1. LE TENSIONI TRA SALVINI E GIORGETTI RIVELATE DA “REPUBBLICA” SONO STATE SMENTITE DAL “CAPITONE” MA CI SONO ECCOME. A QUANTO RISULTA A DAGOSPIA, NELL’ULTIMO FACCIA A FACCIA TRA I DUE LA DISCUSSIONE S’È INCENDIATA A TAL PUNTO DA RISCHIARE DI ARRIVARE ALLE MANI...
2. VUOI VEDERE CHE CI VOLEVA IL CORONAVIRUS PER DARE UNA MAZZATA AL SOVRANISMO
3. SALVINI ORMAI NON TOCCA PALLA, MESSO ALL’ANGOLO ANCHE DAGLI ALLEATI BERLUSCONI E MELONI, LA LEGA E’ IN CALO DI CONSENSI (DAL 36% E’ SCESA AL 26) E LA LINEA EURO-KAMIKAZE DEL “TRUCE” E’ VISTA CON CRESCENTE INSOFFERENZA DAGLI IMPRENDITORI DEL LOMBARDO-VENETO CHE FANNO RIFERIMENTO ALL’AREA MODERATA DI ZAIA E GIORGETTI (PRO-MES)
1 - DAGONEWS
Da fonte certa, la rottura nella Lega tra Matteo Salvini e Giancarlo Giorgetti sembra insanabile. Nell’ultimo faccia non solo si sono divisi, come riportato da “Repubblica”, ma la tensione è salita al punto da arrivare quasi alle mani…
2 - QUANTO È ANCORA IN GRADO DI SOPRAVVIVERE IL GOVERNO CONTE? CERTO, NON SARÀ A BREVE MA I PALAZZI DELLA POLITICA IMMAGINANO A OTTOBRE UN GOVERNO DI UNITÀ NAZIONALE - SE IL M5S SI È POLVERIZZATO, QUALCOSA NELLA LEGA SUCCEDERÀ. DALLE VETTE DEL 36 PER CENTO, IL CARROCCIO ORMAI GALLEGGIA INTORNO AL 26 E SALVINI SA BENE CHE LA SOGLIA È IL 25: SE VA SOTTO, PUÒ SUCCEDERE CHE LA LINEA EUROPEISTA DI ZAIA, FONTANA E GIORGETTI, LONTANA DAL SOVRANISMO ALLA BAGNAI-BORGHI DELL’EX TRUCE, PRENDA IL SOPRAVVENTO...
3 - C’È TENSIONE TRA SALVINI E GIORGETTI SU MES, IL NUMERO 2 DELLA LEGA PENSA CHE NON SIA UNA SOLUZIONE DA SCARTARE
Da https://www.giornalettismo.com/
Ci sarebbe anche una parte della Lega favorevole a questo Mes senza condizionalità, destinato ad aiutare i Paesi dell’Unione Europea nella spesa sanitaria pari al 2% del Pil. Questa parte della Lega è rappresentata da quel piccolo microcosmo che gira intorno a Giancarlo Giorgetti. Lo scontro Salvini-Giorgetti, infatti, sembra abbastanza aperto, come riportato quest’oggi da un retroscena di Repubblica firmato da Carmelo Lopapa che, per il quotidiano romano, segue dal di dentro le vicende del Carroccio.
Secondo Giorgetti il Mes proposto da Bruxelles e la sua versione venuta fuori dalla riunione dell’Eurogruppo non è pericolosa come la versione “tradizionale” del Mes, quella che ha trovato l’ostacolo sovranista sin dallo scorso autunno. Anzi, l’occasione, in questo momento di feroce crisi economica che si sta affacciando all’orizzonte, non sarebbe da farsi sfuggire, sempre secondo la versione del Giorgetti governista, di quel mediatore che sapeva unire anche le versioni più contrapposte nell’esecutivo di cui ha fatto parte dal 2018 all’estate del 2019.
Una parte della Lega che, non a caso, è la stessa a cui fa riferimento il governatore della regione Veneto Luca Zaia. Quest’ultimo ha gestito bene l’emergenza coronavirus all’interno dei suoi confini, facendo venir fuori il Veneto da una situazione inizialmente complessa, al pari di quella della regione Lombardia. Tuttavia, Matteo Salvini si fa fotografare alla scrivania del Pirellone, per offrire supporto a Fontana in questa fase. E spinge le iniziative del governatore lombardo, compreso quella della richiesta di riapertura delle aziende con la fase due da iniziare dal 4 maggio.
Non c’è quella esaltazione che ci si aspetterebbe per il riscontro positivo avuto da Zaia in Veneto, al di là di qualche frase o battuta di circostanza. Per un partito come la Lega che fa della comunicazione del suo leader un pilastro fondamentale del suo consenso, la cosa suona davvero come strana. Che ci sia la frattura Salvini-Giorgetti dietro tutto questo? Luca Zaia continua a lavorare e a tirare l’acqua al suo mulino. Non cade nelle provocazioni più o meno volontarie lanciate da Salvini su eventuali sue candidature a premier di un esecutivo targato Lega ed evita di bruciarsi. Ora, sembra concentrato pancia a terra sul suo Veneto. Ma in futuro potrebbe essere davvero questo l’asse che potrà mettere in crisi i rapporti di forza all’interno del Carroccio.
