LA CONSOB, IL CAMPIDOGLIO, LA CORTE D’APPELLO DI MILANO: LA CARRIERA “SULL’OTTOVOLANTE” DI CARLA ROMANA RAINERI – IRONIA DELLA SORTE, LA MAGISTRATA, INDAGATA NELL’INCHIESTA SUI DOSSIERINI, AVEVA RICHIESTO ACCESSI ILLEGALI SUL MARITO E UN PARENTE, È “RESPONSABILE DELLA PROTEZIONE DEI DATI” ALLA CORTE D’APPELLO DI MILANO – 24 ORE PRIMA DELLA PERQUISIZIONE DEL SUO UFFICIO, RAINERI AVEVA OTTENUTO UNA VITTORIA IN UNA CAUSA CONTRO UN MAGISTRATO TRIBUTARIO CHE L'AVEVA DENUNCIATA - LA STIMA PER MARCELLO MINENNA E LA BREVE ESPERIENZA DA CAPO DI GABINETTO DI VIRGINIA RAGGI...
-Estratto dell’articolo di L. Fer. per il "Corriere della Sera"
«Responsabile della protezione dei dati» all’interno della Corte d’Appello di Milano.
Trasmette involontario umorismo la qualifica di Carla Romana Raineri sul sito online dell’ufficio, ora che la presidente della I sezione civile della Corte d’Appello […] si ritrova indagata in una diramazione dell’inchiesta sugli accessi abusivi sulla sfera privata di suo marito operati dalla agenzia Equalize srl di Enrico Pazzali e dell’ex superpoliziotto Carmine Gallo: quelli condotti sul marito della 69enne magistrata piacentina, la quale per la Procura sarebbe stata consapevole della illiceità di quelle modalità di ricerche, se non addirittura promotrice di quei metodi spicci («Poi se volete pure intercettarlo abusivamente...») in una vicenda familiare a cavallo tra sentimenti e patrimonio.
Quando lo scorso venerdì pomeriggio il suo ufficio è stato perquisito, Raineri neanche aveva avuto il tempo di godersi — appena 24 ore prima — il vittorioso contropiede di uno dei tanti turbolenti capitoli della sua parabola professionale: l’ottenimento in Tribunale a Roma della condanna (1 anno e 9 mesi per calunnia e diffamazione aggravata, più 60.000 euro di risarcimento) di un magistrato tributario che nel 2020 in una denuncia l’aveva accusata di aver utilizzato l’«Associazione Piacenza Arte» (da lei presieduta) «per invitare alcuni giudici che hanno votato e fatto votare alle elezioni del CPGT», e d’aver pagato loro vitto e alloggio «evidentemente a titolo di utilità in cambio del voto».
Sull’ottovolante, del resto, Raineri è spesso salita e scesa anche fuori dal perimetro giudiziario di giudice specializzata in materia finanziaria, al timone della delicata sezione d’Appello che tra l’altro riesamina le sanzioni inflitte a società e banche da Consob e Banca d’Italia per reati di Borsa.
Più volte Raineri, estimatrice dell’ex dirigente Consob poi direttore generale dell’Agenzia delle Dogane, Marcello Minenna, si ritrova in scia al lavoro del prefetto Francesco Paolo Tronca: come quando sotto la sua gestione commissariale post Mafia Capitale diventa dal dicembre 2015 al giugno 2016 capo dell’anticorruzione del Comune di Roma.
Nominata capo di gabinetto dalla sindaca grillina Virginia Raggi, resta soltanto 40 giorni dal 22 luglio al 31 agosto, alle prese con le polemiche sul suo stipendio di 193.000 euro lordi l’anno, le frizioni con i due collaboratori della sindaca Romeo e Marra, e infine la bocciatura del suo incarico espressa da un parere dell’Anac di Raffaele Cantone.
Periodo che condensa in «Brevi cronache dai palazzi della capitale. Esperienze romane di un magistrato», libro con la prefazione di Vittorio Sgarbi. Ora, mentre al Csm rischia una pratica di «incompatibilità ambientale», protesta la propria «estraneità agli illeciti […], non avendo mai sollecitato né avallato la commissione di reati da parte di professionisti di chiara fama».