CI SALVERA’ SALVINI? - DA FARSA ITALIA E NCD INIZIA L’ESODO VERSO LA LEGA, ORA BERLUSCONI PENSA A UN LISTONE UNICO: “CON L’ITALICUM SENZA IL CARROCCIO SI PERDE” - MA SALVINI AVVERTE: “NON SIAMO IL TRAM SALVA RICICLATI” -


1. NEL CENTRODESTRA TUTTI IN FILA VERSO LA LEGA

Amedeo La Mattina per “la Stampa”

 

«Tendenza Matteo» e il cognome è quello di Salvini. La crisi e le divisioni di Ncd e Fi all’indomani dell’elezione di Mattarella al Colle creano panico, abbandoni, tentativi di passare con il partito emergente. C’è chi bussa alla porta dei capigruppo leghisti Centinaio e Fedriga perché deluso da Berlusconi o da Alfano e anche «per passione e non per le poltrone». Secondo Salvini è il caso di Barbara Saltamartini, la portavoce Ncd. Il Carroccio non è «il tram “salva riciclati”», avverte Salvini. «Non mi interessano quelli che hanno passato cinque partiti.

le pen e salvini come olindo e rosa per riccardo bocca

 

Conosco la Saltamartini e non è una di queste». Si era già dimesso il capogruppo al Senato Sacconi, ieri ha annunciato il suo addio Giuliano Cazzola, ex parlamentare Pdl ed esperto di previdenza, candidato Fi alle Europee lo scorso anno. Rimane invece l’altro capogruppo, Nunzia De Girolamo (« Io alla Lega? fantasia giornalistica»).

 

Gasparri liquida tutto come «patetico turismo politico» mentre la «tendenza Matteo» rischia di divorargli il partito. Sorvegliati speciali alcuni parlamenti azzurri ex An del Centro e del Sud dove il Carroccio sta facendo più scouting. Occhi puntati sui senatori Augello, Aracri e Fazzone, ma per il momento si tratta solo di sospetti senza alcuna conferma. 

ELISA ISOARDI E SALVINI

 

Calderoli, «c’è la fila»  

Ci potrebbe essere tanta millanteria nelle parole dei leghisti che parlano di parlamentari a decine pronti al salto sul Carroccio. Ma la crescita elettorale e gli spazi di rielezione che può garantire Salvini (a parte la solita «passione politica» tutta da dimostrare) portano a credere a quello che dice Calderoli. «C’è la fila. Non facciamo campagna acquisti, non abbiamo interesse a fare da scialuppa ai naufraghi. Se oggi dovessimo di dire di sì a tutti quelli che ci hanno chiesto di passare con noi, si potrebbe fare un gruppo parlamentare sia alla Camera sia al Senato».

matteo salvini

 

In sostanza, 20 a Montecitorio e 10 a Palazzo Madama. Trenta pronti a lasciare il loro partito. «Ho avuto contatti con senatori di Fi, Ncd, con ex grillini e grillini in carica». Calderoli spiega che i nuovi arrivati non entreranno nel gruppi della Lega, dove rimangono solo gli eletti del Carroccio: dovranno formare un gruppo autonomo denominato «per Salvini». 

 

Alfano, «chi ci sta ci sta».  

Il ministro dell’Interno prende atto del «forte malumore», si assume la responsabilità di avere deciso il voto a favore di Mattarella. Detto questo, Alfano sostiene che ora farà sentire la sua voce nel governo, ma non intende trattenere nessuno. Enrico Costa, viceministro della Giustizia è critico sui cambi di casacca, come quello della Saltamartini. «Dopo avere fatto un percorso politico accanto ad Alfano, come si fa a passare con Salvini che vede in Alfano il suo peggiore nemico?». 

 

2. ARRIVA LA LEGA DELLE LIBERTà

Franco Bechis per “Libero Quotidiano”

 

MATTEO SALVINI 2

Silvio Berlusconi potrebbe cambiare nuovamente il nome della sua creatura politica, che nel giro di poco più di un anno è passata dal Popolo delle Libertà a Forza Italia. Il nuovo nome potrebbe diventare “Lega delle Libertà” e riunire il centro destra italiano sotto un nuovo cappello. Ad annunciarlo è stato lo stesso Berlusconi durante l’assemblea con i grandi elettori di Forza Italia riunita la scorsa settimana per l’elezione del nuovo presidente della Repubblica. Ovvio che in quelle ore tutte le antenne fossero puntate sulla trattativa che stava avvenendo con Matteo Renzi e che già a quel punto era a un passo dal crack, per cui all’esterno sono filtrate solo le informazioni e valutazioni del leader su quello che stava avvenendo lungo la strada del Quirinale.

