COSA ACCOMUNA I PAESI DELL'UE? UNA CLASSE POLITICA PIENA DI LADRI E CIALTRONI – L'ULTIMO CASO È QUELLO DEL PARLAMENTARE NORVEGESE SORPRESO A RUBARE UN PAIO DI OCCHIALI DA SOLE. PRIMA C'ERA STATO IL DEPUTATO SLOVENO BECCATO CON UN PANINO IN TASCA, LA GOVERNATRICE DI MADRID CHE SI È FREGATA UNA CREMA PER IL VISO – E L’EX MINISTRO DEL BILANCIO FRANCESE CON LA SOCIETÀ ALLE SEYCHELLES, L'EURODEPUTATO UNGHERESE FERMATO CON LA DROGA MENTRE FUGGIVA DA UN FESTINO GAY... – CATALOGO DEGLI SCANDALI PIÙ IMBARAZZANTI DEI POLITICI EUROPEI
-Estratto dell'articolo di Samuele Finetti per www.corriere.it
Galeotti sono stati un paio di occhiali da sole di una nota griffe. Che il parlamentare norvegese Bjørnar Moxnes, leader del partito di sinistra Rodt da un decennio, si è infilato in valigia nel duty free dell’aeroporto di Oslo dopo aver strappato l’etichetta col codice a barre. Il tutto sotto gli occhi di una telecamera di sicurezza: presto fatto […]
Moxnes ha provato a giustificarsi con un inverosimile «è stato un incidente». Poi ha dovuto ammettere la verità in un post su Facebook: «Molte persone mi hanno chiesto come ho potuto fare una cosa così stupida. Me lo sono chiesto molte volte nelle ultime settimane. Non ho una spiegazione adeguata». Oltre alla faccia, Moxnes ha perso anche il posto: il 24 luglio ha annunciato le sue dimissioni dall’incarico nel partito. […]
L’inglese e i video hard
Il parlamentare conservatore inglese Neil Parish meriterebbe un posto sul podio delle scuse più assurde. Lo scorso anno, in aprile, fu pizzicato mentre guardava un video hard sul telefonino nel bel mezzo di una seduta della Camera dei Comuni. Prima lo giudicò «un momento di pazzia», poi s’inventò di essere finito su quella pagina mentre stava cercando informazioni sui trattori su Google. Alla fine cedette e ammise che l’agricoltura non c’entrava nulla e che aveva davvero cercato quel video. E addio al seggio a Westminster.
Francesi, jet e sigari
Spendere 116mila euro per affittare un jet privato che ti porti in un Paese appena devastato da un terremoto? Ad Alain Joyandet, allora ministro della Cooperazione francese, non sembrò una cattiva idea quando fu invitato per una conferenza ad Haiti poche settimane dopo il catastrofico sisma del gennaio 2010.
Joyandet (che oggi è senatore) fu costretto a dimettersi, come anche il sottosegretario Christan Blanc, quando si scoprì che aveva speso 12mila euro (pubblici) in sigari cubani. […]
L’antievasori con la società alle Seychelles
Fare i paladini della lotta all’evasione fiscale e finire condannato per frode. Il destino è cinico e baro e l’ex ministro del Bilancio francese Jérôme Cahuzac ne sa qualcosa. Dopo essersi fatto una reputazione come uno dei più fermi critici di evasori e paradisi fiscali, nel 2012 finì nello scandalo quando si scoprì che aveva da venti anni un conto in banca in Svizzera. Come se non fosse abbastanza, nel 2016 i Panama Papers rivelarono che gli era pure intestata una società alle Seychelles. Dal governo finì in cella, condannato a due anni per frode fiscale e riciclaggio.
Il candidato fedifrago
Abbiamo citato il caso di Neil Parish. Quello di Benjamin Griveaux, stretto collaboratore di Emmanuel Macron nonché candidato di La République En Marche alla carica di sindaco di Parigi nel 2020, appartiene allo stesso filone.
