorsi è stata il classico uovo di colombo: scavallare le europee e poi accontentare entrambi i partiti di governo.