IL CONTE ZELIG/2 – FITTIPALDI: ''DALLA PUGLIA A ‘VILLA NAZARETH’, DA PAROLIN AL PAPA, DALL'INCONTRO CON MATTEO RENZI ALLE AMICIZIE IN FORZA ITALIA, IN CORDATA CON IL GRAN MAESTRO GUIDO ALPA - IL "PREMIER SCONOSCIUTO" IN REALTÀ HA MOLTI LEGAMI TRASVERSALI: GIULIO NAPOLITANO, ANDREA ZOPPINI, ENTRAMBI GRANDI AMICI DEL FIGLIO DI MATTARELLA, BERNARDO - IL MIRACOLO INIZIA QUATTRO ANNI FA, QUANDO ALFONSO BONAFEDE, NUOVO MINISTRO DELLA GIUSTIZIA E UOMO OMBRA DI LUIGI DI MAIO, S’INNAMORA DI CONTE…''

-


Emiliano Fittipaldi - https://www.google.com/amp/espresso.repubblica.it/inchieste/2018/06/14/news/la-rete-di-giuseppe-conte-dai-renziani-a-forza-italia-tutti-gli-amici-del-presidente-del-consiglio-1.323769/amp/

Articolo del 18 giugno 2018

EMILIANO FITTIPALDI

 

Il presidente esecutore. Il premier fantasma. L’uomo invisibile. Un vaso di coccio. Pinocchio tra il Gatto Di Maio e la Volpe Salvini. Il primo presidente del Consiglio di cui non si conosce un’idea: Giuseppe Conte, il nuovo capo del governo italiano, è stato accolto come un oggetto misterioso da quasi tutti gli addetti ai lavori, che da qualche settimana stanno cercando di riempire i vestiti sartoriali del professore di contenuto politico e umano. Un compito difficile, perché è la prima volta nella storia della Repubblica che il Parlamento ha dato fiducia a un premier di cui non sapeva praticamente nulla.

 

conte casalino 1

Issare l’inesperto Conte a Palazzo Chigi è certamente uno dei principali esperimenti del laboratorio politico grillo-leghista che sta forgiando gli inizi della Terza Repubblica. Per i più critici «l’avvocato del popolo» (claim inventato dalla macchina della comunicazione pentastellata guidata da Rocco Casalino) è solo un grigio notaio che dovrà attuare un contratto di governo stilato e firmato dai vicepresidenti del Consiglio che lo affiancavano come due badanti durante il discorso programmatico di martedì scorso, dall’opposta prospettiva il professor Conte viene invece descritto come la perfetta incarnazione del sogno americano in salsa grillina.

alfonso bonafede, luigi di maio e giuseppe conte

 

Un premier che viene dalla Puglia, figlio di una famiglia semplice del Sud che grazie alla tenacia, alle capacità individuali e a una ferrea ambizione è riuscito a 54 anni a scalare tutta la piramide sociale, fino a sedersi sulla poltrona più importante della nazione. Come dicono alla Casaleggio, «un self made man che incarna tutti i valori del M5S», e che ha scritto da solo la sceneggiatura della sua vita.

 

«Più che un film sembra un miracolo», ripetono oggi parenti e conoscenti, ancora attoniti nel vedere in televisione l’amico che ha passato le ultime vacanze di Natale nella casetta di mamma a San Giovanni Rotondo discutere i destini del mondo al G7, assiso insieme al presidente americano Trump, il francese Macron e la grande nemica dei populisti italiani, Angela Merkel.

MATTEO RENZI E MARIA ELENA BOSCHI

 

Il miracolo, in realtà, inizia quattro anni fa, quando Alfonso Bonafede, nuovo ministro della Giustizia e uomo ombra di Luigi Di Maio, s’innamora del cattedratico, che ha conosciuto come studente alla facoltà di giurisprudenza di Firenze. È lui a chiedere a Conte nel settembre del 2013 di entrare come componente laico nel Consiglio di Presidenza della Giustizia amministrativa in quota M5S. «Non sono dei vostri, il mio cuore batte a sinistra», avrebbe chiarito il professore, che alla fine però accetta la corte e il posto da vicepresidente.

