COME CAMBIA IL PD DOPO LO TSUNAMI SCHLEIN? ELLY OFFRE A BONACCINI IL RUOLO DI VICESEGRETARIO PER TENERE UNITO IL PARTITO E CERCA DI LIMITARE GLI APPETITI DEI VECCHI VOLPONI FRANCESCHINI-ORLANDO-ZINGARETTI-BETTINI CHE L’HANNO APPOGGIATA – SI SPACCANO GLI EX RENZIANI DI BASE RIFORMISTA: LOTTI È DECISO A USARE LA CORRENTE COME ARMA PER COMBATTERE LA SINISTRA CHE HA ESPUGNATO IL NAZARENO MENTRE GUERINI…

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Estratto dell’articolo di Giovanna Vitale per la Repubblica

 

 

ELLY SCHLEIN E STEFANO BONACCINI ELLY SCHLEIN E STEFANO BONACCINI

C’è una ragione se Stefano Bonaccini ed Elly Schlein hanno preferito incontrarsi da soli, a quattrocchi, senza scudieri, né portaborse al seguito. Una ragione che ha a che fare con un tema cavalcato da entrambi durante la lunga campagna per le primarie, ma diventato all’improvviso tabù: il cambio radicale della classe dirigente che ha gestito, non proprio alla grande, gli ultimi dieci anni di vita del Pd.

 

(...)

Il presidente emiliano lavorerà invece sul fronte degli sconfitti. Base riformista, la corrente di Lorenzo Guerini e Luca Lotti, potrebbe essere la prima a issare bandiera bianca. E dare l’esempio. Aumentare l’entropia disgregante cominciata nell’ultima fase della segreteria Letta. E segnalare che una stagione è finita e occorre aprirne una diversa. «Dalle primarie è arrivato un messaggio di discontinuità radicale», spiega un autorevole senatore di quell’area. «La vittoria di Schlein rappresenta una cesura netta: far finta che non sia successo nulla sarebbe un errore». Più facile a dirsi che a farsi. E non solo per via delle resistenze di chi è sfuggito alla rottamazione renziana e ora pensa di sopravvivere anche alla furia iconoclasta di Elly, che di Pd e delle sue dinamiche perverse conosce poco.

elly schlein stefano bonaccini 1 elly schlein stefano bonaccini 1

 

Qualche movimento, però, inizia a intravedersi. Base riformista, appunto, si sta dissolvendo a forza di addii. E la discussione interna s’è fatta cruenta: Guerini sarebbe disposto a chiuderla, mentre Lotti è deciso a usarla come arma per combattere la sinistra che ha espugnato il Nazareno. Tuttavia, ad avere la meglio potrebbe essere infine l’ex ministro della Difesa, convinto — insieme a Bonaccini — che il correntone debba trovare un orizzonte diverso: favorire la nascita di un’area nuova e più ampia, di matrice cattolica e moderata, che controbilanci la linea massimalista di Schlein, capace di aggregare tutti coloro che hanno appoggiato la mozione a lei avversa. Non solo i lettiani come Marco Meloni e Anna Ascani, ma pure gli indipendenti alla Graziano Delrio. Ma se la sconfitta, in questo caso, può venire in aiuto, la vittoria rischia di risultare un ostacolo. Non sarà una passeggiata persuadere Franceschini, Orlando, Zingaretti e tutti i big che hanno sostenuto la neo-segretaria a rinunciare al loro diritto di opzione sugli incarichi, magari non per loro, ma per i rispettivi adepti. Lo si intuisce dalle ipotesi di organigramma che iniziano a circolare. Per la segreteria, dove le poltrone si ridurranno per far spazio ai “nuovi riformisti”. E per i vertici dei gruppi parlamentari, che — anche qui — potrebbero essere divisi a metà. Uno schema che, è la scommessa, rischia di far impazzire i capi e far implodere le correnti dem.

BONACCINI SCHLEIN BONACCINI SCHLEIN BONACCINI SCHLEIN BONACCINI SCHLEIN STEFANO BONACCINI ELLY SCHLEIN - DIBATTITO A SKYTG24 STEFANO BONACCINI ELLY SCHLEIN - DIBATTITO A SKYTG24

 

 

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