CONTE, UN PUPO TRA QUATTRO PUPARI – BETTINI E D’ALEMA VOGLIONO “INCAPSULARE” PEPPINIELLO APPULO - IL LORO PIANO NON È CREARE UN PARTITO UNICO CON I 5 STELLE, MA SPOSTARE A SINISTRA IL PD COSTRINGENDO LA CORRENTE RIFORMISTA DEGLI EX RENZIANI FUORI DAL PARTITO – A OPPORSI CI SONO PERÒ GLI ALTRI DUE NUMI TUTELARI DI “GIUSEPPI”: TRAVAGLIO E CASALINO CHE LO VOGLIONO LEADER E LO SPINGONO A RESISTERE ALLE SIRENE DEI DUE EX COMUNISTI – LA REUNION DI TUTTA LA SINISTRA POST-PCI SI CELEBRERÀ DOPODOMANI, ALLA PRESENTAZIONE DEL LIBRO DI GOFFREDONE, TRASFORMATA IN UN'ADUNATA PRO-GIUSEPPI...
-DAGONEWS
Il riavvicinamento tra gli ex nemici Bettini e D’Alema (come ha scritto Salvatore Merlo sul “Foglio”, “non si possono vedere sin dai tempi della Federazione dei giovani comunisti”) sarà celebrato dopodomani, alla presentazione del libro dell’esponente unico della corrente thailandese del PD.
Non mancherà il loro cocco, Giuseppe Conte. I due fini strateghi vogliono incapsulare Peppiniello Appulo: lui il pupo, loro i pupari. Per celebrare la grande adunata pro-Conte è stata chiamata a raccolta tutta la sinistra post-Pci: da Fassina a Fratoianni.
L’idea del duplex Goffredo-Massimo è che dopo il passo indietro di Beppe Grillo dal Movimento 5 Stelle, Conte abbia bisogno di due tutor, e visto che la “piattaforma programmatica” ormai è condivisa, perché non caricarsi sulle spalle la pochette di Volturara e portarla in trionfo come una Madonna pellegrina?
Esclusa l’ipotesi di creare un partito unico con il M5S, il progetto parte da uno spostamento a sinistra del Partito Democratico con la marginalizzazione degli ex renziani di Base Riformista, in pressing su Letta per sostenere Letizia Moratti in Lombardia.
La prima linea che dovrebbe portare a termine l’operazione è composta dalle quinte colonne Orlando-Provenzano (mentre Zingaretti sta cambiando idea e ha criticato duramente i 5 stelle, che hanno disertato la sua conferenza stampa di addio alla Regione Lazio).
A opporsi all’influenza di Bettini e D’Alema ci sono gli altri due numi tutelari di Conte, Travaglio e Casalino, che temono che il loro amato “Giuseppi” diventi, anziché un leader, un mero burattino in mani altrui. Infatti Marcolino e Ta-Rocco spingono il presidente del Movimento a resistere alle sirene dei due ex comunisti.