 

MATTEO SALVINI 3

Ma Berlusconi aveva introdotto il suo discorso parlando di tutt’altro. E partendo dal nuovo quadro istituzionale che le riforme appena votate stavano ormai disegnando in modo compiuto. Dopo avere invano tentato di rinviare in extremis il voto sull’Italicum per essere un pizzico più forte nella trattativa con Renzi per il Colle, Forza Italia aveva appena cementificato in Senato l’impianto di quella legge elettorale.

 

E il suo leader avvertiva in quell’occasione: «Con questa legge elettorale il centrodestra deve andare per forza unito. Sarebbe una follia andare frazionati al voto. Dobbiamo presentarci con una lista unica». Berlusconi per altro sembrava preoccupato anche dal doppio turno di ballottaggio, «perché sarebbe quasi certo che in questo caso il Movimento 5 stelle si alleerebbe con il Partito democratico», e quindi a maggiore ragione nelle future elezioni politiche nazionali il centrodestra avrebbe avuto necessità di unire tutto quel che era possibile e tentare di vincere superando la soglia che avrebbe evitato il ballottaggio, perché in qualsiasi altro caso la sconfitta sarebbe stata certa.

a napoli carta igienica salvini

 

«Per farlo però», ha spiegato Berlusconi, «è ovviamente necessario che la lista unica sia attrattiva per Matteo Salvini e la Lega Nord, senza la cui alleanza sarebbe impossibile vincere». Per questo motivo alla stessa assemblea il leader di Forza Italia ha rivelato il nome che ha in testa per la lista unica: “Lega delle Libertà”.

 

Poteva trattarsi di un esempio per fare capire bene ai suoi quanto Salvini sia necessario al centrodestra e che perfino nella scelta del nome il passo indietro avrebbe dovuto farlo Forza Italia. Ma a sentire chi partecipava alla riunione quella “Lega delle Libertà” è stata illustrata con toni severi da Berlusconi, come si trattasse di un vero e proprio annuncio. Da verifica presso il registro europeo e quello italiano dei brevetti e dei marchi quel nome non è ancora stato registrato a domanda della Jacobacci & Partners, che è lo studio specializzato a cui sempre si è rivolto il Cavaliere per queste cose.

 

IL BACIO DI TRANS EFE A MATTEO SALVINI

Ovvio però che prima di fare un passo formale bisogna avere un assenso di massima da chi un giorno lì dovrebbe confluire. E al momento non sembra questa l’aria, come spiega sia pure con prudenza un moderato della Lega Nord quale il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia (vedasi intervista nella pagina).

 

Al leader di Forza Italia ha lanciato un messaggio non proprio amichevole sulla possibile alleanza lo stesso Salvini all’indomani del naufragio apparente del patto del Nazareno, fatto traballare dall’incolpevole Sergio Mattarella. «La Lega non può tornare comoda se Renzi ti frega», ha detto senza mezzi termini il leader del Carroccio, «a Berlusconi è mesi che diciamo che Renzi lo avrebbe usato e poi scaricato. Alla fine è successo. Chi vuole dialogare con la Lega ora lo fa sui nostri temi, sui nostri progetti, sui nostri uomini, altrimenti andiamo avanti da sol». Vero pure che prima che l’Italicum sia la legge con cui si vota alle politiche, dovrà passare ancora lungo tempo (al momento è legata a doppio filo alla riforma costituzionale del Senato), e quindi oggi ogni sì o no sarebbe prematuro.

matteo salvini 5

 

Però Berlusconi avrebbe iniziato a ventilare quella necessità di unione a Umberto Bossi, con cui è stato a cena proprio la sera stessa dell’assemblea dei grandi elettori azzurri. Con la testa al Quirinale, la “Lega delle Libertà” non ha provocato né discussioni, né reazioni all’interno dei parlamentari azzurri. Libero ha chiesto che ne pensava al leader della opposizione interna nel partito, Raffaele Fitto, che sembra però volere prendere tempo anche lui. «Non venga a dire a me che l’Italicum così ci avrebbe creato problemi. Siamo stati noi a non votare l’emendamento Esposito, e siamo pure usciti dall’aula al momento del voto finale.

 

efe bal e matteo salvini

Sul partito abbiamo detto in questi mesi e in questi giorni molte cose. Mi riservo nei prossimi giorni e nelle prossime ore di proporre delle valutazioni insieme a tanti altri amici per cercare di mettere in campo una discussione seria sugli strumenti e sulle responsabilità all’interno del partito sulla linea politica. È chiaro che da questa discussione verrà fuori quel che lei accenna sulle scelte future».

 

Prima delle Politiche però quella necessità di alleanza se non di lista unica del centrodestra è imposta dalle Regionali che si terranno fra qualche mese. «Mah...», allarga le braccia Fitto, «da tempo avevo proposto per questo motivo elezioni primarie sulle Regionali. Sono stato respinto, mi auguro che ora rapidamente vengano scelti candidati in grado di farcela».