CINQUE STELLE PER QUATTRO DISGRAZIATI – CONTE PORTA IL SUO CIUFFO NELLE PERIFERIE DI PALERMO PER DARE LINFA ALLA COMPLICATISSIMA RINCORSA DEL CANDIDATO DEL CENTROSINISTRA FRANCO MICELI - BACI, ABBRACCI E SELFIE PER “IL PATRONO DEI SUSSIDI” CHE DIFENDE A SPADA TRATTA SUPERBONUS E REDDITO DI CITTADINANZA: “INDEGNO CHE AD ATTACCARLO SIANO I POLITICI CHE GUADAGNANO 500 EURO AL GIORNO” – POI PUNZECCHIA DRAGHI SULLE CONCESSIONI BALNEARI E NE APPROFITTA PER RANDELLARE LAGALLA PER L’APPOGGIO DI DELL’UTRI E CUFFARO…

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Emanuele Lauria per “la Repubblica”

 

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C'è «Ina la contessina», che si ripara con un ombrellino rosa dal sole pomeridiano di piazza Castelnuovo e dice di aver messo l'ex premier fra i familiari che beneficiano delle sue preghiere del mattino.

C'è Miriam, che sul litorale di Barcarello si pianta con il motorino davanti a "Giuseppi" gettando nel panico la sicurezza: «Presidente, se mi vuole sposare sono qui». E in serata, davanti alla casa museo di don Pino Puglisi, spuntano finalmente le immancabili "bimbe di Conte", con tanto di cartello in mano, nei panni di un gruppo di volontarie del servizio civile universale. Il centrosinistra che rincorre cala a Palermo il suo asso: il leader dei M5S sbarca nel capoluogo siciliano atteso come l'uomo dei miracoli e si sottopone a un impressionante tour de force. Il suo staff, d'intesa con il gruppo dirigente, decide di fargli fare in due giorni il giro delle borgate, da Sferracavallo a Brancaccio, poi Borgo Vecchio, Ballarò e Cep.

 

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Cosa non si fa per dare linfa alla complicatissima rincorsa del candidato Franco Miceli: «Oh, questo è il vostro sindaco, non è che domenica vi distraete?», dice Conte con una mano sulla spalla dell'architetto scelto per puntare al dopo-Orlando, in una delle poche pause della macchina dei selfie: almeno duemila, stimano i collaboratori di Conte, quelli fatti ieri negli incontri affollati da un punto all'altro della città.

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Perché qui, il capo di un Movimento in calo di consensi, è accolto come una star. Distribuisce autoscatti (che spesso fa personalmente con il cellulare del fan di turno) e riceve non pochi baci, sdoganando ufficialmente la stagione post-Covid. Soprattutto, Conte rilancia l'inconfondibile totem della politica pentastellata: il reddito di cittadinanza. Non c'è tappa dove l'avvocato pugliese non si produca in un'intemerata contro i detrattori della misura.

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A Barcarello prende sotto braccio Giuseppe Gurrera, un percettore del reddito, mostra i messaggi dei navigator sul suo cellulare che gli propongono occasioni di lavoro, e parte lancia in resta: «C'è un'assurda campagna denigratoria contro il reddito di cittadinanza, che equivale a mettere nel mirino le fasce più deboli. Ed è indegno - dice Conte - che ad attaccare chi riceve 500 euro al mese siano politici che 500 euro li percepiscono in un giorno. Da Renzi alla Meloni, c'è una folle corsa ad abrogare un necessario sostegno ai più poveri: nel centrodestra c'è chi ha parlato di metadone di Stato, in pratica i percettori sono stati equiparati a drogati». Si presenta senza veli ai suoi accoliti il "Santo patrono del reddito", come lo chiama la candidata sindaca no vax Francesca Donato.

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Ma ha gioco facile, Conte, a insinuarsi fra gli imbarazzi del centrodestra: la senatrice forzista Licia Ronzulli qualche giorno fa aveva proposto la sospensione del reddito di cittadinanza, fra i malumori dei dirigenti locali. E ieri, in concomitanza con l'avvento di Conte, il candidato sindaco del centrodestra Roberto Lagalla, ha dovuto correggere il tiro: «Parliamo di una conquista civile da migliorare». C'è da capirla, questa battaglia eletto rale: nella sola provincia di Palermo sono 184 mila i percettori di un assegno.

 

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Ora, per carità, il Conte che mette nel mirino i politici di lungo corso, a Palermo si lancia anche in altre promesse pre-elettorali degne di un acchiappavoti della dc: loda il progetto per il rifacimento del lungomare di Barcarello e quello di una piazza dedicata a padre Puglisi a Brancaccio. Ricorda la conquista dei 209 miliardi del Pnrr: «Il programma è stato costruito bene, modestamente. Ora il rischio è che non si spendano i soldi».

 

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Non è l'unica puntura di spillo a Draghi: a Rosa Luparello, titolare di un lido che si lamenta per l'imminente revoca della concessione, Conte ricorda che durante il suo primo governo i contratti furono prolungati. E l'ex premier torna a difendere il discusso Superbonus del 110%: «Per spese in edilizia eravamo ultimi in Europa, ora siamo i primi.

Qualcuno se n'è accorto?». Altro leit-motiv: la questione morale. Conte si sofferma sull'appoggio di Totò Cuffaro e Marcello Dell'Utri a Lagalla: «Mi preoccupa, anche da cittadino, la prospettiva di un centrodestra che riceve delle grandi investiture da personaggi coinvolti, direttamente o indirettamente, in azioni criminali».

 

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Il presidente dei 5S va in giro con un codazzo di fan che ricorda quello del primo Beppe Grillo: fra loro anche il possibile candidato governatore Giancarlo Cancelleri. Ma sulle regole d'ingaggio delle primarie del centrosinistra per le Regionali non c'è ancora accordo. Epperò Conte prosegue il suo tour, a miracol mostrare: «A Palermo questa visita vale da sola il tre per cento di consensi in più per Miceli», profetizza il deputato regionale Salvatore Siragusa. Ma che ciò basti, per vincere la partita in salita del dopo Leoluca Orlando, non è dimostrabile.

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