PER CONDANNARE IL PD ALL’OPPOSIZIONE ETERNA NON C’E’ NULLA DI MEGLIO DI ELLY SCHLEIN – LA VICEPRESIDENTE DELLA REGIONE EMILIA SCENDE IN CAMPO: "PARTECIPO AL CONGRESSO PD, NON STO A GUARDARE" – FIGLIA DI LUMINARI, BISESSUALE, AMAZZONE LGBTQ, EBREA ASCHENAZITA MA ANTI ISRAELE, LA SINISTRATA CHE SEMBRA USCITA DA UN FILM DI GUADAGNINO E’ SOSTENUTA DA FRANCESCHINI (CHE AUSPICA UN TICKET CON NARDELLA) - LEI SI SCAGLIA CONTRO LE CORRENTI: "ANCORA SI PENSA CHE DIETRO UNA DONNA DEVE ESSERCI SEMPRE UN UOMO CHE LA SPINGE" (IN CHE SENSO?) - COSA FARANNO ORLANDO E BETTINI?
Silvia Bignami per repubblica.it
Elly Schlein fa un passo avanti. Aderisce "con grande piacere" al percorso costituente del Pd, e di fatto si rende disponibile a correre per la segreteria. Non da sola però, ma "con tante e tanti" che vorranno accompagnarla: "Ci sono, ma serve un percorso collettivo". Di sicuro "non resto a guardare - dice - C'è già una nuova classe dirigente che aspetta una opportunità. Forse è proprio questa. Ascolterò le tante reti che ci sono in questa società. Non è oggi il momento di avanzare corse solitarie, ma è il momento di costruire una visione collettiva insieme. Diamoci un appuntamento. Riconciliamoci con i mondi fuori che non si sono sentiti accolti". Una chiamata a incontrarsi, insomma, per partire tutti insieme.
In una diretta Instagram, la parlamentare, ed ex vicepresidente della Regione Emilia Romagna, spiega: "Finora non ho voluto alimentare un processo troppo schiacciato sui nomi. Ho visto anche il mio nome circolare e ho parlato con tante e tanti di voi di cosa serve per sciogliere i nodi irrisolti e le contraddizioni di questi anni. Io trovo molto significativa l'apertura di un processo costituente e ricostituente del Pd dopo la botta delle elezioni. E' un gesto non scontato.
Ora - prosegue - non serve solo una frettolosa corsa a cambiare il gruppo dirigente, ma una riflessione larga e aperta su cosa vogliamo diventare. A me interessa aderire a questo percorso per portare un contributo di proposte. Non certo da sola, ma con tante e tanti altri che hanno condiviso queste proposte".
Schlein precisa anche di voler mettere insieme una rete di movimenti che riconcili il Pd con tutta la società fuori che si è allontanata dai partiti della sinistra: "Teniamoci strette e teniamoci stretti" dice la parlamentare: "Io non ho mai creduto che le traiettorie individuali possano cambiare le cose, sono le traiettorie collettive che contano. Affolliamo questo percorso, dobbiamo essere parte del cambiamento. Qui si apre una occasione nuova. Nove anni fa non ci fu l'apertura e l'intelligenza di fare autocritica, per riconnettersi con i bisogni essenziali delle persone. Se si apre una opportunità di questo tipo che facciamo? Stiamo a guardare? Io credo di no. Dobbiamo rimettere in discussione tutto. L'unico modo per riuscirci è vivere questo cambiamento. Serve una casa comune".
Tenendosi lontano però dalla cooptazione delle correnti: "Scalziamo quelle dinamiche di cooptazione che abbiamo visto spesso: tra le tante ricostruzioni alcune mi hanno fatto sorridere. In questo Paese ancora si fa fatica a pensare che una donna possa farsi strada senza che ci sia un uomo che la spinge da dietro. Finora ho sempre rifiutato la cooptazione, non le seguirò certo adesso. C'è già una nuova classe dirigente, se le si da una occasione. Forse è proprio questa." E forse si deve partire anche dalle Regionali in Lombardia e Lazio, dove il centrosinistra si presenta di nuovo diviso: "La maggioranza mostra le prime divisioni, ma anche il campo progressista si dimostra diviso. E' irresponsabile proseguire in queste divisioni, anche in vista degli appuntamenti regionali".
Elly Schlein sarà dunque della partita. Una decisione che arriva dopo che a lungo il suo nome è stato tirato in ballo nell'ambito del congresso dem, con le correnti e diversi dirigenti nazionali del partito che, nonostante non vi fosse alcun accordo con Schlein, hanno tentato di riposizionarsi anche sul suo nome. Schlein, che è stata per due anni vicepresidente della Regione Emilia Romagna, potrebbe affrontare nell'assise Pd, se dovesse proseguire nella sua corsa, l'attuale numero uno dell'Emilia Romagna Stefano Bonaccini, pure lui disponibile a correre per la segreteria, con l'appoggio di tanti amministratori e dell'ala riformista del partito. Un derby tra il numero uno dell'Emilia Romagna e la sua ex vice, mentre sempre emiliano romagnola è pure la terza candidata per ora in campo, la piacentina Paola De Micheli, che oggi presenterà la sua candidatura al circolo Pd di Bologna Passepartout.
Si vedrà se davvero questa sarà la gara. Per arrivarci infatti restano ancora aperti molti passaggi, dall'assemblea nazionale (probabilmente il 19 novembre) che dovrà fissare le regole della contesa congressuale, al voto nelle sezioni, durante il quale verranno selezionate le candidature: solo i primi due classificati nel voto degli iscritti accederanno poi alle primarie aperte, che secondo le regole (modificate da Nicola Zingaretti) si trasformeranno così in un ballottaggio.
La data votata dalla direzione per le primarie, il 12 marzo, è stata approvata come mediazione tra le anime del partito, profondamente spaccato tra chi chiede tempi rapidi e chi invece avrebbe voluto un percorso costituente anche di un anno. Bonaccini insiste però da tempo per accorciare i tempi, supportato anche da un gruppo di oltre 150 amministratori, e da una lettera al Nazareno sottoscritta da una pattuglia di democratiche tra cui l'europarlamentare Elisabetta Gualmini. Letta aveva nella sua "chiamata" alla costituente aperto alla possibilità di accorciare i tempi. Se davvero, come sembra, sarà possibile farlo, toccherà all'assemblea nazionale Pd provarci.