CONSIDERATE LA VOSTRA INGERENZA – OGGI IL PRESIDENTE DEL COPASIR, ADOLFO URSO, MINIMIZZA, MA DUE SETTIMANE FA AVEVA LANCIATO L’ALLARME SULLE POSSIBILI INFLUENZE STRANIERE SULLE ELEZIONI: IN UNA LETTERA INVIATA AI PRESIDENTI DI CAMERA E SENATO, MENZIONAVA ANCHE IL RAPPORTO TRA ALCUNI PARTITI EUROPEI E IL CREMLINO (RICORDATE I FAMOSI “ACCORDI DI COOPERAZIONE” CON LA LEGA?) – SE SI SCOPRISSE CHE DIETRO L’INTERCETTAZIONE DI CAPUANO C’È UNA’INTELLIGENCE STRANIERA, QUELLA NON SAREBBE PURE UN’INGERENZA?
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1 - COPASIR: URSO, AVEVAMO GIÀ LANCIATO ALLARME SU INGERENZE ESTERNE
(ANSA) - Il Copasir due settimane fa aveva già lanciato l'allarme sulle possibili ingerenze esterne sulle elezioni, oggi al centro del dibattito politico dopo le rivelazioni fatte da 'La Stampa' sulle interlocuzioni tra la Lega e Mosca.
Lo rivela oggi 'Il Foglio', pubblicando lo stralcio di una lettera inviata 14 giorni fa da Adolfo Urso, presidente del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, ai presidenti di Senato e Camera, Elisabetta Casellati e Roberto Fico.
"Vi chiedo di sensibilizzare il Parlamento a occuparsi delle possibili ingerenze esterne sugli eletti in vista dei prossimi mesi", scriveva Urso, quando ancora il governo Draghi non era caduto e non era iniziata la campagna elettorale.
Nella lettera del presidente del Copasir, secondo quanto riportato da 'Il Foglio', si faceva riferimento anche a una risoluzione del 9 marzo votata dal Parlamento europeo "sulle ingerenze straniere nella politica dei paesi Ue e sulla disinformazione frutto del lavoro svolto dalla speciale commissione istituita dal Pe".
'Il Foglio' ricorda che nella relazione approvata da Strasburgo sul giro di vite alle ingerenze straniere nella vita politica degli altri Paesi "si menzionava anche il rapporto tra alcuni partiti europei e la Russia. In particolare Russia unita, partito di Vladimir Putin.
E cioè i famosi "accordi di cooperazione" tra il partito di Mosca e la Lega nord. Senza dimenticare l'austriaco Freiheitliche Partei Österreichs, il francese Rassemblement National, il tedesco Afd, gli ungheresi Fidesz e Jobbik e il Brexit Party nel Regno Unito".
2 - URSO AVVERTE: SUL TEMA CI SONO STATE RASSICURAZIONI TENIAMO FUORI IL COPASIR DALLA CAMPAGNA ELETTORALE
Marco Galluzzo per il “Corriere della Sera”
La verifica è partita. E Adolfo Urso, esponente dei Fratelli d'Italia, presidente del Copasir dal 9 giugno dello scorso anno, ne discute con gli altri componenti del Comitato quando sottolinea che è già stato chiesto ai vertici della nostra intelligence se ci sono evidenze di ingerenze straniere sugli interessi strategici nazionali. Ma non solo.
Perché la stessa domanda in forma scritta è stata posta al sottosegretario Gabrielli che ha risposto con un documento che è secretato ma che è sostanzialmente negativo. E almeno altre 3 volte nel corso delle audizioni con i vertici dei nostri servizi di sicurezza, la risposta è stata sempre la stessa: secondo le attività svolte da parte dei nostri apparati non ci sono evidenze di un ruolo invasivo della Russia nelle dinamiche politiche interne al nostro Paese.
Sull'autenticità o la provenienza delle rivelazioni emerse sui contatti fra esponenti dell'ambasciata russa in Italia e persone vicine alla Lega, Urso non vuole esprimersi, ma si sente di mettere la mano sul fuoco sull'attività dei nostri 007: sono mesi che il Comitato ha un'interlocuzione con i servizi sulle possibili ingerenze di Mosca nelle dinamiche politiche interne, le risposte ricevute sono state sempre le stesse e rassicuranti.
Perché - questa è la linea - non esistono elementi che dicano che i nostri interessi nazionali sono stati intaccati, compromessi, eterodiretti.
Urso lo ha detto anche a chiare lettere prima di partecipare ad una riunione del suo partito: «Ha già chiarito il sottosegretario Gabrielli con una dichiarazione che non lascia adito a dubbi. Il Comitato si è occupato di questa vicenda in tempi non sospetti ottenendo informazioni e rassicurazioni dall'autorità di governo e dall'intelligence. Credo che la dichiarazione di Gabrielli sia sufficiente a evitare che il Copasir sia usato per campagne elettorali. Noi siamo un'istituzione e dobbiamo garantire anche questo».
L'atteggiamento e la postura di Urso sono dunque allineati ad un profilo istituzionale che cerca di sottrarsi a qualsiasi tipo di strumentalizzazione di eventuali notizie di stampa.
Viene da chiedersi, di fronte a quanto scritto dal quotidiano La Stampa , di quali fonti di intelligence si tratti se non sono italiane: nelle conversazioni ufficiose delle ultime ore, in cui fanno capolino anche esponenti del Copasir, non si tralascia alcuna ipotesi, compresa quella che alcune intercettazioni siano di marca straniera.
Ovviamente tutto è fonte di valutazione, anche eventuali millanterie, o dinamiche che tanto assomigliano ad un'ingerenza sui nostri interessi ma che evidentemente i nostri servizi "pesano" in modo diverso.
Sembra di capire che eventuali contatti, relazioni, tentativi di accreditare un'influenza sulla nostra politica, vengano seguiti e osservati sino al punto del riscontro di efficacia, che al momento, almeno nella versione ufficiale, non è mai arrivato.
Altra cosa è dire che i russi non ci provino, ma questo non riguarda il perimetro di controllo del Copasir, che per mandato segue l'attività dei nostri Servizi e cerca di capire se sono mai emerse prove di un'ingerenza straniera che abbia colpito gli interessi nazionali in modo efficace.
C'è poi il dato di una campagna elettorale che è già entrata nel vivo e da questo punto di vista Urso non ha alcuna intenzione di cedere alle richieste del Pd, o di Italia Viva, o di altri partiti, di aprire un programma nuovo di audizioni con al centro Salvini e le relazioni di esponenti vicini alla Lega con la Russia: la prossima settimana il capo del Dis, Elisabetta Belloni, verrà ascoltata dal Comitato sulla guerra in Ucraina, la situazione in Libia, ma ufficialmente l'agenda non cambia.
Ciò non toglie che «tutti possono chiedere quello che vogliono», continua Urso, ma guai a strumentalizzare l'attività del Comitato per finalità di campagna elettorale. Sarebbe inammissibile. Certo, ricorda Urso, la Russia negli ultimi sette anni nei confronti dei Paesi europei ha prodotto 14 mila fake news che sono state documentate, poco meno di 200 al mese, e tante riguardano anche l'Italia: notizie false, filmati costruiti artificialmente, una macchina di disinformazione monitorata in modo chirurgico sia Washington che a Bruxelles. Ma questa è un'altra storia.