COME DAGO-DIXIT, GIORGIA MELONI VUOLE “COMMISSARIARE” GIANCARLO GIORGETTI SULLA TRATTATIVA DEL NUOVO PATTO DI STABILITÀ: LA DUCETTA VUOLE NEGOZIARE IN PRIMA PERSONA LA RIFORMA AL CONSIGLIO EUROPEO DEL 15 DICEMBRE – ALL’ECOFIN DELL’8 L’ITALIA VOTERÀ LE NUOVE REGOLE SOLO SE RISULTERANNO “RISPETTABILI”. E, STANDO A QUANTO DICHIARA OGGI GIORGETTI (“ULTERIORI VINCOLI NON CONFORMI A OBIETTIVI”), NON SEMBRANO ESSERLO…
-
FLASH! - L’ARROGANZA DI “IO SO’ GIORGIA (E VOI NON SIETE UN CAZZO)’’ NON ACCENNA A DIMINUIRE: DOPO AVER SOSTANZIALMENTE DEPOTENZIATO IL MINISTRO DEGLI ESTERI TAJANI, HA DECISO CHE ANCHE QUEL SEMOLINO DI GIORGETTI NON SERVE NÉ APPARECCHIA. E STA PROVANDO A FAR SALTARE, ALZANDO L’ASTICELLA DELLE PRETESE, L’APPUNTAMENTO DEL MINISTRO DEL MEF DEL 7 DICEMBRE PER IL PATTO DI STABILITÀ PERCHÉ VUOLE ESSERE LEI A NEGOZIARLO AL CONSIGLIO EUROPEO DEL 15 DICEMBRE...
GIORGETTI, ULTERIORI VINCOLI SU PATTO NON CONFORMI A OBIETTIVI
(ANSA) - "La previsione di ulteriori vincoli rispetto a quanto proposto dalla Commissione potrebbe portare a un esito non pienamente conforme agli obiettivi della riforma così come delineati a partire dalla Comunicazione della Commissione stessa: vale a dire un assetto caratterizzato da semplicità e da un maggiore equilibrio tra gli obiettivi di crescita economica, di promozione della transizione ecologica e digitale, nonché di sostenibilità del debito pubblico". Lo ha detto il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti in audizione alle commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato sulla governance Ue.
PATTO UE: GIORGETTI, AGGIUSTAMENTO MINIMO DELLO 0,5% DEL PIL
(ANSA) - "L'aggiustamento di bilancio minimo richiesto agli Stati membri con deficit superiori al 3 per cento del Pil sarà pari allo 0,5 per cento del Pil, in termini strutturali, finché l'eccesso di disavanzo non sarà assorbito".
Lo ha detto il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti in audizione alle commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato sulla governance Ue. "I Piani - ha spiegato - costituiranno l'oggetto della sorveglianza economica, che continuerà ad essere effettuata dalla Commissione e dal Consiglio nell'ambito del semestre europeo.
La sorveglianza, che si baserà sulle relazioni sullo stato di avanzamento dei Piani nazionali presentate annualmente dagli Stati membri, andrà a valutare la congruità dell'andamento della "spesa primaria netta" effettiva con i Piani approvati. Gli eventuali scostamenti dell'aggregato di riferimento rispetto ai Piani concordati saranno registrati in un apposito conto di controllo.
GIORGETTI, REGOLE TROPPO STRINGENTI OSTACOLO ALLA CRESCITA
(ANSA) - "Non bisogna trascurare di ricordare che le esigenze di consolidamento dovrebbero essere compatibili con l'intento di favorire una crescita sostenibile e duratura dell'economia, che potrebbe essere ostacolata da vincoli eccessivi e regole troppo stringenti". Lo ha detto il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti in audizione alle commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato sulla governance Ue.
PATTO UE: GIORGETTI, REGOLE FISCALI SIANO MEZZO, NON FINE
(ANSA) - "Il governo è disposto a ricercare una soluzione, ma la stessa non deve tradursi in un sistema eccessivamente complesso e potenzialmente contraddittorio". Lo ha detto il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti in audizione alle commissioni Bilancio di Camera e Senato sulla governance Ue.
"L'Italia intende ridurre il debito in maniera realistica, graduale e sostenibile nel tempo, in un assetto che protegga e incentivi gli investimenti. Conclusivamente ritengo che le regole fiscali e di bilancio non siano il fine ma il mezzo", ha concluso: "Saremo coerenti con questo approccio".