 

Conte è così ambizioso («forse troppo», ha confessato il padre al Tg2) che, mentre flirta con i grillini, fa amicizia anche con pezzi del Pd. Mira in alto, come ha fatto fin da quand’era piccolo, e punta al Giglio magico di Renzi.

guido alpa

 

Il primo link, spiega qualche buona fonte fiorentina, ha le sembianze di Francesca Degl’Innocenti, avvocato che ha insegnato Diritto civile con Conte alla Scuola di specializzazione per le professioni legali, e che risulta collaborare con lo studio Tombari: quello in cui lavorava Maria Elena Boschi. Il nuovo premier non solo allaccia rapporti con la ministra delle Riforme, ma riesce a conoscere anche Matteo Renzi in persona.

 

L’incontro è avvenuto qualche tempo fa, in forma privata. Se qualcuno sorride affermando che Conte si offrì anche ai renziani, va però ricordato che lo stesso neopremier bocciò la candidatura della “vigilessa” Antonella Manzione, fedelissima di Matteo, a una poltrona al Consiglio di Stato per “mancanza di requisiti”.

 

mimmo paresi, davide casaleggio, alessandro di battista, virginia raggi, pasquale tridico, giuseppe conte ascoltano di maio

Le simpatie piddine, comunque, erano note in parte anche a Di Maio, tanto che nel M5S qualcuno racconta che il leader di Pomigliano d’Arco lo inserì nella lista dei possibili ministri grillini (Conte era stato designato alla Pubblica amministrazione) anche come eventuale pontiere di un’alleanza post voto con i dem.

 

Sappiamo che quel ponte è crollato subito. Per provare a spiegare la genesi dell’incredibile scalata a Palazzo Chigi bisogna dunque percorrere altre strade. Quando a inizio maggio è ormai chiaro che Di Maio e Salvini, a causa dei veti incrociati, devono obbligatoriamente individuare un terzo nome per il premier, gradito ad entrambi ma appartenente all’entourage del partito più votato, Di Maio, Grillo e i maggiorenti della Casaleggio (su tutti Davide, Casalino e Pietro Dettori) individuano in lui il profilo migliore.

mattarella conte zampetti

 

Un avvocato ambizioso ma pacato, un tecnico con un viso pulito, sufficientemente incolore per non offuscare il leader politico. Dopo il sì di Salvini, propongono (ufficiosamente) il nome di Giuseppe Conte a Mattarella e al suo principale consigliere Ugo Zampetti.

 

I due, che preferiscono un premier politico e di spessore, non l’hanno mai sentito in vita loro. Chiedono così informazioni ai loro fedelissimi. In primis al presidente del Consiglio di Stato Alessandro Pajno, legatissimo al presidente della Repubblica, che negli ultimi quattro anni ha visto Conte all’opera tra i corridoi di Palazzo Spada; poi al gruppo di professionisti e grand commis di Stato capeggiato da Giulio Napolitano, figlio del presidente emerito Giorgio, e dall’avvocato Andrea Zoppini, entrambi grandi amici del figlio di Mattarella, Bernardo Giorgio. I primi feedback sono positivi, così a Conte - seppur privo di qualsiasi esperienza amministrativa - viene dato l’ok.

ANDREA ZOPPINI GIULIO NAPOLITANO GIOVANNI BAZOLI ENRICO LETTA FOTO INFOPHOTO

 

Il suo profilo viene preferito ad altri più prestigiosi (come quello dell’economista Giulio Sapelli) ipotizzati da Di Maio e Salvini: la speranza del Quirinale è che un premier alle prime armi e politicamente debole possa accettare qualche consiglio sugli alti burocrati da piazzare nei gabinetti, nelle segreterie di Palazzo Chigi e di altri ministeri. Non è detto che Conte colga i suggerimenti. Nessuno, in fondo, conosce davvero la sua indole, ne sa quale potrà essere il suo livello di autonomia rispetto ai diktat dei due firmatari del contratto di governo.

