CIUF CIUF! ARRIVA IL SILURO DI BELPIETRO A DELRIO: “SAREBBE IL CASO DI CHIEDERSI DOVE SIA IL MINISTRO DEI TRASPORTI. IN QUESTO PAESE NON È UN TURISTA, MA IL RESPONSABILE POLITICO DELLA MOBILITÀ. EBBENE, CHE FA IN QUESTO DISASTRO? CHE COSA DICE, QUALI MISURE PRENDE, COME PENSA DI SPIEGARE LA PARALISI AI PENDOLARI? È ANCORA IMPEGNATO NEL DIGIUNO PRO IUS SOLI?”
-Maurizio Belpietro per “la Verità”
Da lunedì corre l'obbligo di aggiornare la celebre battuta di Casimiro Teja apparsa oltre un secolo e mezzo fa sul settimanale satirico Il Pasquino. Da «Governo ladro, piove!» sarà infatti il caso di passare a «Governo incapace, nevica!». Eh già, perché da lunedì, a causa di pochi centimetri di neve, l' Italia è paralizzata. I treni sono fermi, gli aerei sono a terra e molte auto sono fuori strada. Passi per queste ultime e anche per la lentezza con cui pulizia delle carreggiate e soccorsi sono stati organizzati.
Ma i convogli ferroviari e gli aerei? Possibile che bastino pochi centimetri di neve per bloccare la circolazione in tutto il Paese? Va bene, a Roma non sono abituati alla neve e neppure a Napoli e dunque le strade sono diventate piste di pattinaggio per molti veicoli. Ma i binari, possibile che si blocchino causa gelo? È vero, lunedì in parecchie città italiane le temperature sono scese sotto lo zero, ma - nonostante gli allarmi dei meteorologi - senza che si sfiorasse il freddo polare.
Eppure gli scambi ferroviari, a Roma, sono rimasti bloccati causa neve, impedendo la partenza di molti treni e paralizzando il traffico dell' intero Paese. Anche in altre città europee lunedì si sono registrate temperature sotto lo zero. A Stoccolma il termometro è sceso a meno 19, a Vienna e Oslo si è arrivati a meno 12, a Budapest meno 11 e a Zurigo meno 9. Tuttavia non ci risulta che il traffico ferroviario nelle capitali europee sia rimasto bloccato e i passeggeri a terra. Né ci pare di aver letto di emergenze dichiarate nel Paese, con relative chiusure di scuole e uffici pubblici.
Oh, certo, a volte l' imprevisto fa brutti scherzi e prende alla sprovvista chi avrebbe il compito di organizzare le misure preventive perché, nonostante la neve, tutto proceda normalmente. Ma si dà il caso che del Burian, ossia della corrente in arrivo dall' Est europeo, si sapesse da giorni e dunque la prevenzione fosse possibile. Anzi, obbligatoria.
Chi sta ai vertici e dovrebbe sovrintendere il traffico ferroviario si giustifica sostenendo che non abbiano funzionato gli scaldigli, ossia quelle resistenze che sprigionando il caldo dovrebbero evitare il congelamento degli scambi, precisando però che in alcuni tratti delle linee ferroviarie questi scaldigli non ci sono, perché nessuno ha provveduto a metterli. Sarà certamente così e forse è anche vero che i pantografi - ovvero i mezzi con cui i treni sono collegati alla linea elettrica aerea - non fossero completamente efficienti, ma questo semmai è anche peggio.
Già, perché dire che gli scaldigli non scaldano e i pantografi non riescono ad alimentare il locomotore significa solo testimoniare che il traffico del Paese è in balìa di pochi centimetri di neve. Se c' è un po' di neve sulla pista gli aerei non decollano e non atterrano e se sui binari si deposita una coltre leggera i treni non possono partire.
Centinaia di migliaia di italiani che si devono spostare e recarsi al lavoro non possono farlo perché scadigli e pantografi non sono adeguati. E in Canada come fanno? In Svezia che cosa usano? Quando nevica mettono i locomotori al riparo? Oppure accendono la stufetta lungo i binari per sghiacciare gli scambi? Ma a Roma di solito non nevica, ribattono alcuni scienziati che pianificano il trasporto pubblico. In realtà a Roma non nevicava, ma negli ultimi anni le precipitazioni si sono spostate verso il Sud e dunque anche la Capitale è interessata.
Che facciamo, aspettiamo che il surriscaldamento globale modifichi le condizioni invernali delle nostre città per deciderci a viaggiare? Non è che mentre si fanno faraonici progetti di fusioni fra strade e treni, fra aerei e locomotori, fra l' Italia e l' India, poi ci siamo dimenticati di sistemare i nostri binari? Che oggi, dopo il disastro di Pioltello in cui sono morte tre persone e altre sono rimaste ferite, ancora il traffico non sia pienamente ristabilito è un segno di efficienza?
Alcuni, dopo la nevicata romana, se la sono presa con Virginia Raggi, rea di essere al sole del Messico. Ma prima di mettere sul banco degli imputati il sindaco della Capitale, forse sarebbe il caso di chiedersi dove sia il ministro dei Trasporti. Graziano Delrio in questo Paese non è un turista, ma il responsabile politico della mobilità. Ebbene, che fa il titolare del dicastero coinvolto in questo disastro?
Che cosa dice, quali misure prende, come pensa di spiegare la paralisi ai pendolari che hanno atteso ore e ore un treno che non è mai arrivato? Forse il ministro è ancora impegnato nel digiuno pro ius soli per potersi occupare di faccende banali come i treni? Insomma, c' è qualcuno che risponde e che magari paga per quando è successo o dobbiamo continuare a imprecare «Governo incapace, nevica!