CONTE ORA PUÒ PRENDERSI IL M5S - L'OK AL RECOVERY HA SPIAZZATO SIA DI MAIO CHE SALVINI CHE AVEVANO SCOMMESSO CONTRO DI LUI, E IL PREMIER PRECARIO PER QUALCHE MESE NON AVRÀ PIÙ LA SPADA DI DRAGHI SULLA TESTA - NEI 5 STELLE A PEZZI E IN CERCA DI LEADER, C'È CHI SI VUOLE AGGRAPPARE A LUI PER GARANTIRSI DI FINIRE LA LEGISLATURA E INCASSARE IL RICCO STIPENDIO
-Mario Ajello per ''Il Messaggero''
Gli amici gli dicono: «Ora per un po' non sentiremo più parlare di Draghi al tuo posto. Ma solo per un po', poi ricominceranno».
E lui, Giuseppe Conte, risponde con un sorriso: «Vabbé, lasciamoli parlare». Si gode il momento l' avvocato del popolo.
Nel senso, stavolta, non del leader populista come si sentiva di essere quando vestiva in giallo-verde, da vice premier dei due vicepremier Salvini e Di Maio, ma nel senso di chi ha battagliato giorno e notte per dare una mano alla ricostruzione italiana.
Aveva detto partendo da Bruxelles: «Se la Merkel non molla sulle richieste dei nordici, è fatta». E così è stato. Tanto è vero che ora l' ultrà sovranista olandese Wilders attacca il connazionale Rutte dicendogli: «Ti sei fatto fregare da Conte». Miele per le orecchie di Giuseppi, che però ora dovrà dimostrare, e non pare disposto a farlo, di saper tenere testa ai 5 stelle prendendo pure i soldi del Mes (sdraiando Di Maio come ha fatto con i Frugali) e dovrà essere così fortunato che alle Regionali di settembre la sinistra regga perché se non regge rischia di sprofondare anche lui.
NON TIRARE A CAMPARE
La nuova vita di Conte dopo la battaglia del Belgio non potrà più essere, come è stato finora, il rinviare sempre le decisioni domestiche. Ma si tratterà d' importare in patria quel senso dell' urgenza e del tragico di chi, come lui, s' è trovato spalle al muro nella lotta europea ma ha saputo cacciare gli artigli (senza scomporsi la capigliatura), per strappare non un pareggio da quieto vivere e da tirare a campare, come spesso gli accade in Italia, ma una vittoria che non lasci sul campo troppi morti e feriti. Il suo problema sarà adesso quello di non farsi confondere dai sondaggi che lo innalzano a premier italiano più amato dal 1994 in poi e di non montarsi la testa. Di non innalzarsi o sprofondare a suo modo in una sindrome napoleonica, quella sintetizzabile in questo proverbiale scambio di battute. Il duca di Neutchatel al Bonaparte: «Vostra Maestà, vuol dunque prendersi tutto il mondo?». Risposta: «Be', non è poi tanto grande!».
Ora c' è chi lo chiama il Resuscitato, il Rivalutato, l' Avvocatissimo. E nessuno si azzarderebbe più a paragonarlo, per la sua fisionomia, per il suo fare azzimato, a un commesso da elegante negozio d' abbigliamento. Ma figuriamoci, c' è Berlusconi in queste ore che ai suoi interlocutori ricorda: «Io l' ho sempre detto che quello è furbo e bravo. Uno così a Forza Italia non l' abbiamo mia avuto». Quasi quasi lo vede come un piccolo Gianni Letta, che naturalmente s' è complimentato con il premier. Ed è vero che i soldi del Recovery Fund arriveranno chissà quando ma Salvini secondo cui «Conte ha tirato una super-fregatura all' Italia» ha un effetto surreale.
E Di Maio che vuole una «cabina di regia sulle riforme che coinvolga tutti» - ovvero vuole partecipare pure lui all' uso dei prestiti e dei sussidi europei - suona come uno che è rimasto spiazzato dallo scatto in avanti del rivale che rischia di soffiargli la guida del movimento. Molti grillini nello sfarinamento stellato lo vorrebbero leader, e proprio gli europarlamentari - per esempio Laura Ferrara - sono quelli che più esplicitamente lo dicono: «Potrebbe fare il nostro capo politico».
OLTRE IL GIARDINO
Visto in queste ore di letizia, Conte non somiglia neppure un po' a quello che appena pochi mesi fa diceva: «Pezzi dello Stato manovrano contro di noi». E non è neppure, ma poi lo risarà probabilmente e magari non a torto, quello che sospetta di tutto e di tutti. O quello che veniva preso in giro per gli Stati Generali in villa come Chance il Giardiniere di Peter Sellers. Macchè, la nuova veste dell' Avvocatissimo è quella di uno che ha gestito la pandemia in maniera non impeccabile (ma senza sfigurare, anzi, nel confronto con gli altri capi di governo) e che adesso nel passaggio dalla fase del contenimento a quella della ricostruzione ha dimostrato che può fare molto di più. Visto che non è più un precario, ma un top player da 209 miliardi di euro.