Al voto Griveaux non è neppure arrivato. Ad affossarlo sono stati i messaggi e le foto esplicite che aveva inviato a una donna (un dettaglio: Griveaux era sposato e ha tre figli) e che nel febbraio di quell’anno diventarono virali sul web dopo che il blogger russo Piotr Pavlenski le aveva condivise. Nel 2021, Griveaux lasciò anche il seggio al parlamento e da allora si è rifatto una carriera nel settore privato.
L’austriaco e la nipote dell’oligarca
Diede la colpa all’alcol Heinz-Christian Strache, vicecancelliere austriaco al tempo dello scandalo poi passato alla storia come «Ibiza-Gate». La questione era piuttosto seria: nel 2017, nel pieno della campagna elettorale, Strache volò ad Ibiza per una vacanza.
Una sera incontrò una giovane donna russa che si presentò come la nipote di un’oligarca e promise di investire in un quotidiano per poi spostarlo su una linea vicina a quella di destra del partito del suo interlocutore. Che, in cambio, le assicurò che l’avrebbe favorita nell’assegnazione di appalti pubblici. Solo che la donna era in realtà una giornalista, ma Strache non se ne accorse perché era annebbiato dai drink (così sostenne poi).
Il caso saltò fuori nel 2019: Strache fu costretto a dimettersi e a ritirarsi dalla politica, il cancelliere Sebastian Kurz a sciogliere il governo e convocare elezioni anticipate.
L’ungherese e la festa gay
In questa lista di episodi assurdi, quello che ha come protagonista József Szájer merita un posto d’onore. Europarlamentare, membro di lunga data del partito ungherese Fidesz — guidato da Viktor Orbán —, noto per le sue posizioni conservatrici specie sul tema Lgbtq, la sua carriera finì per colpa di una festa piuttosto insolita. La sera del 27 novembre 2020, in pieno lockdown, la polizia di Bruxelles trovò 25 uomini che si intrattenevano in un incontro sessuale di gruppo.
Si scoprì che Szájer era fuggito calandosi da una grondaia e quando fu fermato per strada gli agenti trovarono della droga nel suo zaino. Orbán lo silurò in un nulla: «Inaccettabile e indifendibile».
La spagnola ladra «involontaria»
Fatale per Cristina Cifuentes fu una crema per il viso da 40 euro. Nel 2018 l’allora presidente della Comunità di Madrid fu costretta a lasciare il suo ruolo dopo la pubblicazione di un video del 2011 nel quale era ripresa mentre rubava il prodotto cosmetico in un supermercato. «Un errore involontario» sostenne lei, che poi pagò il dovuto. […]
Lo sloveno tradito da un panino
Di furto non si sono macchiati solo Cifuentes e Moxnes, ma pure il parlamentare sloveno Darij Krajcic, reo di aver rubato un panino nel 2019. In realtà, spiegò lui, stava conducendo un esperimento sociale: seccato dal fatto che i commessi lo ignoravano, sentì l’impulso di testare in prima persona quanto fosse efficace la sicurezza del supermercato. Il furto non venne scoperto sul posto, ma i colleghi lo spinsero a dimettersi (e a pagare il tramezzino trafugato).
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Il maltese e il lobbista
Sessanta milioni di euro: tanto si era fatto promettere da un’azienda svedese del tabacco un collaboratore di John Dalli, allora (era il 2012) commissario europeo per la Salute, in cambio dell’impegno a far abrogare una legge che vietava la vendita e l’uso dello snus, tabacco umido in polvere che si consuma non fumandolo ma per via orale.
Dalli sostenne di essere stato costretto alle dimissioni dal presidente della Commissione José Manuel Barroso e lo citò in giudizio. Nel 2019, il Tribunale dell’Unione europea ha respinto l’istanza e con questa la richiesta di risarcimento danni. […]