CHI SARÀ IL PROSSIMO SINDACO DI ROMA? SICURAMENTE NON VIRGINIA RAGGI: 8 CITTADINI SU 10 BOCCIANO IL SUO OPERATO - SE SI RICANDIDASSE SI FERMEREBBE AL 10% CON UN GRADIMENTO INFERIORE A QUELLO DEL M5S (18%) - NON PIACE NEANCHE ALESSANDRO DI BATTISTA (11%) - GIORGIA MELONI, CHE NON INTENDE CANDIDARSI, SAREBBE IN POLE (27%) INSEGUITA DA CALENDA (19%)...

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VIRGINIA RAGGI

S. Can. per “il Messaggero”

 

La fotografia è impietosa: 8 romani su 10 bocciano Virginia Raggi. Non solo: più della metà dei cittadini della Capitale (il 52%) ritiene che la situazione in città sia peggiorata nell'ultimo periodo, in un contesto dove la maggioranza degli intervistati reputa la qualità della vita nel proprio municipio. La bocciatura al Campidoglio grillino poggia sulla scarsa qualità dei servizi offerti dall'amministrazione: raccolta dei rifiuti, strade e poi il traffico. Questo squarcio arriva dal sondaggio realizzato da Tecnè per l'agenzia Dire.

 

ALESSANDRO DI BATTISTA

La rilevazione - 1000 interviste divise nei 15 municipi romani - si spinge oltre. Perché entra anche nelle intenzioni di voto in vista della comunali del 2021. E a sorpresa, forse no, c'è una novità destinata a orientare anche le scelte future in casa M5S. Stando al sondaggio la sindaca Virginia Raggi farebbe perdere voti ai grillini. Se si ricandidasse - intenzione manifestata riservatamente da tempo - si fermerebbe al 10%. A fronte di un 18% di gradimento che il Movimento guidato da Luigi Di Maio ancora conserva nella Capitale.

 

E soprattutto, altro dato interessante, non sfonda nemmeno l'ipotesi Alessandro Di Battista (posto che l'ex parlamentare non è interessato al Campidoglio): il suo peso non va oltre l'11%. Con queste premesse, si apre così la corsa per il Comune. Dove il Pd di Nicola Zingaretti si confermerebbe il primo partito cittadino con il 24% dei voti, seguito dal Fratelli d'Italia di Giorgia Meloni al 20%. Lega e M5S, secondo Tecnè, si trovano sul gradino più basso del podio al 18%. E, infine, molto più indietro +Europa e Forza Italia, entrambi al 6%, Italia Viva con il 3% e La Sinistra con il 2% (altri partiti 3%). Da non sottovalutare, per concludere, un 44% di indecisi. Un bacino elettorale a cui guarda il M5S, uscito da questa istantanea con le ossa rotte.

GIORGIA MELONI

 

I PAPABILI

Se i dem nelle intenzioni di voto sono primi, il discorso cambia quando si mettono in campo i nomi dei papabili candidati sindaco. La prospettiva si inverte: Giorgia Meloni (che però ha già dichiarato di non essere interessata) sarebbe avanti con il 27%, inseguita dall'eurodeputato di Siamo Europei, Carlo Calenda al 19%, per il centrosinistra.

Al momento, però, il candidato del centrodestra non c'è e Matteo Salvini, ormai sempre più in campagna elettorale tanto che questa mattina sarà a Ostia, vorrà lanciare un nome di coalizione e possibilmente d'area Carroccio.

 

CARLO CALENDA

Il sondaggio commissionato dalla Dire è piombato sul Campidoglio come un macigno. Il capogruppo pentastellato in Aula Giulio Cesare, Giuliano Pacetti, si appiglia «sulla crisi di credibilità di questi strumenti» e «sul rigore metodologico». Sta di fatto che per il 50% degli intervistati la «sindaca del vento sta cambiando» non ha realizzato nulla di quanto promesso nel 2016, per il 36% ha fatto poco, solo per il 9% ha realizzato in gran parte il programma. In soldoni, il giudizio negativo è ancora più evidente: in caso di elezioni, l'80% non voterebbe per Virginia Raggi. Lo farebbe solo il 10%.