A CHI CONVIENE RINVIARE LE ELEZIONI? - BIDEN LANCIA L'ALLARME ''TRUMP TROVERÀ UNA SCUSA PER POSTICIPARE IL VOTO'', MA ANCHE A MOLTI DEM L'IPOTESI NON DISPIACEREBBE: JOE È SPARITO DAI RADAR, LA RACCOLTA FONDI SI È INTERROTTA, NON SI PUÒ FARE CAMPAGNA ELETTORALE NÉ MANDARE GLI ''AVATAR'' IN GIRO PER IL PAESE A GALVANIZZARE LA BASE. IL PROBLEMA È CHE NESSUNO SA COSA SUCCEDERÀ COL VIRUS IN AUTUNNO (MOLTI PREVEDONO UNA NUOVA EPIDEMIA)
-
Federico Rampini per “la Repubblica”
«Segnatevi queste mie parole: io credo che Donald Trump cercherà di rinviare l' elezione in qualche modo, cercherà una giustificazione perché non si possa svolgere ». L' allarme viene da Joe Biden, il candidato democratico che sfiderà il presidente in carica il 3 novembre.
Biden rilancia sospetti che circolano da tempo nel partito: che il coronavirus diventi un pretesto per qualche colpo di mano, che sovverta la regolarità delle elezioni.
In realtà il presidente degli Stati Uniti non ha il potere di rinviare un' elezione, tantomeno di annullarla. Il voto si svolse nelle date previste perfino durante la guerra di secessione e due guerre mondiali. Un rinvio sarebbe senza precedenti nella storia della più antica liberaldemocrazia. Ma c' è un altro scenario, meno irrealistico, che spaventa i democratici. Lo rivela il portavoce di Biden, Bill Russo: «Rischiamo un caos come nella primaria del Wisconsin, con pochi seggi aperti, lunghe file, la paura del virus». Potrebbe essere perfino peggio di un rinvio. Soprattutto se ci sarà una seconda ondata di contagi in autunno, il rischio del contagio farebbe crollare l' affluenza alle urne.
Il 7 aprile nel Wisconsin ha votato solo il 34% degli elettori, tra enormi disagi, anche per la mancanza di scrutatori che ha imposto la chiusura di molti seggi. La soluzione sarebbe quella di estendere a tutti la possibilità di votare per corrispondenza.
Ma le regole sul voto sono decise da ogni Stato, e quelli governati dai repubblicani solitamente impongono limiti e divieti. Trump ha cavalcato una fake news cara alle destre: denunciò «milioni di brogli a favore di Hillary Clinton» nel 2016, attribuendoli in particolare a manovre della sinistra per far votare immigrati illegali. Di certo le restrizioni alla partecipazione elettorale finiscono per penalizzare soprattutto le minoranze etniche, che tradizionalmente favoriscono il partito democratico.
Un recente attacco di Trump contro il salvataggio finanziario delle poste federali è stato visto come un altro modo per intralciare il voto per corrispondenza. Negli ultimi decenni i cali di affluenza hanno favorito il partito repubblicano.
Le polemiche sul 3 novembre si arroventano in una fase in cui ambedue i rivali sono in difficoltà.
Trump, dopo una fiammata di popolarità all' inizio della pandemia, è tornato a calare nei sondaggi. Un' indagine Nbc-Wall Street Journal rivela che Biden lo sopravanza di 9 punti tra gli elettori, alla domanda su chi gestirebbe meglio l' emergenza coronavirus. Biden è in vantaggio in diversi Stati-chiave: Florida, Michigan, Pennsylvania. Le ultime performance televisive del presidente sono state segnate da gaffe disastrose, come il consiglio di ingerire un sapone disinfettante contro il coronavirus. Alcuni dei consiglieri più stretti del presidente stanno cercando di convincerlo a evitare le conferenze stampa quotidiane sulla pandemia: inizialmente questa visibilità enorme sembrava giovargli, ora lo danneggia.
I guai di Trump non bastano a rassicurare il suo avversario. Biden deve gestire la sua campagna da recluso domiciliare; lamenta di essere quasi scomparso dai media. Si è dovuto privare dei bagni di folla, lui che eccelle proprio nel contatto ravvicinato con la gente. Non può fare quelle tournée con gli altri candidati popolari - Bernie Sanders, Elizabeth Warren - che servono a ricompattare la base dopo la battaglia delle primarie. Biden soffre anche di uno svantaggio nella raccolta fondi.
(Non sempre è decisivo: nel 2016 Hillary Clinton spese il triplo di Trump).
A fare la differenza tra i due sarà la Cina? A parte gli scenari di interferenze nella campagna americana - l' esempio della Russia nel 2016 è un precedente interessante per Xi Jinping, che sta già sperimentando campagne di disinformazione sul coronavirus - a fare della Cina un arbitro potenziale è lo stesso Trump. Il presidente ha lanciato degli spot tv in cui accusa Biden di essere troppo arrendevole verso gli interessi di Pechino. Una maggioranza di elettori americani, sia repubblicani che democratici, ha peggiorato drasticamente la propria opinione sulla minaccia cinese.