CINQUESTELLE ALLE STALLE - GLI ESPULSI DAL MOVIMENTO ANNUNCIANO RICORSO ("NON POTETE CACCIARCI") E MINACCIANO DI ADIRE ALLE VIE LEGALI CHE PERO' NON SI RISOLVERANNO IN UNA BOLLA DI SAPONE - ECCO PERCHE' SI PREPARA UN NUOVO GRUPPO INTORNO AL SENATORE ELIO LANNUTTI, FACENDOSI PRESTARE IL SIMBOLO DELL'EX PARTITO DI ANTONIO DI PIETRO DI "ITALIA DEI VALORI"
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Il Movimento 5 stelle sta per esplodere. Dopo la spaccatura sulla fiducia al governo di Mario Draghi, Vito Crimi, capo politico grillino ha deciso di espellere tutti i colleghi che hanno detto "no". Tra loro ci sono Barbara Lezzi e Nicola Morra. I dissidenti, però, secondo alcune indiscrezioni, sarebbero pronti a trascinare il M5s in tribunale.
La Lezzi addirittura annuncia in un post pubblicato sul suo profilo Facebook di volersi candidare al direttivo pentastellato. "Ho appena letto il post del reggente perpetuo in cui comunica l'espulsione dal gruppo parlamentare dei 15 senatori, tra cui ci sono anche io, che ieri non hanno dato la fiducia al governo Draghi. Ho preso la decisione, mi candido a far parte del comitato direttivo del M5S (da cui non sono espulsa)".
Insiste la Lezzi, in piena rottura con Crimi e Grillo: "Credo che il 41 per cento degli iscritti contrari ad allearsi con tutti, compresi Berlusconi, Salvini e Renzi, debbano essere rappresentati. Sono convinta, inoltre, che se il quesito fosse stato riproposto, come lo statuto prevede, quel 41% sarebbe stato più alto. Auspico, quindi, la massima serietà nel percorso che porta alle candidature e l'urgenza necessaria a sbloccare l'azione del M5S. Coraggio", conclude.
Sembra invece più abbattuto e rassegnato Morra: "Apprendo che è stata avviata la procedura di espulsione nei miei confronti. Sono molto scosso da questa decisione, ora voglio riflettere. Mi sento M5S nel sangue", dice.
La spaccatura insomma potrebbe finire in Tribunale. A quanto apprende l'Adnkronos, diversi espulsi vogliono ricorrere al giudice contro quella che reputano un'ingiustizia. Che potrebbe indurli, tra le altre cose, a chiedere un risarcimento per danno di immagine. "C'è il quesito 'truffaldino' che è stato sottoposto alla base", confessa uno dei senatori, "ma anche una serie di altre questioni. Per dirne una: il nostro Statuto mette nero su bianco che il voto di fiducia va dato a un premier espressione del Movimento, vi sembra che Draghi lo sia?". Di certo non finirà qui.