BERNARDO GIORGIO MATTARELLA 2

 

DALLA PUGLIA A VILLA NAZARETH

Analizzando la sua biografia, parlando con civilisti e amici, l’enigma Conte può essere almeno in parte sciolto. Perché il presidente ha un passato interessante, e una rete relazionale sotterranea e trasversale. Con contatti nel Pd e qualcuno persino dentro Forza Italia. Conte, soprattutto, ha un “maestro” a cui deve moltissimo e su cui fa ancora affidamento per suggerimenti di ogni tipo, il professor Guido Alpa, e cura una carriera accademica a cui tiene forse più di ogni cosa: L’Espresso ha scoperto che ha fatto da poco domanda per un concorso “ex articolo 18” per essere chiamato alla Sapienza, e che all’ateneo qualcuno dei suoi concorrenti parla già - nel caso dovesse vincere proprio lui - di lampante conflitto d’interessi.

 

Conte è nato a Volturara Appula, un paese di 416 anime in provincia di Foggia. I genitori, fedeli di Padre Pio, appartengono alla piccola borghesia impiegatizia del Sud: il padre Nicola è stato impiegato del minuscolo Comune per anni, la madre Lillina faceva la maestra elementare. Dopo pochi anni passati a Volturara, la famigliola si sposta a San Giovanni Rotondo.

 

villa nazareth

Giuseppe, ragazzo riservato e sgobbone, finisce le medie e il liceo classico con il massimo dei voti. È il 1982. Conte vuole laurearsi in legge e si trasferisce a Roma, alla Sapienza. I soldi della famiglia non bastano a vivere nella Capitale, così nel 1983 il neopremier partecipa al concorso del Collegio universitario “Villa Nazareth”, un ente ecclesiastico che accoglie gratuitamente nelle camerate gli studenti che hanno curriculum scolastici eccellenti e provenienti, spiegano dalla Santa Sede «da famiglie che, per condizione socio-economica o culturale, non siano in grado di sostenerli negli studi: è dal 1946 che al Nazareth aiutano i talenti a sbocciare».

 

papa francesco bergoglio e il cardinale parolin

Anche se Conte non viene ufficialmente ammesso, al Nazareth diventa di casa. Nei giorni scorsi i giornali avevano raccontato delle entrature vaticane del presidente del Consiglio: se l’appartenenza all’Opus Dei è una bufala, il rapporto con il cardinale Achille Silvestrini è invece forte e radicato. La porpora, 95 anni a ottobre, è infatti dal 1986 il capo della fondazione che controlla Villa Nazareth: i rapporti cordiali con il giovane Conte iniziano allora, e nel corso del tempo si intensificano, fino a diventare strettissimi.

luigi di maio presenta giuseppe conte

 

Anche dopo la laurea il futuro premier continua a collaborare come volontario con l’istituto ecclesiastico. Diventa una sorta di consigliere giuridico di Silvestrini, e dal 1992 aiuta l’ente agevolando gli interscambi culturali tra i nuovi ospiti del collegio e alcune facoltà straniere. È Silvestrini, dunque, a nominarlo nel cda del trust intitolato al Cardinal Domenico Tardini (il fondatore del Nazareth) con sede a Pittsburgh, ed è sempre al Nazareth che Conte conosce l’attuale segretario di Stato Pietro Parolin. «In effetti si sono incontrati quando Sua Eminenza è stato direttore della scuola, alla fine degli anni Novanta. Al tempo si sono incrociati qualche volta, ma non si vedono da vent’anni», dicono Oltretevere. Di altri rapporti con le sfere ecclesiastiche non esistono evidenze.

giuseppe conte fa lezione all universita di firenze
guido alpa

 

IN CORDATA CON IL MAESTRO ALPA

GIUSEPPE CONTE SULLA PRIMA PAGINA DI FAMIGLIA CRISTIANA

Con la laurea in tasca, Conte comincia a cercare lavoro. Sia nell’università sia negli studi legali della Capitale. Inizialmente i suoi referenti sono il relatore della sua tesi Giovan Battista Ferri, ordinario di diritto privato di cui diventa assistente, e l’avvocato Renato Scognamiglio, un pezzo da novanta che ha lavorato anche all’Iri, al ministero del Tesoro e all’Acquedotto pugliese.

 

«Fino al 1998 Conte aveva questi due riferimenti. Nello studio di Scognamiglio gli avevano dato una stanza minuscola, strapiena di fascicoli: quando entravi a Giuseppe nemmeno riuscivi a vedergli il ciuffo. Lavorava dalla mattina alla sera, ogni tanto si concedeva una partita di calcetto in un circolo sul Tevere. Pensavamo tutti che sarebbe andato all’Università di Sassari, dove teneva lezioni, ma alla fine fece il concorso di ricercatore anche a Firenze, lo vinse e decise di andare in Toscana. Era il 1998. Da allora i rapporti con Ferri e Scognamiglio si sono via via diradati, e la sua guida è diventata Guido Alpa», ricorda chi lo conosce da sempre.

