UN COMMISSARIO NELLA CRUNA DELL'AGO - ARCURI INVIA SIRINGHE SBAGLIATE IN PIEMONTE, LIGURIA, LOMBARDIA, UMBRIA E MOLISE: NON SONO IDONEE ALLA SOMMINISTRAZIONE DEL VACCINO PFIZER - SI TRATTA DI DISPOSITIVI DA 5 MILLILITRI ANZICHÉ DA 1, QUINDI TROPPO GRANDI PER IL PRELIEVO PRECISO DEL VACCINO - ALDO GRASSO: “TUTTE LE VOLTE CHE ARCURI PARLA RICORDA LA FRASE CLOU DE ''IL MARCHESE DEL GRILLO'': ‘MI DISPIACE, MA IO SO' IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’. ANCHE SE POI LA INFIOCCHETTA DI ANGLISMI TIPO VACCINE-DAY, ACCOUNTABILITY, CALL”

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1 - «ARCURI HA INVIATO LE SIRINGHE SBAGLIATE» E I GOVERNATORI LE CERCANO IN FARMACIA

Claudia Guasco per “Il Messaggero

 

DOMENICO ARCURI

Siringhe sbagliate inviate in Piemonte, Liguria, Lombardia, Umbria e Molise. «Non sono idonee alla somministrazione del vaccino Pfizer. Si tratta di dispositivi da 5 millilitri anziché da 1, quindi troppo grandi per il prelievo preciso del siero, dal momento che una dose equivale a 0,3 millilitri», spiegano i medici che hanno ricevuto le forniture dalla struttura commissariale presieduta da Domenico Arcuri.

 

Un problema in più, visto che la campagna vaccinale va già a rilento per mancanza di medici e infermieri. Se si aggiunge la carenza di materiali, mantenere la tabella di marcia diventa oltremodo complicato.

 

LUCA ZAIA

EMERGENZA

Per ora gli ospedali incappati nel disguido hanno tappato la falla ricorrendo ai propri magazzini o acquistato le siringhe giuste. È c'è anche chi si è mosso in anticipo, come il governatore del Veneto Luca Zaia che il 27 dicembre annunciava: «Ho dato disposizione che si comprino le siringhe, può capitare che non arrivino e mi veniva l'ansia al pensiero. Oggi stiamo utilizzando le nostre per la vaccinazione».

 

Il primo intoppo si registra in Piemonte proprio il giorno del V-day: da Roma arrivano aghi da 16 millimetri normalmente usati per le somministrazioni sottocutanee, però la profilassi anti Covid richiede l'inoculazione per via intramuscolare con aghi da 25 millimetri. Poi le siringhe. Per il siero di Pfizer ne occorre una da 3 millilitri per diluirlo e una da 1 millilitro per l'iniezione, ma quelle che arrivano sono da 5 millilitri. I medici piemontesi non possono usarle: «Serve la corretta graduazione delle dosi, non possiamo aspirare 0,3 millilitri con una siringa da 5».

 

ATTILIO FONTANA

Altra Regione, altro disguido. Alla Lombardia sono stati spediti 46 mila pezzi non adatti. «Nel primo kit, arrivato mercoledì 30 dicembre, erano presenti le siringhe da 5 ml, che non servono, e quelle da 3 ml, per la diluizione del vaccino. Mentre mancavano quelle da 1 ml, necessarie per inocularlo. La consegna successiva invece è stata regolare: erano comprese anche le siringhe da 1 ml», dice Carlo Nicora, direttore generale del Policlinico San Matteo di Pavia. «Abbiamo potuto svolgere le vaccinazioni in programma con siringhe che avevamo in magazzino».

 

GIOVANNI TOTI MATTEO BASSETTI

Stesse difficoltà in Liguria, spiega il governatore Giovanni Toti, che non ha ricevuto le siringhe a 1 millilitro: «Le avevamo in casa, per cui non c'è stata alcuna ripercussione sulla campagna vaccinale, ma ci vorrebbe più attenzione».

 

Altrettanto ha fatto l'agenzia regionale del Molise e peggio è andata all'Umbria: Perugia, capofila del piano vaccini dotata dei frigoriferi per conservare le fiale a meno 80 gradi, ha avuto solo le siringhe da 5 ml, ha attinto alle farmacie interne e contattato i fornitori per un approvvigionamento immediato.

 

LOTTI

roberto speranza domenico arcuri

Il commissario Arcuri ha acquistato un miliardo e mezzo di siringhe di vario tipo per far fronte al piano di profilassi. Come si legge sul sito del governo, il primo lotto comprende quelle da 1 ml, di cui 7 milioni sono già state consegnate a fine dicembre. Il secondo lotto riguarda quelle per la diluizione da 2, 3 e 5 ml, mentre il terzo lotto quelle da 10. Alcune siringhe hanno caratteristiche particolari, come le luer lock, cioè di precisione, sono più care e difficili da reperire sul mercato. Ma è il modello consigliato dall'Aifa per ottenere quante più dosi possibili da ogni flaconcino Pfizer. «Polemica chiusa», archivia la questione Arcuri.

 

2 - SORDI E QUELLA BATTUTA CHE RICORDA TANTO L'ATMOSFERA DI CERTI TALK

Aldo Grasso per il “Corriere della Sera

 

DOMENICO ARCURI CON LA MASCHERINA CALATA SOTTO IL NASO

Martedì sera, Rete4 ha riproposto il film di Mario Monicelli Il Marchese del Grillo (1981): potrebbe diventare il film manifesto della rete, e non solo. Nella Roma papalina del 1809 il marchese Onofrio del Grillo (Alberto Sordi), nobile romano alla corte di papa Pio VII, trascorre le sue giornate frequentando bettole e osterie, coltivando relazioni amorose clandestine con popolane e tenendo un atteggiamento ribelle agli occhi di sua madre e della parentela conservatrice, bigotta e autoritaria. Ribelle per modo di dire (Porro, Giordano, Veronica Gentili). La frase clou del film è nota: «Mi dispiace, ma io so' io e voi non siete un cazzo!».

 

domenico arcuri by osho

Tutte le volte che parla, mi sembra sempre di vederla in bocca al «Commissario a Tutto» Domenico Arcuri, anche se poi la infiocchetta di anglismi (vaccine-day, accountability, call). Le giustificazioni di chi ci governa (i ritardi, l'impreparazione, l'improvvisazione) assomigliano molto ai motivi per cui il Marchese si rifiuta di pagare l'ebanista Aronne Piperno.

 

La colpa è sempre dei precedenti governi: «E in più, tu sei giudeo, e i tuoi antenati falegnami hanno fabbricato la croce dove hanno inchiodato nostro signore Gesù Cristo, posso essere ancora un po' incazzato pe' sto fatto?».

 

DOMENICO ARCURI

Per dire: Matteo Salvini sbraita sempre contro il governo, ma la Lega in Lombardia dov'è? Il Marchese va a teatro (Teatro d'Alibert, in scena La cintura di Venere con donne vere) e si accende una discussione sulle riforme introdotte dai francesi, sugli artisti e sugli intellettuali. Il nobile tronca così la discussione: «La verità è che nun avete niente da di'». Sembra uno dei tanti talk della rete, il coro dei fuori coro, l'intrepida pattuglia dei retequattristi che sbraitano sempre, si danno sulla voce. A cominciare dal prode Giordano che s'agita, urla, s'avventa sulle telecamere per spaventare lo spettatore: e nun c'ha niente da di'.