LA COMMISSIONE CHE VERRÀ - URSULA VON DER LEYEN HA DUE MESI PER METTERE INSIEME LA SUA SQUADRA - GIÀ NOMINATI LA ESTONE KADRI SIMSON (TRASPORTI O MERCATO INTERNO), LO SPAGNOLO JOSEP BORRELL (ALTO RAPPRESENTANTE PER LA POLITICA ESTERA) - IL LETTONE DOMBROVSKIS VUOLE GLI AFFARI ECONOMICI - TIMMERMANS POTREBBE OCCUPARSI DI SICUREZZA E MARGRETHE VESTAGER DI DIGITALE

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Marco Bresolin per “la Stampa”

 

DAVID SASSOLI URSULA VON DER LEYEN

Ventisei caselle da completare (27 in caso di rinvio della Brexit) con almeno tredici donne. Ursula von der Leyen ha soltanto due mesi tempo (pausa estiva inclusa) per mettere a punto la sua squadra con le pedine che le saranno fornite dai governi Ue. Non sarà semplice trovare uno schema di gioco equilibrato e funzionale.

 

La prossima presidente della Commissione europea si insedierà il 1 novembre, però il team von der Leyen dovrà essere pronto con almeno un mese di anticipo. Già dal 30 settembre partiranno le audizioni dei commissari davanti agli eurodeputati e il 22 ottobre a Strasburgo ci sarà la votazione finale sull' intero esecutivo Ue. Per questo sin da ieri si è messa subito al lavoro attivando tutti i canali diplomatici.

 

URSULA VON DER LEYEN

Va detto che molti Paesi hanno già indicato il nome del loro commissario. Il che da un lato semplifica le cose, ma dall' altro le complica. Le semplifica perché parte del lavoro è già fatta, ma le complica perché i nomi sul tavolo al momento non soddisfano l' equilibrio di genere. Tolta la presidente, sono dodici i candidati proposti ufficialmente dai rispettivi governi. Ma le donne soltanto quattro. Per questo ci sarà un pressing sui Paesi che ancora non hanno deciso, Italia in primis, per far sì che l' annunciata quota del 50% sia rispettata. "Diversamente chiederò di proporre altri nomi" ha ribadito la tedesca.

 

DAVID SASSOLI URSULA VON DER LEYEN

Nella sua squadra saranno almeno sette i commissari uscenti: il primo vicepresidente Frans Timmermans e l'altra vicepresidente con ruolo "esecutivo", Margrethe Vestager. L'olandese potrebbe occuparsi di Sicurezza e immigrazione, la danese di Digitale. Ma nulla è deciso, anche perché a uno dei due dovrebbe finire il super-portafoglio a Clima ed energia. Restano a Bruxelles anche il lettone Valdis Dombrovskis (che punta agli Affari Economici), lo slovacco Maros Sefcovic (avrà un ruolo di primo piano), la bulgara Mariya Gabriel (Sofia vorrebbe conservare l' economia digitale), l' austriaco Johannes Hahn e l' irlandese Phil Hogan (verso il Commercio).

DOMBROVSKIS

 

Già nominati anche la estone Kadri Simson (Trasporti o Mercato interno), lo spagnolo Josep Borrell (Alto rappresentante per la politica estera), il lussemburghese Nicolas Schmidt (ambisce agli Affari Sociali), l' ungherese Laszlo Tocsanyi (Orban vuole l' Allargamento) e la finlandese Jutta Urpilainen (verso la Ricerca e sviluppo).

 

Tra gli uscenti potrebbe essere riconfermata la ceca Vera Jourova, ma non è scontato. La Polonia preme per avere l' Energia e potrebbe proporre la ministra Jadwiga Emilewicz.

Nei giorni scorsi von der Leyen aveva detto di voler chiedere due nomi - un uomo e una donna - a tutti i governi. Ma difficilmente la sua richiesta verrà esaudita.

 

FRANS TIMMERMANS

Per ora sembrano pronti a farlo solo Malta, la Svezia e la Croazia. La Valletta proporrà Helena Dalli (ministro per gli Affari Ue) ed Edward Scicluna (ministro delle Finanze), anche se quest' ultimo teme di essere impallinato per via del suo coinvolgimento nei Panama Papers. Stesso schema anche a Stoccolma: per sostituire Cecilia Malmstroem si parla di Ann Linde o di Ylva Johansson, ma i Verdi spingono per l' eurodeputata Isabella Lovin.

Gli svedesi vogliono conservare il portafoglio al Commercio, ma guardano anche al Clima o agli Affari Sociali. I croati puntano alle politiche regionali (fondi Ue) e faranno i nomi di Zdravko Maric (ministro delle Finanze) o di Gabrijela Zalac (che si occupa proprio di Fondi Ue).

 

vestager

Anche il Portogallo vorrebbe gestire i fondi europei e pensa all' eurodeputato Pedro Marques. La Slovenia è interessata all' Allargamento (si parla dell' attuale ambasciatore Ue Janez Lenarcic o dell' eurodeputata Tanja Fajon), idem la Romania (che guarda pure ai Trasporti). Per Bucarest potrebbero scendere in campo il ministro delle Finanze (Eugen Teodorovici) o addirittura la premier Viorica Dancila.

 

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La Grecia vuole mantenere il controllo dell' immigrazione, ma spera anche nell' energia ed è pronta a schierare l' ex premier Antonis Samaras. Emmanuel Macron non ha ancora scoperto le carte: in pole ci sono Pascal Canfin (per il Clima) e il ministro Bruno Le Maire (agli Affari Economici). Per l' Italia ci sono dunque buone possibilità di ottenere la Concorrenza, ma tutto dipenderà dal nome del commissario.