IL CITOFONO NO! – I LEGHISTI TOSCANI TEMONO LA STRATEGIA ELETTORALE DI SALVINI: REPLICANDO LE SCENETTE ANCHE L’ALTRA REGIONE ROSSA RIMARRÀ NELLE MANI DEL PD, CHE CANDIDA EUGENIO GIANI, IN QUOTA "USATO SICURO" – LE LITI INTERNE STANNO BRUCIANDO LA CANDIDATURA DELLA CECCARDI, TROPPO SIMILE ALLA BORGONZONI. C’È CHI TIRA FUORI IL NOME DELLA FIDANZATA FRANCESCA VERDINI. OPPURE DEL DEBBIO, MA...
-Giacomo Salvini per “il Fatto Quotidiano”
No, il citofono no. Almeno non qui in Toscana. Dopo la sconfitta di domenica in Emilia-Romagna, nella Lega toscana sta crescendo l' insofferenza - un leghista d' antan la chiama proprio "ribellione" - per la strategia elettorale di Matteo Salvini, dopo quella della vicina roccaforte rossa.
La scenetta del citofono al presunto spacciatore e lo sberleffo nei confronti del ragazzo dislessico che lo contestava insieme alle sardine bolognesi, non sono per niente piaciute a molti dirigenti toscani del Carroccio. Tant' è che qualcuno spera anche che Salvini venga il meno possibile a fare campagna elettorale in Toscana per le Regionali previste in primavera.
Venerdì sera, alla vigilia del voto in Emilia, nella sede della Lega di Sesto Fiorentino il segretario regionale Daniele Belotti ha avvertito parlamentari, consiglieri regionali e sindaci del Carroccio: "Guardate che Matteo in Toscana non verrà a fare più di cento comizi al mese - ha ammonito il deputato bergamasco -, a maggio si vota anche in Veneto, Puglia, Liguria, Marche e Campania.
Quindi non potrà essere così presente".
Chi ha partecipato al direttivo regionale racconta che da parte dei big della Lega non c' è stata alcuna reazione. Solo silenzio. Poi ieri mattina, a sconfitta emiliana acquisita, l' analisi è stata più facile del previsto: "In Emilia abbiamo perso perché Salvini ha esasperato i toni non riuscendo a intercettare il voto moderato e adesso rischiamo di ripetere lo stesso errore anche qui in Toscana - spiega al Fatto un esponente del Carroccio - molti sono contenti che a maggio il segretario non potrà essere ubiquo e verrà qui solo il minimo indispensabile".
Opinione che si ritrova anche nelle chat interne: "Non viene in Toscana? Meno male" è stato il messaggio più critico nei confronti del leader. Qualcuno, perfidamente, ha parafrasato il motto degli antifascisti durante la guerra civile spagnola: "Oggi in Emilia, domani in Toscana?" dice un parlamentare leghista, temendo la doppia sconfitta nelle regioni "rosse".
Oltre ai dissidi interni alla Lega, la strategia elettorale di Salvini non è piaciuta nemmeno agli alleati di Forza Italia e Fratelli d' Italia che nei prossimi giorni si siederanno a un tavolo per decidere il candidato del centrodestra in Toscana: "Le scelte strategiche non hanno pagato - dice il coordinatore regionale di FI Stefano Mugnai - non facciamo di nuovo l' errore di spaventare l' elettorato". Opinione simile del fiorentino Giovanni Donzelli, responsabile organizzazione di Fratelli d' Italia: "In Toscana faremo sicuramente più squadra e lavoreremo insieme alla campagna elettorale - dice al Fatto - sulla scena del citofono, condivido quanto ha detto Giorgia Meloni: non l' avrei fatta".
Le liti interne alla coalizione avranno un peso anche sulla scelta del candidato con Fratelli d' Italia e Forza Italia che stanno provando a convincere il Carroccio a candidare un leghista atipico: moderato e magari civico. E nella Lega raccontano che, già prima della sconfitta in Emilia, a sussurrare a Salvini sul candidato da scegliere in Toscana fosse una "leghista" d' eccezione: la compagna Francesca Verdini.
Quest' ultima avrebbe grosse perplessità sul nome dell' ex sindaca di Cascina (Pisa) e oggi europarlamentare Susanna Ceccardi, considerata una "estremista" troppo simile alla perdente Lucia Borgonzoni. E per questo Salvini ha deciso di spostare la sua attenzione su altri nomi, più civici: il giornalista Mediaset Paolo Del Debbio (che però ha rifiutato più volte), la costituzionalista Ginevra Cerrina Feroni o i sindaci di Pistoia Alessandro Tomasi e di Grosseto Antonfrancesco Vivarelli Colonna. Ieri a Firenze c' è stato il primo incontro tra i coordinatori regionali del centrodestra. Il nome uscirà presto. Francesca Verdini permettendo.