"Il fine è la sostenibilità finanziaria, l'effettiva capacità di difesa del sistema di valori di libertà occidentali, la transizione ecologica che garantisca la sostenibilità ambientale. Il mezzo è un sistema di regole fiscali coerenti con queste finalità strategiche e che ne consentano la realizzazione", ha detto Giorgetti.
"Abbiamo condiviso - ha spiegato il ministro - l'impostazione generale della nuova riforma della governance, che si incentra sull'obiettivo di assicurare che la dinamica del debito segua una traiettoria sostenibile. D'altro canto, le sfide che stiamo e dovremo continuare ad affrontare nei prossimi anni richiederanno notevoli investimenti e le modalità del loro finanziamento non saranno neutrali rispetto al rispetto delle regole di bilancio.
Il pacchetto legislativo si compone di tre parti, ma l'accordo deve raggiungere un equilibrio complessivo". "La sostenibilità delle finanze pubbliche", secondo Giorgetti, "non può essere raggiunta attraverso percorsi di aggiustamento eccessivamente rigorosi, perché questo danneggia i fondamentali di crescita e peggiora la dinamica del debito nel medio e lungo periodo".
LA TRATTATIVA SUL PATTO FRENATA DALLA CRISI TEDESCA VERTICE A PALAZZO CHIGI
Estratto dell’articolo di Uski Audino e Ilario Lombardo per “la Stampa”
Un vertice subito, il prima possibile, prima di giovedì, quando l'Europa sceglierà quale sarà il proprio destino economico. Tra oggi e domani Giorgia Meloni riunirà a Palazzo Chigi Giancarlo Giorgetti e gli altri due leader della coalizione, Matteo Salvini e Antonio Tajani. Va compattato il governo su quale risposta dare al termine dei negoziati sulla riforma del Patto di Stabilità.
L'8 dicembre c'è l'Ecofin, e la sera prima una cena tra i ministri finanziari decreterà le nuove regole fiscali, che l'Italia voterà solo se risulteranno «rispettabili». È il termine usato da Meloni e Giorgetti per indicare che esiste una linea rossa non oltrepassabile: «O saremo in grado di rispettare queste regole o non lo voteremo».
Questa è la premessa attorno alla quale ruoterà il confronto tra i leader, in un clima di emergenza, dovuto anche all'incertezza delle trattative. Il ministro dell'Economia vuole un mandato politico pieno e la premier vuole assicurarsi che non ci saranno fughe in solitaria e ulteriori divisioni. Certo, non hanno aiutato, secondo Fratelli d'Italia, le parole di Salvini e dei suoi alleati di ultradestra contro la presidente della commissione Ue Ursula Von der Leyen e contro il commissario all'Economia Paolo Gentiloni.
L'incontro servirà anche a capire quali intenzioni ci saranno sul Mes. Dopo anni di battaglie per liquidarlo, Meloni ha fatto capire di essere pronta a dare l'ordine di ratificare in Parlamento la riforma del fondo salva-Stati (solo l'Italia non lo ha ancora fatto) dopo un buon compromesso sul Patto di Stabilità. L'incognita rimarrebbe la Lega: cosa farà Salvini e cosa faranno i suoi irriducibili. [...] Sui vincoli per il rientro del debito a medio-lungo termine Giorgetti si aspetta qualche sforzo in più. O spera almeno che andrà così, anche grazie alla sponda della Francia.
Sulla Germania, invece, è più difficile fare affidamento. Attraversata com'è da una spaccatura esistenziale all'interno dello stesso governo. La priorità che guida in questi giorni la coalizione di Berlino è l'ansia di fronte a una "crisi di bilancio", che paralizza l'azione politica e minaccia la stessa tenuta dell'alleanza tra socialdemocratici, verdi e liberali. Restano poche ore.
E la misura dell'urgenza la dà anche il fatto che il ministro dell'Economia e del Clima, Robert Habeck ha cancellato la sua partecipazione alla Cop28 di Dubai, pur di portare avanti le trattative e chiudere in tempo la legge di bilancio 2024. Se non si trova una soluzione entro il Consiglio dei ministri di domani, non si avranno i tempi tecnici per le tre letture al Bundestag e al Bundesrat, e sarà difficile evitare l'esercizio provvisorio. [...]