IL CROLLO DEI NEO-FASCI DI VOX È UNA SCONFITTA PERSONALE PER GIORGIA MELONI. NON SOLO PERCHÉ AVEVA SPONSORIZZATO CON COMIZI E SLOGAN IL PARTITO DI ESTREMA DESTRA DELL’AMICO “SANTI” ABASCAL, MA SOPRATTUTTO PERCHÉ IL BUON ESITO DELLE ELEZIONI A MADRID ERA IL PRIMO PASSO DELLA STRATEGIA DELLA DUCETTA PER LE EUROPEE DEL PROSSIMO ANNO. L’ALLEANZA POPOLARI-VOX IN SPAGNA AVREBBE APERTO LE PORTE A QUELLA TRA PPE ED ECR IN UE. FALLITA LA PRIMA, È QUASI OVVIO CHE FALLISCA ANCHE LA SECONDA - VIDEO
1. FALLISCE IL MODELLO ITALIA
Estratto dell’articolo di Ilario Lombardo per “La Stampa”
«Il modello italiano»: questo era il risultato più importante per Giorgia Meloni. L'ultradestra di Vox dentro il governo, un governo di centrodestra. E invece, a guardare e a riguardare i dati, la realtà dei voti parla chiaro, ed è una realtà che via via che lo spoglio proseguiva ha assunto il sapore dell'incubo: l'alleato dei patrioti italiani, Santiago Abascal, è andato molto peggio delle ultime elezioni. Non c'è stato l'effetto traino del melonismo, della sorella d'Italia, di "Yo-soy-Giorgia".
La rivoluzione conservatrice può attendere. Per Meloni e Fratelli d'Italia il voto in Spagna rappresentava una tappa significativa nel cammino verso il capovolgimento degli equilibri europei. Non è andata come si sperava. E forse la presidente del Consiglio qualcosa lo aveva già intuito all'arrivo degli ultimi sondaggi, mentre si dirigeva a cena, dopo aver chiuso la Conferenza sull'immigrazione alla Farnesina. Nessun commento, nessun entusiasmo. Incerta se preparare un comunicato o meno.
L'aritmetica elettorale spagnola lasciava troppi margini di interpretazione. Forse un presagio ha consigliato prudenza: la premier sa che la sconfitta della destra spagnola è la sconfitta del format italiano, ma anche la sconfitta del progetto europeo che Meloni coccola in vista delle elezioni del 2024, e che punta al blocco tra popolari e conservatori, per far fuori i socialisti.
Vox - il partito gemello di FdI - ha perso una ventina di seggi. Male, molto male: un'analisi che non condivide Carlo Fidanza, uno dei registi delle alleanze europee, della cooptazione di Vox in Ecr, il gruppo dei conservatori a Bruxelles. Il capodelegazione di FdI all'Europarlamento è a Madrid. Sperava di partecipare personalmente alla "fiesta" e di celebrare la nascita del centrodestra spagnolo: «Io non parlerei di flop di Vox. Anzi, rispetto agli ultimi sondaggi è andato meglio di come si aspettava. In realtà a non aver tenuto come doveva è il Pp. Questa volta i popolari non erano a terra, come alle scorse elezioni e dunque per la dinamica elettorale avrebbero comunque cannibalizzato i voti del partito alla loro destra».
[…]. Se nascerà un governo, se il governo sarà ancora guidato dall'alleanza del premier uscente socialista Pedro Sanchez, o se la Spagna tornerà al voto per trovare una maggiore stabilità. Meloni parlerà quando i risultati saranno più chiari.
Del "modello italiano" è certamente mancata la terza componente, quella autonomista che a Roma è rappresentata dalla Lega, un partito che è parte del governo di destra, mentre a Madrid è divisa tra forze politiche visceralmente nemiche di Vox e incompatibili con i post-franchisti.
Tra due mesi tocca alla Polonia, altro voto che è cruciale nei piani di Meloni. A Varsavia però i giochi sono ancora più difficili. Perché l'alleato della leader di FdI, il premier Mateusz Morawiecki, se la dovrà vedere Donald Tusk, ex presidente del Consiglio europeo e membro del Partito popolare europeo. Un'ulteriore inconciliabilità che complica i sogni di rivalsa europea di Meloni.
2. E LA DISFATTA DI ABASCAL GELA LA MADRINA MELONI L’OTTIMISMO DEL PD
Estratto dell’articolo di Lorenzo De Cicco per “la Repubblica”
[…] Le elezioni spagnole sono state un disastro, per la destra di Giorgia Meloni. La premier ha atteso i risultati fino a notte, ma già dalla sera aveva intuito che il film non avrebbe avuto l’happy ending.
Da quando tutti i sondaggi ufficiosi […] mostravano concordi un dato: che Vox sarebbe andata male. Cioè anziché crescere, avrebbe strappato meno del 2019 in termini percentuali. Con una sforbiciata pesante al gruppo parlamentare: una ventina di deputati in meno. Stime che poi lo spoglio a mano a mano ha confermato.
L’ultima speranza era che pur ridimensionandosi come bottino elettorale, i nazionalisti gemelli di FdI avrebbero fatto centro, andando al governo coi popolari. Ma anche questa ipotesi, nel volgere della notte, è diventata sempre meno probabile. Smentendo perfino gli exit poll. Dunque la nottata della presidente del Consiglio […] è stata tutta un compulsare il cellulare, pare anche con qualche scambio con Santiago Abascal, il leader di Vox. Ma da “Santi”, come lo chiama lei, non sono arrivate buone nuove.
[…] Il risultato spagnolo dunque è uno scossone al tentativo italiano di replicare in Europa l’asse tra popolari e nazionalisti: con tappa prima a Madrid e poi nel cuore delle istituzioni europee, fra un anno, dopo il voto del giugno 2024.
L’amaro in bocca resta soprattutto alla presidente del Consiglio, che molto si era spesa per la causa di Vox. Con tanto di comizio bis in favore di “Santi”, che ricalcava quello virale dell’ottobre 2021 col tormentone Yo soy Giorgia, soy una madre, soy cristiana. Il 13 luglio Meloni era stata più istituzionale, video- collegata a Valencia con la bandiera dell’Italia piazzata dietro.
Un simbolo: era già in charge, a Roma, augurando al collega Abascal di trovarsi nella stessa posizione a Madrid, da vice- presidente, qualche settimana dopo: «Serve un governo di patrioti anche alla Spagna», l’augurio. E lui ricambiava: «Speriamo di essere presto con te nelle istituzioni europee per difendere un’Europa unita e rispettosa degli Stati nazionali». […]