A COSA E' SERVITO IL COVID? A RENDERE IL LAVORO PIU' PRECARIO - L'OCCUPAZIONE SFIORA I LIVELLI PRE-PANDEMIA MA ORA C'È MEZZO MILIONE DI PRECARI IN PIÙ - LA STRUTTURA DEL MERCATO DEL LAVORO USCIRÀ RIDISEGNATA DALLA PANDEMIA: CI SARANNO MENO AUTONOMI, MENO POSTI FISSI E PIÙ CONTRATTI A TEMPO DETERMINATO - ANCHE LA RIMODULAZIONE TRA I VARI SETTORI È CHIARA: TURISMO, RISTORAZIONE E SERVIZI CALANO, MENTRE SI RAFFORZANO CONSULENZA ALLE IMPRESE, SERVIZI DIGITALI E MANIFATTURA LEGATA AI BENI ESSENZIALI…

-

Condividi questo articolo


Gabriele De Stefani per "la Stampa"

 

precario precario

Era da prima della pandemia che non si vedevano 23 milioni di italiani al lavoro e un tasso di occupazione così alto, al 58,9%: i numeri diffusi ieri dall'Istat dicono che a novembre gli occupati sono aumentati di 64 mila unità rispetto ad ottobre, di 700 mila rispetto al gennaio scorso e di 494 mila rispetto a un anno fa.

 

È il riflesso sul mercato del lavoro del grande rimbalzo vissuto dall'economia italiana nel 2021, che però va controbilanciato con dati che, uniti all'inevitabile subordinata dell'andamento della pandemia, inducono alla prudenza: il totale degli occupati è ancora inferiore di 115 mila unità rispetto al febbraio 2020 e la quota degli inattivi, benché in calo del 4,6% in un anno, rimane superiore al pre-Covid.

 

PRECARIETA' PRECARIETA'

«Senza contare - aggiunge Francesco Seghezzi, presidente di Fondazione Adapt - che oggi come a febbraio 2020 abbiamo il tasso di occupazione più basso d'Europa, quindi va bene festeggiare il recupero e la sostanziale tenuta del sistema, ma non esagererei».

 

In ogni caso il trend è positivo per le varie tipologie di lavoro e di contratto: dipendenti (+2,8% rispetto al novembre 2020), autonomi (+0,1%), a tempo indeterminato (+0,3%) e naturalmente precari (+17%, quasi mezzo milione in più). Recuperano anche le due categorie che hanno pagato il conto più duro alla crisi pandemica, cioè i giovani e le donne. «Un dato interessante è l'aumento degli autonomi - dice Andrea Garnero, economista dell'Ocse -, che da una ventina d'anni erano costantemente in calo. Naturalmente è molto presto per capire se si tratti di una tendenza, ma va sottolineato anche considerando che si tratta di una categoria molto affollata nel nostro Paese (circa 5 milioni di persone, ndr) e meno protetta.

 

PRECARIETA' PRECARIETA'

Più in generale, l'andamento del mercato del lavoro non è più determinato solo dalle ondate di Covid e dalle restrizioni come accadeva all'inizio della pandemia. Adesso pesano altre variabili strettamente economiche, come il caro-energia, la crisi della supply chain, l'inflazione, l'andamento dei tassi di interesse. Sono tutti fattori contraddistinti da un grado di incertezza significativo e che impatteranno in modo decisivo sul 2022».

 

insegnanti precari insegnanti precari

Quello che è chiaro, mese dopo mese, è che la struttura del mercato del lavoro uscirà ridisegnata dalla pandemia: «Meno autonomi, meno posti fissi e più contratti a tempo determinato - aggiunge Seghezzi - mi sembrano trend ormai consolidati. Anche la rimodulazione tra i vari settori è chiara: turismo, ristorazione e servizi calano, mentre si rafforzano consulenza alle imprese, servizi digitali e manifattura legata ai beni essenziali.

 

Ed è vero che molti contratti sono a tempo determinato perché l'incertezza legata alla pandemia frena le imprese, ma è difficile pensare a una conversione di massa di questi rapporti di lavoro verso il tempo indeterminato quando l'emergenza sanitaria sarà rientrate. Piuttosto una fonte di incertezza in senso positivo c'è ed è il Pnrr: da lì dovrà arrivare il vero booster all'occupazione e ancora non sappiamo che impatto potrà avere sull'evoluzione del lavoro».

