PER CHI SUONA LA CAMPANIA? IL PD CERCA UN BIG PER EVITARE LA GRANA DELLE PRIMARIE - MARIO ORFEO, CANTONE E IRACE NON SONO DISPONIBILI - DE LUCA E COZZOLINO NON VOGLIONO FARSI DA PARTE - MATTEUCCIO HA CAPITO CHE AL SUD NON CI SONO “RENZIANI”?
Francesca Schianchi per “la Stampa”
«Per come si stanno delineando, le primarie rischiano di essere una pericolosa resa dei conti», sospira Francesco Nicodemo, renziano napoletano da poco approdato allo staff di comunicazione di Palazzo Chigi. «Io spero ci sia un passo indietro da parte di tutti: queste primarie rischiano di essere una guerra fratricida», conviene il deputato renziano di Avellino Luigi Famiglietti.
Si vota l’anno prossimo per la Regione Campania, e a pochi giorni dalla presentazione delle candidature – la scadenza è il 24 – delle primarie convocate il 14 dicembre per individuare la figura da opporre a Caldoro, l’attenzione dei dem campani è tutta sull’appuntamento.
Ammesso che si tenga, viste le voci critiche come quelle di Famiglietti e Nicodemo che fotografano la balcanizzazione del partito nella regione. «Non ci sono elementi per dire di non fare le primarie», chiude la segretaria regionale Assunta Tartaglione, «per non farle occorre che i due terzi dell’Assemblea regionale siano d’accordo con una soluzione alternativa». Il «modello Chiamparino», lo chiamano fra i dem, la candidatura forte capace di sparigliare e rendere superflua la chiamata ai gazebo. È appunto a questo che, da Roma, si sta lavorando.
Al momento, hanno annunciato la candidatura l’europarlamentare Andrea Cozzolino, ex assessore di Bassolino, oggi nella corrente dei Giovani turchi, già vincitore delle primarie del 2011 per il sindaco di Napoli funestate da ricorsi e presunti brogli (lui alla fine fece un passo indietro). E poi è in campo il vulcanico sindaco di Salerno Vincenzo De Luca, già candidato sconfitto da Caldoro nel 2010.
Recentemente rinviato a giudizio per falso ideologico, abuso d’ufficio e lottizzazione abusiva: e se vince le primarie, s’è chiesto in un’intervista il presidente Pd Matteo Orfini dando voce al dubbio che molti sussurrano nel Pd, «e se poi intervenisse una condanna? Con la legge Severino sarebbe sospeso». Dovrebbero correre anche la lettiana Angelica Saggese e Michele Di Salvo.
Ma, ripetono in tanti a Napoli e dintorni, nessuno di questi sa mettere d’accordo tutte le anime del Pd campano. Tanto che si è cercata una soluzione alternativa: il direttore del Tg1, il napoletano Mario Orfeo. Che, però, ha rifiutato la proposta. Si è pensato anche al ministro della Giustizia Andrea Orlando, spezzino ma ex commissario Pd a Napoli, che però intende rimanere al dicastero (ha smentito ieri anche le voci di candidatura in Liguria).
Un pensiero era stato fatto anche su Alberto Irace, amministratore delegato di Acea, già Ad della toscana Publiacqua e negli anni ’90 vicesindaco a Castellammare di Stabia: nettissima però ieri la sua smentita al sito «Dagospia», «impossibile qualunque mia candidatura in ruoli di tipo politico».
E non appare percorribile nemmeno la candidatura dell’europarlamentare Pina Picierno, nome a lungo circolato ma su cui i piani alti del Pd non pensano di puntare. C’è un nome che metterebbe d’accordo tutti, ed è quello del magistrato Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione, già corteggiato in passato perché facesse il sindaco di Napoli. Ma è stato un no allora e lo è ancora oggi, dato che ha tutte le intenzioni di continuare a fare il suo lavoro.
«Spero che il partito nazionale stia lavorando alla situazione campana, e lo stesso Renzi intervenga», si augura Famiglietti. Per ora, Renzi non se n’è occupato. Ma ci sta lavorando il vicesegretario Lorenzo Guerini. Pochi giorni fa ha incontrato il coordinatore Ncd Gioacchino Alfano: e se la «grande coalizione» nazionale si trasferisse anche in Campania? Domani dovrebbe esserci una direzione regionale alla presenza di Guerini per discutere, appunto, quali saranno le alleanze. Ancora non è stata ufficialmente convocata. Ma, sussurra qualcuno da Roma, potrebbero arrivare grandi sorprese.