UNA COFANA AL COLLE? – MENTRE BERLUSCONI CONTINUA A COLTIVARE L’UTOPIA DEL COLLE, SALVINI SONDA I LEADER DEGLI ALTRI PARTITI - MENTRE FIOCCANO I PRIMI "NO" ALLA CANDIDATURA DEL CAV, NELL’AREA DI CENTRO PRENDE QUOTA L'IPOTESI LETIZIA MORATTI - LA PARTITA È ANCORA TUTTA DA INVENTARE E IL CENTROSINISTRA È PIÙ INDIETRO NELLA STRATEGIA - L’IDEA CARTABIA...
-Mario Ajello per "il Messaggero"
Matteo Salvini parte per primo, anche per recuperare sulla Meloni la centralità politico-mediatica che Giorgia si è conquistata con l'edizione di Atreju appena conclusa. Ma il suo sprint sulla partita Quirinale, non piace agli alleati: «Una fuga in avanti più mediatica che sostanziale», commentano in Forza Italia e in FdI.
E comunque, Salvini che vuol essere più king maker sia di Meloni (con la quale s' è scambiato messaggini) sia di Tajani sa che il centrodestra ha più numeri di tutti in Parlamento e cerca di sfruttare la situazione. La leader di FdI a sua volta è convinta che «se ci muoviamo bene, stavolta saremo determinati nella scelta del Capo dello Stato».
Muoversi bene significa che nessuno - leggi Salvini - deve sentirsi più forte dei colleghi di coalizione? Un primo risultato il giro di telefonate e di whatsapp di Salvini, ai vari leader di tutti gli schieramenti, però lo ha raggiunto. E' quello dell'appuntamento, a manovra di bilancio appena approvata, quindi subito dopo Natale, tra i leader e i capigruppo del centrodestra per un grande incontro di regia sulla questione Quirinale. La Meloni è pronta, e così Tajani, Cesa, Lupi. Non sarà un'assemblea o un ritrovo da bla bla, ma la prima riunione operativa sui possibili nomi in campo.
«Intanto speriamo di capire se Draghi sarà della partita oppure no», dicono i big del centrodestra. Salvini ieri ha sondato anzitutto Berlusconi. Lo chiama ad Arcore, e gli assicura: «La sua candidatura sarà il nostro regalo di Natale agli italiani». Insomma Berlusconi è per ora (in attesa che Draghi decida) il nome del centrodestra.
«Ma non voglio essere un candidato di bandiera», precisa Berlusconi e Salvini concorda. Anzi - e questa sembra essere una delle poche certezze in una partita ancora tutta da inventare e il centrosinistra è più indietro nella strategia rispetto al centrodestra - il nome di Berlusconi uscirà soltanto alla quarta votazione, quando servirà una maggioranza semplice per eleggere il Capo dello Stato.
E da qui al quel momento, i leader del centrodestra si aspettano che Silvio metta sul tavolo i numeri che sarà riuscito a raccogliere - tramite il pressing a tutto campo, compreso quello grillino - e che dovranno essere almeno 505. Berlusconi conta di riuscire a raggiungerli. E se i 451 voti del centrodestra li avrà tutti, gli basterà aggiungerne poco più di 50 (spera molto nei renziani, che sono 42, più i centristi dell'area Toti dove però va molto il nome di Letizia Moratti) e il gioco sarà fatto. Ma se il giro di telefonate di Salvini ha come sottotesto la candidatura di Berlusconi, nei primi contatti diplomatici destra-sinistra fioccano i no anti-berlusconiani da parte di dem e grillini.
CARTA CARTABIA Non è comunque sui nomi che hanno ruotato i contatti di ieri ma sul metodo: quello di vedersi e di non farsi la guerra su una figura di garanzia qual è il Capo dello Stato. Spiega Letta, il quale ha ricevuto la telefonata mentre era nello suo studio alla fondazione Arel: «Ci siamo dati appuntamento per un faccia faccia a manovra appena approvata». A Calenda, Salvini ha mandato questo whatsapp: «Carlo, per te è ok se ci vediamo dopo la manovra?».
Risposta: «Sì, certo». E commenta Calenda: «Salvini è l'unico che sta prendendo un'iniziativa. E' da 2 mesi che io dico invano al Pd e agli altri di vederci perché una cosa così importante, il possibile trasloco del premier al Quirinale, vale una discussione approfondita». Idem lo scambio di messaggi con Renzi: «Ci vediamo a gennaio». E con Conte: «Ci vediamo a gennaio». Tanti faccia a faccia di tutti con Salvini, ma ci saranno con lui nei vari incontri anche Meloni e Tajani. Se Berlusconi è sul piatto, crescono anche, e qui il discorso si potrebbe allargare al centrosinistra, le quotazioni di Letizia Moratti e di Marta Cartabia. Ma la road map è questa: la grande adunata quirinalizia del centrodestra intorno alla Befana e poi i vari bilaterali con gli altri partiti.