CHI C’ERA A CENA CON POMPEO? - COME DAGO-ANTICIPATO, NESSUN POLITICO IERI SERA A VILLA TAVERNA, MA SOLO FINANZIERI E IMPRENDITORI: PROFUMO, PALERMO, SINISCALCO, TRONCHETTI PROVERA, PIANTADOSI, SALINI - IL GIORNO, DOPO LE NOTIZIE SUI DAZI, NON È DEI MIGLIORI, MA IL BUSINESS È BUSINESS - LA COLAZIONE CON IL PAPA A BASE DI CLIMA E MIGRANTI E IL VIAGGIO IN ABRUZZO...
-FLASH - SOLO 14 PERSONE STASERA, A VILLA TAVERNA, ATTORNO A MIKE POMPEO. NIENTE POLITICA, SOLO FINANZA E ECONOMIA – https://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/flash-solo-14-persone-stasera-villa-taverna-attorno-mike-pompeo-215364.htm
POMPEO CENA CON LE IMPRESE IL PONTEFICE LO INCALZA SUL CLIMA
Giusy Franzese e Franca Giansoldati per “il Messaggero”
L'emozione di trovarsi a tu per tu con il Papa, l'altra di andare a Pacentro, piccolo comune dell'Abruzzo dal quale i suoi bisnonni sono emigrati verso l'America e dove comunque il suo cognome non è stato dimenticato. «Lo avevo promesso a mio padre novantenne», ha detto il segretario di Stato americano Mike Pompeo accolto insieme alla moglie da un bagno di folla e di ricordi familiari nel piccolo borgo abruzzese.
Ma il momento più impegnativo dell'ultimo giorno in missione in Italia per Pompeo, è stato quello serale con la cena, organizzata dall'ambasciatore Usa a Roma, con una decina di imprenditori italiani e americani. La giornata, con la notizia dei dazi Usa anche sui prodotti italiani, non era esattamente la migliore. Ma il business è business e gli Usa sono un partner importantissimo. I dazi passano, le aziende restano. E mettere le basi, o rafforzarle, per progetti futuri è una priorità.
E poi mica tutti i giorni c'è l'opportunità di sedere accanto al segretario di Stato americano. A cena con Pompeo ieri c'erano Alessandro Profumo (Leonardo Finmeccanica), Fabrizio Palermo (Cassa depositi e prestiti), Silvia Candiani (Microsoft), Marco Tronchetti Provera (Pirelli), Domenico Siniscalco (Morgan Stanley), Antonio De Palmas (Boeing), Luigi Piantadosi (Lockheed), Giuliano Tomassi Marinangeli (Dow), Pietro Salini (Salini Impregilo). Settori diversi, ma tutti strategici.
PIANETA DA SALVARE
La mattinata di Pompeo è iniziata con trenta minuti di colloquio con il Papa nella biblioteca del Palazzo Apostolico. Il Papa gli ha regalato un mosaico, l'enciclica Laudato Sì dedicata alla salvezza del pianeta, e la lettera della Pace scritta quest'anno e centrata sul principio che la buona politica deve saper costruire la pace. Doni scelti tutti, non a caso, personalmente dal Papa. Messaggi simbolici anche per Trump.
L'interesse attorno a quest'incontro era altissimo. Alla Santa Sede, Pompeo ha praticamente chiesto di unirsi all'International Freedom Alliance, una intesa lanciata a luglio da Trump. Il giorno prima Pompeo aveva fatto un intervento ad un convegno bilaterale in Vaticano sulla libertà religiosa elencando, in proposito, gli esempi negativi che schiacciano questo diritto fondamentale: Siria, Iran, Myanmar, Cuba e Cina.
Peccato che siano tutte nazioni con le quali Papa Francesco ha intrapreso un dialogo (soprattutto con la Cina, Cuba e la Siria) e di sicuro non ha alcun interesse ad aprire fasi critiche. Ogni volta che Usa e Vaticano si incontrano è sempre un evento da seguire con attenzione perché ha impatti diretti sulla geopolitica. Gli imperi paralleli che si parlano e cercano terreni comuni. Mai come stavolta, però, le distanze sembravano evidenti su diversi fronti, dai migranti al clima.
Visto che l'anno prossimo in America si vota e i cattolici saranno di nuovo l'ago della bilancia Papa Francesco ha cercato di scansare il rischio di essere strumentalizzato, soprattutto in questa fase. Lo si capisce da come l'Osservatore Romano ha trattato l'evento: una bella foto-notizia in prima pagina della signora Pompeo con la veletta nera in testa, accanto al marito Mike con il Papa sorridente, ripresi durante le presentazioni.
Sull'incontro nient'altro. In compenso all'interno del giornale abbondavano i resoconti sull'inchiesta relativa all'impeachment e al ruolo svolto dallo stesso Pompeo in l'Ucraina. Oltre a un focus sulla guerra dei dazi e, infine, a un articolo sulla preoccupazione dall'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati che ha compiuto una visita di quattro giorni nei territori messicani.