LA CINA AIUTA PUTIN, SOSTIENE I DITTATORI, VUOLE SOTTOMETTERE L'OCCIDENTE E NOI ANDIAMO PURE A MENDICARE FAVORI -MATTARELLA VOLA IN CINA PER UN INCONTRO CON XI JINPING: GLI CHIEDERÀ DI MEDIARE NEI CONFLITTI IN UCRAINA E IN MEDIO ORIENTE – CERTO, IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA POPOLARE CINESE PUÒ ESERCITARE INFLUENZA VERSO LA RUSSIA MA FINORA HA AIUTATO MOSCA E PUNTELLATO PUTIN - LA RICUCITURA CON PECHINO DEL CAPO DELLO STATO DOPO LE TENSIONI PROVOCATE DAL RIFIUTO DEL GOVERNO DI RINNOVARE IL MEMORANDUM SULLA VIA DELLA SETA...
-Marzio Breda per il "Corriere della Sera" – Estratti
Un ruolo multilaterale di Pechino per favorire la soluzione dei conflitti in Ucraina e in Medio Oriente. È questo che Sergio Mattarella solleciterà l’8 novembre a Xi Jinping nell’incontro clou della sua visita in Cina.
Un suggerimento concreto, non una suggestione. Infatti, si fonda sulla consapevolezza dell’influenza determinante che il presidente della Repubblica popolare cinese può esercitare verso la Russia, dopo il pieno sostegno assicurato a Putin nell’«operazione speciale» con cui ha aggredito Kiev.
Dopo quasi tre anni di guerra e molte migliaia di vittime, soltanto una potenza globale come il Paese del Dragone sarebbe forse in grado di far lievitare una mediazione tra i contendenti. Il gigante asiatico, del resto, ha presentato, assieme al Brasile, un piano di pace diverso dal progetto di Zelensky, che al momento sembra avviato su un binario morto.
L’Italia, che sostiene il multilateralismo come lo strumento più appropriato per sbrogliare le controversie internazionali, ci crede. Non a caso Mattarella, nel faccia a faccia con Xi Jinping, affronterà la questione della guerra in Ucraina mettendola in parallelo con le incognite dello scontro in corso nel Medio Oriente.
Ne parlerà perché, dati i rapporti tra Pechino e Teheran, quel «ruolo» di compensazione delle crisi potrebbe essere svolto pure nel tentativo di aprire un tavolo negoziale per stabilizzare quella difficile area prima di nuove escalation.
Ecco il cuore dei temi politici su cui riflette il nostro capo dello Stato, che nel suo viaggio sarà accompagnato dal ministro degli Esteri Antonio Tajani, e cercherà anche di approfondire con il proprio omologo la consistenza dell’idea annunciata da Putin al summit dei Brics di Kazan.
Creare cioè un nuovo ordine mondiale (da formare cooptando, accanto a Russia e Cina, destinate a presidiare la stanza dei bottoni, i Paesi definiti «Global south») alternativo all’ordine occidentale egemonizzato da Washington.
(...) Quello della ricucitura con Pechino dopo le tensioni provocate dal rifiuto del governo di rinnovare il memorandum sulla Via della seta che era stato sottoscritto dal premier Conte nel 2019. E quello di rilanciare, in parallelo a una paritaria partnership economica e commerciale, i legami storici tra i due Paesi. E qui riveste particolare interesse, oltre al Forum culturale Italia-Cina, la lectio magistralis che il presidente terrà all’Università Beida, intrecciando poi domande e risposte con professori e studenti.
Ciò che vale anche per il Forum filantropico, nel corso del quale si firmerà l’inaugurazione di una cattedra di italiano. Il viaggio comincerà domani sera e, oltre a Pechino, comprenderà tappe ad Hangzhou e Canton.