4 - LITE TRA SALVINI E GIORGETTI SUI SOLDI DALL’EUROPA
Carmelo Lopapa per “la Repubblica”
Le ultime bordate del suo leader sul Mes e sull' Europa matrigna «che vuole strozzare l' Italia» non lo hanno convinto per nulla. Un colloquio franco e a distanza con Matteo Salvini è stato sufficiente a scavare il fossato. Poi, almeno da una settimana, Giancarlo Giorgetti ha salutato tutti ed è sparito dai radar. Via, si è ritirato sulle rive del Lago di Varese dove vive, tra le sue montagne, e si è ritagliato una personalissima quarantena politica. Il bocconiano, amico di Mario Draghi, lo ha detto a muso duro a Salvini, racconta più di una fonte autorevole dentro la Lega.
Gli ha spiegato che tutte le risorse che si possono ricevere dall' Europa in questo momento sono necessarie, soprattutto se è la Bce a fornire la garanzia e il prestito è quasi a tasso zero. Gli ha raccontato che sul Mes da 37 miliardi, tanto più da destinare alla spesa sanitaria, non c' è stavolta alcuna controindicazione. L' Europa in questi anni ha sbagliato, è vero, ma la battaglia sovranista adesso non è la cosa più intelligente da portare avanti, se davvero si vuole evitare che l' Italia vada «a carte quarantotto». A cominciare dalle imprese del Nord.
Un discorso accorato che tuttavia sembra non aver fatto cambiare idea all' irruente segretario.
Convinto che «non esista Mes senza condizioni» e che quello sia piuttosto il cappio al quale la Germania e l' Olanda vogliono impiccare il nostro Paese. Per Salvini non c' è Giorgetti e mediazione che tenga. A Bruxelles ha dichiarato guerra, convinto che se il governo Conte accetterà il Mes, «il M5s si spaccherà e si aprirà la crisi». Discorso chiuso, si va allo scontro.
Meloni sta con lui e addio al vecchio centrodestra, dato che Silvio Berlusconi si è schierato a favore dell' utilizzo dei 37 miliardi del Fondo. E ieri il Cavaliere lo ha anche ripetuto: «Assurdo non farlo» - confermando la sua linea "responsabile": «Siamo collaborativi col governo, ma restiamo opposizione. Nessuno però si illuda, il centrodestra resta unito». Salvini lo aveva paragonato a Prodi.
Ma non è solo il futuro in Europa e l' utilizzo del Mes ad aver contrapposto il numero uno e il numero due della Lega. Anche le giravolte del segretario sull' intera gestione del lockdown, aperture e chiusure, scuole e chiese, hanno lasciato perplesso Giorgetti. Il quale ha preferito tacere pure su quello.
Salvo rifarsi vivo mercoledì a Montecitorio, per l' approvazione del decreto sull' organizzazione delle Olimpiadi invernali di Milano e Cortina del 2026 (conquistate sotto la sua gestione allo Sport, un anno fa). E lo ha fatto per sottolineare come in questo momento drammatico sarebbe «necessaria la ricerca di soluzioni condivise e responsabili ». Altro che guerra all' Europa. Salvini continua invece per la sua strada e ad esaltare il "modello lombardo" di Attilio Fontana nella gestione della crisi (ieri era al suo fianco in Regione), trascurando i successi di Luca Zaia in Veneto. Non è passato inosservato, nella stessa Lega. Tanto da spingere ieri mattina il segretario a dichiarare a una tv veneta che vedrebbe bene il "Doge" candidato premier. «Grazie, ma non abbandono la nave», si è defilato l' astuto governatore.
5 - MATTEO SALVINI A NON È L'ARENA: "SCONTRO SUL MES CON GIORGETTI? LE INDISCREZIONI DI REPUBBLICA VALGONO MENO DEI TOPOLINO"
"Le indiscrezioni di Repubblica valgono meno dei Topolino che ho alle spalle". Matteo Salvini, in collegamento con Massimo Giletti a Non è l'Arena, commenta così il retroscena del quotidiano su una presunta frattura con Giancarlo Giorgetti sul Mes.
Secondo Repubblica, il numero 2 della Lega si sarebbe isolato da una settimana perché in contrasto con il leader sulla linea da tenere in Europa. "Con Giorgetti ci parlo tutti i giorni, la linea della Lega è una sola", assicura l'ex ministro degli Interni, che ribadisce: la sua contrarietà al fondo salva stati: "Preferisco affidarmi agli italiani piuttosto che ai cinesi o ai tedeschi".