BEPPE GRILLO GIUSEPPE CONTE LUIGI DI MAIO
GIUSEPPE CONTE CON SERGIO MATTARELLA PER LE DIMISSIONI

 

Il professore ordinario, 70 anni, è la figura chiave della rete di relazioni del nuovo presidente del Consiglio. Genovese doc, “maestro” di una prestigiosa scuola giuridica, allievo di Stefano Rodotà, presidente per lustri del potente Consiglio nazionale forense, una lista di incarichi sterminati (l’ultimo è quello avuto nel 2014, quando è diventato membro del board di Leonardo-Finmeccanica anche grazie alla segnalazione, raccontano le cronache, dell’amico Denis Verdini), anche Alpa è uno che si è fatto da solo. È figlio di un ferroviere e nel giovane Conte il maestro, che non ha mai avuto figli, rivede se stesso.

 

GIUSEPPE CONTE MATTEO SALVINI DECRETO SICUREZZA

I due diventano inseparabili, e iniziano a lavorare insieme: prima al Cnr (nel 1999 il trentacinquenne Giuseppe cura parte di un progetto diretto da Alpa; in quell’anno il futuro premier riesce anche a comprare una bella casa a via Giulia da 450 milioni di lire, quella ipotecata da Equitalia nel 2009 per 52 mila euro di tasse non pagate), poi nell’avviatissimo studio del luminare, di cui Conte dal 2002 diventa il collaboratore preferito.

 

MARIO DRAGHI E GIUSEPPE CONTE

A quarant’anni la sua carriera spicca il volo. Dinamico e intraprendente, stimato dalla categoria dei civilisti come un «buon giurista» (tra i tanti colleghi avvocati ed esperti di diritto intervistati da L’Espresso nemmeno i più sfavorevoli hanno usato parole negative su questo argomento), il neopremier diventa professore associato a Firenze nel 2001 (verrà chiamato come ordinario nel 2012) e comincia ad accumulare incarichi accademici importanti, spesso in progetti coordinati da Alpa in prima persona. Il mentore, che ancora oggi lo consiglia, è un appassionato lettore di Dostoevskij, non a caso citato da Conte nel suo primo discorso alle Camere.

vladimir putin brinda con giuseppe conte e salvini con savoini sullo sfondo

 

Dandy fissato con la moda inglese e le camicie su misura, appassionato di auto d’epoca (una Jaguar, pagata pochi soldi, è spesso in garage perché sempre rotta) e di vecchi orologi a corda di valore modesto, Conte viene chiamato nel Comitato scientifico della Scuola superiore dell’avvocatura del Consiglio nazionale forense (presieduto dal solito Alpa), poi alla Luiss e da Confindustria come membro della commissione Cultura. La partecipazione a conferenze e convegni è assidua, e la produzione di saggi e pubblicazioni a getto continuo.

GIUSEPPE CONTE E DONALD TRUMP

 

Proprio per aver voluto elencarli tutti Conte ha scritto il curriculum monstre da 12 pagine , che passerà alla storia, più che per i ritocchini e gli abbellimenti, come esempio plastico di chi venuto dalla provincia profonda vuole dimostrare al mondo - e, paradossalmente, all’establishment che i grillini aborrono - di avercela fatta davvero.

 

Un curriculum che presto sarà letto con attenzione anche dai tre membri della commissione del dipartimento di scienze giuridiche della Sapienza, che presto dovrà sancire il vincitore della procedura selettiva voluta dall’ateneo romano per un posto da ordinario di diritto privato e civile. Il neopremier ha presentato domanda a fine 2017 (insieme a competitor di peso come il giovane ordinario Giovanni Perlingeri, figlio del giurista Pietro, e a Mauro Orlandi, considerato tra i migliori allievi di Natalino Irti, altro mammasantissima del diritto italiano) e risulta ancora tra i candidati.

