COME DAGO DIXIT, ORMAI LA MELONI L’OPPOSIZIONE CE L’HA DENTRO IL GOVERNO – DA VANNACCI, CORTEGGIATO DAL CARROCCIO, ALLA MANOVRA DI BILANCIO, AUMENTANO LE CREPE TRA LA MELONI E SALVINI – A FAR SALIRE LA TENSIONE CON FRATELLI D’ITALIA, LE INTERLOCUZIONI DELLA LEGA CON ALEMANNO E UN'INTERVISTA DEL CAPOGRUPPO LEGHISTA ROMEO (“SALVINI HA DIMOSTRATO DI SAPER FERMARE L'IMMIGRAZIONE. I VERI BLOCCHI NAVALI LI FECE LUI”) - DAGOREPORT

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Marco Cremonesi, Marco Galluzzo per il Corriere della Sera - Estratti

matteo salvini e giorgia meloni

 

La sua irritazione l'ha condivisa con pochi intimi, ma la freddezza fra Giorgia Meloni e Matteo Salvini è risultata evidente anche nel corso del Consiglio dei ministri di due giorni fa.

 

I rapporti fra i due sono formalmente buoni, stanzia senza screzi, ma di fatto si moltiplicano i motivi di incomprensione, che con una buona dose di pazienza la premier trattiene dietro un muro di riserbo, lasciando le considerazioni sul vicepremier a un contesto privato.

 

L'ultimo motivo di irritazione è legato all'atteggiamento di Salvini di fronte al caso del generale Vannacci, autore di un libro che riscuote successo ma che gli è costato un'azione disciplinare da parte del ministero della Difesa, un testo controverso, che ha suscitato polemiche, in cui il militare esprime opinioni, anche sul mondo lgbtqi+, criticate anche dentro la maggioranza.

MATTEO SALVINI GIORGIA MELONI

 

Ma la Lega, sin dai primi giorni della polemica, ha avuto un atteggiamento benevolo nei confronti del generale, sino all'offerta di una candidatura elettorale.

 

Per la premier, che appena due giorni fa, in Cdm, ha richiamato alla compattezza la maggioranza anche in vista delle elezioni europee, non è stato un bel segnale. 

 

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E le distanze fra i due alleati si possono allargare anche alla manovra di Bilancio in corso di scrittura, per la quale Salvini chiede più risorse (comprese quelle per il Ponte di Messina) di quante il Mef sia disposto a concedere.

 

lotta continua meme su giorgia meloni e matteo salvini by edoardo baraldi

A chiedere nella Lega, all'inizio si viene trattati da visionari. Si sente parlare degli incontri d'agosto tra la premier e Salvini, si ribadisce l'esistenza di un accordo per non pestarsi i piedi, si ricorda che «questo è il primo governo in cui la Lega può riconoscersi pienamente». Eppure, in Fratelli d'Italia c'è chi ha preso nota di quelle che sono considerate stonature. Non solo il «vieni con noi» a Vannacci del vicesegretario Andrea Crippa, ha ribadito ieri: «Le porte della Lega sono spalancate. Averlo con noi sarebbe una cosa ottima». Anche se nel partito si giura che «al momento non c'è nulla di concreto».

 

ROBERTO VANNACCI

Ma nel conto, FdI mette anche le interlocuzioni con Gianni Alemanno, un'intervista del capogruppo Massimiliano Romeo («Salvini ha dimostrato di saper fermare l'immigrazione. I veri blocchi navali li fece lui»), insomma il continuo accudire l'orto della destra più a destra. E allora, se si entra nel merito, nella Lega c'è chi sbotta: «Donzelli può apprezzare il generale e noi no?». E comunque, dice un senatore, «molto meglio che certi voti restino all'interno del centrodestra, dovrebbero essere d'accordo tutti». Anche se nel partito l'accordo è meno unanime del previsto: «Non è che tutti siano entusiasti di diventare un partito di estrema destra — sbuffa un parlamentare —. Così cambia tutta la nostra narrazione…».

 

 

 

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