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

SULLA RAI ELLY NON SI È FATTA INFINOCCHIARE – IL MOTIVO CHE HA SPINTO SCHLEIN ALL’AVENTINO, OLTRE ALLA MANCATA RIFORMA DELLA GOVERNANCE DI VIALE MAZZINI, RIGUARDA LO STATO DELL’ARTE DEL PD – IL DUPLEX BOCCIA-FRANCESCHINI PUNTAVA A PIAZZARE UN PRESIDENTE DI GARANZIA CHIAMATO GIOVANNI MINOLI. UN NOME SU CUI ERA STATO TROVATO UN ACCORDO CON GIORGIA MELONI, GRAZIE AI CONTATTI DEL MARITO DI NUNZIA DE GIROLAMO CON GIAMPAOLO ROSSI – MA LA SEGRETARIA MULTIGENDER SI È RIFIUTATA DI PRENDERSI IN CARICO UN “INAFFIDABILE” COME IL MULTI-TASKING MINOLI – IL PROBLEMA DI ELLY È CHE NON HA NESSUN UOMO DI FIDUCIA IN RAI. PIUTTOSTO CHE INFILARSI IN QUEL LABIRINTO PIENO DI TRAPPOLE, HA PREFERITO CHIAMARSI FUORI – LA MOSSA DI NARDELLA: HA LANCIATO LA SUA CORRENTE PER STOPPARE FRANCESCHINI, CHE PUNTA A PASSARE IL TESTIMONE ALLA MOGLIE, MICHELA DI BIASE...

DAGOREPORT - RICICCIANO LE VOCI SU UNA FUSIONE TRA RENAULT E STELLANTIS. MA QUESTA POTREBBE ESSERE LA VOLTA BUONA – E' MACRON CHE SOGNA L'OPERAZIONE PER CREARE UN COLOSSO EUROPEO DELL'AUTOMOTIVE (LO STATO FRANCESE È AZIONISTA DI ENTRAMBI I GRUPPI) E, CON IL GOVERNO DI DESTRA GUIDATO DA BARNIER, A PARIGI NESSUNO OSERA' OPPORSI - E JOHN ELKANN? NON GLI PARE IL VERO: SI LIBEREREBBE DI UNA "ZAVORRA" E POTREBBE VELEGGIARE VERSO NEW YORK O LONDRA, PER FARE QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE (E IN CUI È BRAVISSIMO): INVESTIMENTI E ACQUISIZIONI TRA LUSSO E TECH. TOLTASI DAI COJONI L'EX FIAT, NON AVREBBE PIÙ RAGIONE DI TENERSI “REPUBBLICA” E “STAMPA" E LE FAIDE CON IL COMITATO DI REDAZIONE

È ARRIVATA L’ORA DI PIER SILVIO? SEGNATEVI QUESTA DATA SUL CALENDARIO: APRILE 2025. POTREBBE ESSERE IL MOMENTO DELLA DISCESA IN CAMPO DI BERLUSCONI JR – “PIER DUDI” POTREBBE APPROFITTARE DI UNA SCONFITTA DEL CENTRODESTRA AL REFERENDUM SULL’AUTONOMIA PER RIPERCORRERE LE ORME DEL PADRE: METTERE IN PIEDI UNA NUOVA FORZA ITALIA, APERTA A DIRITTI E MINORANZE, EUROPEISTA E ATLANTISTA. A QUEL PUNTO, LE ELEZIONI ANTICIPATE SAREBBERO INEVITABILI – ORMAI È CHIARO CHE IL GOVERNO MELONI NON CADRÀ MAI PER MANO DELL’OPPOSIZIONE, SPOMPA E INETTA, MA SOLO ATTRAVERSO UN’IMPLOSIONE DELL’ALLEANZA DI DESTRA-CENTRO - LA DIFFIDENZA DI MARINA, TERRORIZZATA DALL'IPOTESI CHE IL FRATELLO FINISCA FAGOCITATO DA BATTAGLIE MEDIATICHE E GIUDIZIARIE, COME IL PADRE...