GIUSEPPE CONTE E ANGELA MERKEL

 

La cattedra è ambitissima, per un altro anno sarà ancora in mano al pensionando Alpa, ma per Conte metterci i gomiti sopra rappresenterebbe il coronamento della cavalcata accademica. Il rischio, ora, è che il sogno possa sfumare a causa della nuova avventura politica. Se la Sapienza scegliesse proprio lui, i rischi sono due: le polemiche sul possibile conflitto di interessi, definito dal professore «un tarlo che mina il nostro sistema economico-sociale fin nelle sue radici... noi rafforzeremo la normativa attuale in modo da estendere le ipotesi di conflitto fino a ricomprendervi qualsiasi utilità, anche indiretta»; e il fatto che Conte dovrebbe mettersi subito in aspettativa. I gravosi impegni didattici richiesti dalla procedura di chiamata non sarebbero certo compatibili con quelli istituzionali.

 

giuseppe conte con l ex moglie valentina fico a capodanno

RAGNATELA BIPARTISAN

valentina fico ex moglie di giuseppe conte

Compulsando amici e colleghi, incrociando vecchi arbitrati e incarichi pubblici, si scoprono altri dettagli della vita privata e della rete relazionale del premier misterioso.

Donato Bruno

 

Se è noto che è stato sposato con Valentina Fico, avvocato di Stato con cui ha avuto un figlio che ha oggi dieci anni («è legatissimo a lui, una volta lo portò pure a una cena annuale dei civilisti, cosa rara a un evento tanto formale», racconta chi era presente), se è un fatto che non esce quasi mai dalla sua casa di 80 metri quadri al centro di Roma se non per andare nello studio Alpa in piazza Cairoli o nel pied-à-terre di Firenze, in pochi sanno che Giuseppe è stato padrino di battesimo del figlio di Stanislao Chimenti.

 

GIUSEPPE CONTE GIOCA CON I CANI

Chimenti è un avvocato molto affermato, partner di Delfino e Associati, e grande collezionatore di incarichi pubblici: oltre ad essere stato ex commissario straordinario della Tirrenia e della Siremar, fu al timone anche del fallimento Ittierre, la grande azienda tessile molisana che ha guidato fino al 2015. Quest’ultimo mandato è stato foriero di molte amarezze: Chimenti è stato infatti rinviato a giudizio a gennaio del 2016 perché accusato di aver affidato all’avvocato Donato Bruno (onorevole di Forza Italia scomparso tre anni fa, vicinissimo a Cesare Previti e a Berlusconi) consulenze per ben 3,7 milioni di euro, talvolta secondo l’accusa «superiori ai massimi tariffari».

STANISLAO CHIMENTI

 

GIUSEPPE CONTE CON I FRATI A SAN GIOVANNI ROTONDO

Il problema principale, però, è la presunta presenza di un interesse privato tra i due: i pm scrivono infatti che «con Donato Bruno Chimenti coltivava da anni rapporti di collaborazione professionale, in forza dei quali usufruiva gratuitamente» degli uffici e dei servizi «dello studio Bruno», oltre a percepire «periodicamente compensi dallo stesso studio». Ora, risulta a L’Espresso che Conte e Chimenti avrebbero legato proprio tramite l’avvocato forzista morto nel 2015: il neopremier ha in effetti bazzicato lo studio di Bruno quando quest’ultimo collaborava con quello di Alpa.

PAPA BERGOGLIO E GIUSEPPE CONTE

 

Ma c’è un altro esponente di Forza Italia che può vantare un’amicizia di lunga data con Conte: si tratta di Maurizio D’Ettore, un ex socialista originario di Locri diventato, come il premier, ordinario di diritto privato a Firenze, che da qualche anno si è buttato tra le fila dei berluscones diventando coordinatore provinciale di Arezzo del partito. Se il professore pentastellato non ha mai preso un voto, alle ultime elezioni il collega è stato invece eletto alla Camera in pompa magna.

 

giuseppe conte alle elementari

I bene informati dicono che sia stato proprio D’Ettore a rassicurare il suo capo Berlusconi sulle capacità (e sulla moderazione) di Conte. Non ci sono controprove, ma un fatto è certo: il grillino e il berlusconiano vantano un rapporto d’amicizia decennale, e forse non sarà facile per D’Ettore fare opposizione dura e pura a chi stima da sempre.

