CINESI O GIAPPONESI, CON GLI OCCHI A MANDORLA SON TUTTI UGUALI! - FIGURACCIA DEL TEDESCO THOMAS BACH, PRESIDENTE DEL COMITATO OLIMPICO INTERNAZIONALE, CHE DURANTE IL SUO PRIMO INTERVENTO PUBBLICO ALL'ARRIVO A TOKYO, MENTRE LODAVA L'ORGANIZZAZIONE DELLE OLIMPIADI, HA CHIAMATO I GIAPPONESI "CINESI", CORREGGENDOSI SUBITO DOPO - ORMAI LA FRITTATA ERA FATTA E SUI SOCIAL È MONTATA L'INCAZZATURA... - VIDEO
-Olympics boss mixes up China and Japan at meeting in Tokyo.
IOC President Thomas Bach references the safety of the 'Chinese people' then quickly corrects himself.
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— Sky News (@SkyNews) July 13, 2021
Salvatore Riggio per www.corriere.it
Falsa partenza a Tokyo. Il presidente del Comitato olimpico internazionale (Cio), Thomas Bach, è stato protagonista – suo malgrado – di una gaffe che sta già scatenando i social. Durante il suo primo intervento pubblico all’arrivo nel paese del Sol Levante, Bach si è rivolto in inglese agli abitanti del Giappone chiamandoli «cinesi».
Una svista linguistico-geografica che ha scatenato gli utenti di tutto il mondo, che sui social non hanno dato scampo all’errore: «Siamo tutti cinesi?», è quello che si domanda un utente.
Bach ha commesso il singolare errore nel corso di un incontro con il capo del comitato organizzatore di Tokyo 2020 in cui ha detto: «Il nostro obiettivo comune è che i Giochi siano sicuri. Per tutti: per gli atleti, per tutte le delegazioni e anche soprattutto per il popolo cinese… giapponese». Come si vede si è corretto al volo ma non è bastato per evitare la riprovazione degli utenti dei social.
C’è da dire che l’errore non è stato evidenziato dagli interpreti presenti all’incontro, che si sono limitati a tradurre solo la versione corretta, ma i media giapponesi non hanno perdonato Bach, riportando con grande evidenza quanto accaduto malgrado abbia dichiarato che l’organizzazione dei prossimi Giochi è stata «la migliore di sempre», viste le tantissime difficoltà dovute alla diffusione della pandemia, che hanno costretto a rinviare di un anno i Giochi Olimpici.
Intanto, sono stati serviti i primi due dei 48 mila pasti (al giorno) previsti al Villaggio Olimpico di Tokyo. Qui gli atleti avranno l’unica possibilità di assaggiare le prelibatezze della cucina giapponese (Washoku, la cucina tipica, è stata inserita nell’elenco dei patrimoni dell’umanità dell’Unesco).
Ci saranno 700 opzioni di menu al giorno e saranno suddivisi in tre categorie: occidentale, giapponese e asiatico, che copre anche le opzioni cinesi, indiane e vietnamite. Ma niente sushi e sashimi. Non saranno serviti.