CI AVETE FATTO DUE TRIVELLE COSI’ - SCOPPIA IL CASO PER I PERMESSI RILASCIATI PER LA RICERCA DEL PETROLIO NEL MAR JONIO - DI MAIO, NEL MIRINO DEI ‘NO TRIV’, ACCUSA IL PD: “RATIFICA OBBLIGATA, E’ STATA UNA PORCATA DI CHI C' ERA PRIMA” – IL MINISTRO COSTA: "MAI FIRMATE AUTORIZZAZIONI E MAI LO FARO’ – E IL GOVERNATORE DELLA PUGLIA EMILIANO ATTACCA…
-Fabrizio Caccia per il Corriere della Sera
Ripartono i No Triv, il movimento antitrivelle, una riunione generale dei comitati è prevista già lunedì 14 gennaio a Bari, convocata dal governatore della Puglia, Michele Emiliano. Stavolta però, il dito è puntato contro gli ex alleati del M5S ora al governo: al loro fianco ai tempi del referendum del 17 aprile di tre anni fa (che non raggiunse il quorum) e adesso, invece, dall' altra parte della barricata.
Anche la base degli attivisti Cinque Stelle è in fermento, vuole capire bene, dopo che l' esponente dei Verdi Angelo Bonelli, spulciando il Bollettino degli idrocarburi e delle georisorse del Mise, il ministero guidato da Luigi Di Maio, pubblicato il 31 dicembre, ha fatto la scoperta: tre nuovi permessi rilasciati per la ricerca del petrolio nel Mar Ionio su una superficie complessiva di 2 mila 200 chilometri quadrati, a favore della società americana Global Med Llc, con sede legale in Colorado (Stati Uniti). I permessi interessano due aree marine contigue sotto Santa Maria di Leuca in Puglia e un' altra appena sotto Crotone in Calabria. Potranno, inoltre, essere prelevate risorse anche a Bagnacavallo, in provincia di Ravenna, e nella vicina San Potito. Autorizzata anche la Shell in Basilicata.
Così, il governatore della Puglia, Emiliano, non ci sta: «Impugneremo. Di Maio e il ministro dell' Ambiente Sergio Costa come Renzi e Calenda. Con la differenza che Renzi e Calenda erano dichiaratamente a favore delle trivellazioni, mentre Di Maio e Costa hanno tradito quanto dichiarato in campagna elettorale. La mia solidarietà ai militanti M5S della Puglia che purtroppo avevano creduto alle affermazioni su Ilva, Tap, trivellazioni e tante altre cose...».
Di Maio, chiamato in causa, replica così: «Mi si accusa di aver autorizzato trivelle nel mar Ionio. È una bugia. Queste "ricerche di idrocarburi" (che non sono trivellazioni) erano state autorizzate dal governo precedente e in particolare dal ministero dell' Ambiente guidato da Galletti che aveva dato una valutazione di impatto ambientale favorevole. L' ok a questa porcata. A dicembre, un funzionario del mio ministero ha sancito quello che aveva deciso il vecchio governo. Non poteva fare altrimenti, perché avrebbe commesso un reato». E ancora: «Emiliano intende impugnare? Sono contento, spero così che un giudice blocchi quello che da qui non potevamo bloccare senza commettere un reato. Ma non sarà "un ricorso contro Di Maio" bensì un ricorso di un governatore del Pd contro un' autorizzazione rilasciata dal Pd».
S' indigna comunque Enzo Di Salvatore, costituzionalista del comitato No Triv, che annuncia di voler disertare l' invito a Roma già rivolto alle associazioni dal ministero dell' Ambiente e dal Mise: «Tutto quello che avevamo contestato ai precedenti governi viene attuato dal governo del cambiamento...». L' esecutivo, però, si difende: «Da quando sono ministro non ho mai firmato autorizzazioni a trivellare il nostro Paese e mai lo farò - giura Sergio Costa -. Non voglio riportare l' Italia al Medioevo».
Anche il pentastellato Davide Crippa, sottosegretario al Mise, assicura che verrà inserita una norma nel prossimo «Dl Semplificazioni» che darà lo stop a 40 permessi pendenti. Secondo il Verde Bonelli, però, il governo «si arrampica sugli specchi». Ha dato pareri positivi per le trivellazioni in mare «con l' uso dell' Air gun, le bombe d' aria e sonore che provocano danni ai fondali e ai cetacei» e ora il vicepremier Di Maio afferma: «Presto porteremo in Parlamento una norma che dichiara l' Air gun una pratica illegale».
Proprio strano, chiosa Bonelli: nelle autorizzazioni date il Mise specifica che «l' Air gun è ad oggi considerata la tecnica più efficace...».