CONTE E IL FANTOMATICO "DELITTO ANDREOTTI"  GRAMELLINI SULLO SCIVOLONE DI PEPPINIELLO APPULO: "L’EX PREMIER E’ LO STESSO CHE NELL’EVOCARE PIERSANTI MATTARELLA, IL FRATELLO DEL CAPO DELLO STATO ASSASSINATO DALLA MAFIA, LO DEFINÌ GENERICAMENTE 'UN CONGIUNTO'. QUANDO CONFUSE (SI SPERA) L’8 SETTEMBRE CON IL VENTICINQUE APRILE, INVECE, NON SI TRATTÒ DI GAFFE MA DI AUTENTICO AMMUTINAMENTO NEI CONFRONTI DEI MANUALI DI TERZA MEDIA” – VIDEO

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Estratto dell'articolo di Massimo Gramellini per il Corriere della Sera

 

giuseppe conte

Può bastare un lapsus a impiccare un uomo, un politico, uno statista? Mercoledì, nel suo discorso alla Camera davanti a Giorgia Meloni, il vicecapo dell’opposizione Giuseppe Conte ha parlato del «delitto Andreotti», mai esistito, volendo in realtà alludere al «delitto Matteotti». Sui social lo hanno crocifisso, ma a chi non è mai capitato di sbagliare una parola e di accorgersene solo quando ormai gli era già scappata di bocca?

 

Diverso è il caso di quel presidente del Consiglio che, nell’evocare Piersanti Mattarella, il fratello del Capo dello Stato assassinato dalla mafia, lo definì genericamente «un congiunto» per non correre il rischio di sbagliarne il nome e il grado di parentela, a lui evidentemente ignoti. O di quell’altro premier che, nel commemorare la drammatica ricorrenza dell’armistizio, della fuga del Re e della consegna di mezza Italia e dell’intero esercito ai nazifascisti, definì l’Otto Settembre «una data particolarmente simbolica della storia patria perché pose fine a un periodo buio e diede inizio a un periodo di ricostruzione prima morale e poi materiale, il miracolo economico», confondendolo (si spera) con il Venticinque Aprile. Altro che gaffe o bisticcio verbale momentaneo: lì si trattò di un autentico ammutinamento nei confronti dei manuali di terza media.

giulio andreotti
giuseppe conte manifestazione esodati del superbonus 2
intervento di conte alla camera