COME SGOMITA CONTE PER NON FINIRE TRITURATO DAL PD – PEPPINIELLO APPULO, IN DIFFICOLTÀ NEI SONDAGGI, SI PRESENTA ALLA TESTA DEL CORTEO DEGLI “ESODATI DEL SUPERBONUS”, ORAI L’UNICO VESSILLO, INSIEME AL REDDITO DI CITTADINANZA, CHE NON GLI È STATO SCIPPATO DA ELLY SCHLEIN – TRA URLA E SLOGAN, A UN CERTO PUNTO INTERVIENE PER METTERE IN RIGA I MANIFESTANTI: “SE CONTINUANO GLI INSULTI A MELONI SONO COSTRETTO A LASCIARE IL CORTEO” – VIDEO
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Estratto dell’articolo di Domenico Di Sanzo per “il Giornale”
Superbonus batte antimafia. Detta così può sembrare stonata, forse troppo cinica, ma la nuova competizione tra Elly Schlein e Giuseppe Conte è fatta anche di realpolitik. Lei vola a Milano per la manifestazione in occasione della Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. Lui resta a Roma e va alla testa del corteo degli «Esodati del Superbonus».
«Grande presidente!», si sgolano i manifestanti. E poi: «Presidente! Presidente! Presidente!». Un balsamo ricostituente per Conte, che si mischia alla folla e stringe mani. Come ai vecchi tempi, come quando da Palazzo Chigi varava la discussa misura eliminata a febbraio scorso per decreto dal governo di Giorgia Meloni.
Il leader del M5s, dopo il congresso del Pd, si ritrova a sgomitare, a cercare spazi alternativi a quelli ora occupati dalla nuova reginetta del progressismo. Per ora il revival dell’alleanza giallorossa è ancora sulla carta. Meglio darsi da fare. […] E quindi c’è il no alle armi all’Ucraina, che i Cinque Stelle hanno rivendicato nell’Aula del Senato durante le comunicazioni della premier in vista del Consiglio Europeo del 23 e 24 marzo. E c’è il Superbonus. Forse l’unico altro vessillo pentastellato che non sarà sottratto a Conte dalla nuova torcida rossa del Pd.
Conte si toglie la cravatta e plana su una protesta calda, quella andata in scena ieri a Piazza della Repubblica, a Roma. Una marcia tanto infuocata che, a un certo punto, l’ex premier indossa i panni del pompiere e mette in riga gli «esodati». Ed eccolo, l’avvocato del popolo italiano che blandisce la canea. «Se continuano gli insulti ai membri del Governo sono costretto a lasciare il vostro corteo. Il M5S è qui con voi per denunciare un problema e risolverlo non per insultare Meloni e i membri del governo», arringa Conte armato di megafono. La carota e il bastone.
Quello che estrae dalla pochette quando scandisce fiero: «Il M5S non volge le spalle a chi ha contribuito a far crescere l’Italia». Tradotto: il governo vi ha voltato le spalle. La piazza approva: «Il M5S è l’unica forza politica al nostro fianco, gli altri partiti non ci sono». […] E a chi gli chiede di un derby con le piazze del Pd, Conte replica velenoso: «Nessun derby, noi risolviamo problemi». Sembra quasi un’escalation.