 

I FEDELISSIMI DI GIUSEPPE

Altra vecchia conoscenza di Conte è il consigliere di Cassazione Fabrizio Di Marzio, che con il presidente del Consiglio dirige la rivista online “Giustizia Civile” (dove Alpa ha firmato molti articoli) e che siede dal 2016 nella delicata Commissione di garanzia per il controllo dei rendiconti dei partiti politici del Parlamento.

 

giuseppe conte al mare con la fidanzata olivia paladino

Qualche giorno fa in un editoriale sul sito della rivista Di Marzio ha omaggiato il presidente del Consiglio con parole definitive («sono davvero contento, Giuseppe è una persona seria e perbene, questa scelta merita la fiducia di tutti»), e forse ora Pd, Forza Italia e gli altri partiti di opposizione (i cui conti Di Marzio deve radiografare annualmente) potrebbero sollevare contro di lui il tema, così caro al M5S e allo stesso premier, del conflitto di interessi.

 

La ragnatela di Conte comprende anche Ugo Grassi, professore all’Università Parthenope di Napoli e neosenatore grillino («Quello di Sergio Mattarella è un attentato alla Costituzione. Dirò di più, è anche una forma di alto tradimento... Io non sono un costituzionalista, sono un collega di Conte, ma sto studiando il merito della questione», annunciò Grassi qualche ora prima della giravolta del suo capo Di Maio), e Giovanni Bruno, altro docente di diritto privato con cui il premier si è conosciuto alla Fondazione Tardini del cardinale Silvestrini, e con cui ha codifeso Francesco Bellavista Caltagirone in un difficile contenzioso con il Comune di Imperia per la vicenda del porto.

giovanni bruno

 

Se con Chimenti, Bruno, Di Marzio e D’Ettore i rapporti sono ottimi, il suo amico più intimo, oltre ad Alpa, è Luca Di Donna. Anche lui giovane allievo del maestro, è riuscito a entrare alla Sapienza come ricercatore a soli 29 anni (il presidente della procedura comparativa era Stefano Rodotà). Di Donna due settimane fa è stato tra gli animatori di un appello pubblico in difesa di Giuseppe, massacrato - si legge - come «una vittima sacrificale» per la vicenda del curriculum da «un giornalismo che per la propria sopravvivenza è alla spasmodica ricerca di scoop».

 

Il primo firmatario della lettera era Alpa, e oltre a quelli di Di Donna in calce si trovano altri nomi della rete di Conte: come i professori Raffaele Di Raimo e Claudio Rossano, e come Francesco Capriglione, esperto di arbitrati bancari ed ex potente condirettore centrale addetto alle consulenze legali della Banca d’Italia.

 

GIUSEPPE CONTE E LA PRONUNCIA SBAGLIATA DI ALBERT EINSTEIN

Anche il premier ha ottenuto più di una consulenza da Via Nazionale: nel 2012 è stato infatti nominato tra i componenti del Collegio di Napoli dell’Abf (Arbitro bancario finanziario), l’ente che deve risolvere le controversie tra istituti e correntisti italiani. «Per fare quei lodi bisogna eccellere nell’arte della mediazione, e Giuseppe è uno dei più bravi in assoluto. Capriglione è un grande amico di Alpa, ma stima Conte innanzitutto perché è uno capace di suo», chiosa chi al premier vuole bene.

 

ENRICO LETTA E GIUSEPPE CONTE

Vedremo solo nei prossimi mesi se il premier marziano è stato assunto da Di Maio e Salvini solo per conciliare possibili crisi politiche tra i due leader, o se al contrario riuscirà a imporsi dimostrando autonomia di azione e di pensiero. Valori che la Costituzione italiana pretende da chi siede sulla poltrona più importante della presidenza del Consiglio.

GIUSEPPE CONTE E THERESA MAY GIOCANO A BILIARDO
GIUSEPPE CONTE E JAIR BOLSONARO A DAVOS
GIUSEPPE CONTE AL MARE
GIUSEPPE CONTE E OLIVIA PALADINO
MACRON E GIUSEPPE CONTE
giuseppe conte angela merkel
GIUSEPPE CONTE VERSIONE POLLO - VIGNETTA BENNY
GIUSEPPE CONTE CON IL CASCO