CHI CE L’HA PIÙ MADURO? – LEGA E M5S SPACCATI PURE SULLA SITUAZIONE VENEZUELANA, CONTE FA UN COMUNICATO FELPATISSIMO PER EVITARE DI IRRITARE I GRILLINI CHE SOSTENGONO (O SOSTENEVANO) IL DITTATORE, MA SALVINI LO SMENTISCE: “SICURAMENTE NON STO CON LUI, HA AFFAMATO IL SUO POPOLO” – E JUAN GUAIDÓ LO RETWITTA
-Ilario Lombardo per “la Stampa”
Ha aspettato che il premier dicesse la sua, con u n comunicato ufficiale di prudenza dorotea, poi Matteo Salvini ha spezzato l' equilibrio e si è liberato dei tentennamenti degli alleati: «Sto col popolo venezuelano, sono in contatto con gli italiani in Venezuela e mi auguro che il governo faccia tutto il possibile, perché soffrono da anni e sicuramente non sto con Maduro, che ha affamato il suo popol o».
A ruota è intervenuto il sottosegretario leghista agli Esteri Guglielmo Picchi, titolare delle deleghe sul Sud America, per spazzare via ogni equilibrismo del M5S e chiedere che l' Italia «faccia rispettare la libertà democratica e la sovranità popolare, rappresentate, come afferma l' Ue, dall' Assemblea Nazionale e Juan Guaidò».
Un chiarimento che è in realtà è una presa di distanza dalla strada scelta dai grillini, quella della «non-ingerenza». poi adattata da Giuseppe Conte in una sintesi acrobatica alla linea dell' Unione europea. Fin dal mattino di ieri era chiaro che il presidente del Consiglio avrebbe chiesto di seguire la rotta di Bruxelles, indicata nella notte dell' Alto rappresentante per gli Affari esteri, l' italiana Federica Mogherini: «L' Ue sostiene l' Assemblea nazionale, incluso il suo presidente Guaidò». Le opposizioni italiane, dal Pd a Forza Italia, chiedono al governo di schierarsi, contro Maduro, e di farlo in Parlamento. Ma dalla Farnesina arriva la conferma che il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi interverrà in Aula, in Senato, solo tra dieci giorni.
Parla Conte ma nel suo comunicato il presidente del Consiglio si ferma un passo prima, anche della Mogherini: «Auspico un percorso democratico che rispetti libertà di espressione e volontà popolare». È sulla scia europea per quanto riguarda la necessità di dare voce al popolo attraverso nuove elezioni, ma non si spinge fino in fondo come fa la Lega nella difesa dell' Assemblea nazionale e del suo presidente. E neanche arriva a condannare Nicolas Maduro.
Sulle spalle del premier-avvocato pesa la storia della fascinazione grillina per il chavismo, il Venezuela esaltato in chiave anti-imperialista dai due tutori della geopolitica per il M5S, Manlio Di Stefano, attualmente sottosegretario agli Esteri, e Alessandro Di Battista, il divo grillino con la passione sudamericana.
Chavez e la via venezuelana alla democrazia populista sono stati un oscuro oggetto del desiderio fino a quando Luigi Di Maio è asceso alla leadership del M5S e ha accantonato ogni teoria che si allontanasse dalla galassia atlantista o idee considerate pericolose secondo gli Stati Uniti.
Dunque: né con il golpe né con il regime. È questa la dottrina della non-ingerenza teorizzata per la sponda grillina del governo da Di Stefano e Di Battista, che a suo modo fa sapere di aver dato un contributo.
Per i 5 Stelle la polveriera venezuelana è un' ulteriore occasione di attaccare il nemico del momento, Emmanuel Macron, di marcare le differenze tra l' atteggiamento francese e quello italiano. Così: «Il principio di non ingerenza - dice Di Stefano - è sacro. Qualsiasi cambiamento in Venezuela deve avvenire in un contesto politico, democratico e non violento. Macron ignora queste ovvietà, prende una posizione discordante da Ue e la rete lo asfalta. L' Europa sia super partes in difesa del popolo».
Per una volta però Macron e Salvini si trovano fianco a fianco, a puntare l' indice chiaramente contro Maduro. Il che dimostra quanto le divisioni nella maggioranza gialloverde si ingigantiscono sullo scenario internazionale, dove ogni amicizia e simpatia, per Trump, per Putin, per i caudillos sudamericani, possono rimescolarsi. O essere smentite, almeno per un giorno.