COSA SIGNIFICANO GLI ATTACCHI UCRAINI A BELGOROD, IN RUSSIA? ACCUSE RECIPROCHE TRA MOSCA E KIEV PER GLI SCONTRI NELLA REGIONE RUSSA AL CONFINE – LE MOSSE DELL’UCRAINA DOPO AVER PERSO BAKHMUT IN VISTA DELLA TANTO ANNUNCIATA CONTROFFENSIVA VERSO MELITOPOL E MARIUOPOL - I CONTRASTI INTERNI TRA EVGENY PRIGOZHIN, LEADER DELLA WAGNER, E I VERTICI DELLO STATO MAGGIORE DI MOSCA…
Estratto da Andrea Marinelli e Guido Olimpio per corriere.it
Cosa significano gli attacchi ucraini a Belgorod, in Russia, e quali sono le conseguenze?
L’attacco nella regione di Belgorod era prevedibile, quasi annunciato. Da indiscrezioni, mosse, attività emerse in lungo periodo.
Primo. A gennaio scorso, secondo le carte riservate del Pentagono diffuse dall’aviere Jack Teixeira, il presidente Zelensky in persona aveva chiesto ai suoi uomini un’azione in territorio russo con la presa di un villaggio. Un modo per avere una «leva» nei confronti del Cremlino. Questa era solo una delle diverse ipotesi considerate e poi accantonate. Tutte su questo sentiero.
Secondo. Gli ucraini hanno sempre usato il fattore «sorpresa», specie in momenti difficili, con manovre lontane dal fronte. (…)
Terzo. Il possibile uso di partigiani russi —questa la tesi di Kiev — è un classico delle operazioni clandestine di molti conflitti. (…)
Quarto. Per Mosca c’è la responsabilità diretta dell’Ucraina, con suoi «agenti». Che sia vero o meno è la versione migliore rispetto ad un coinvolgimento di incursori di nazionalità russa. Questo le permette di rispondere contro un obiettivo dall’altro lato della frontiera.
Quinto. Prendere di mira la Russia nel suo cortile non è un tabù. Ed è una reazione inevitabile da parte dell’aggredito dopo settimane di bombardamenti sulle città da parte degli invasori. Kiev, non avendo missili a lungo raggio, ha trovato altri sistemi per farlo. Sono le inevitabili conseguenze di un conflitto, difficile pensare che esistano delle linee rosse eterne. Spesso sono tracciate sulla sabbia, con i rischi che ne conseguono.
LA «TRAPPOLA» BAKHMUT
Estratto da corriere.it
(...) Dal momento che le forze ucraine si sono attestate negli ultimi giorni sui fianchi nord e sud della città, ora i russi dovranno concentrare i loro sforzi per difendere Bakhmut.
E questo potrebbe distogliere mezzi e uomini, il che potrebbe andare a vantaggio di Kiev in vista della tanto annunciata controffensiva verso sud est, ossia verso Melitopol e Mariuopol.
3. I dissidi
La battaglia di Bakhmut ha fatto emergere i contrasti interni tra Evgeny Prigozhin, leader della Wagner, e i vertici dello stato maggiore di Mosca.
Non è chiaro se Prigozhin potrà davvero ritirare i suoi uomini come ha annunciato due giorni fa in un filmato postato su Telegram.
I russi, miliziani o delle forze regolari che siano rischiano ora — come dichiarato nei giorni scorsi da Oleksandr Syrskyi , comandante delle forze di terra ucraine che ieri è tornato in visita sul fronte — di restare bloccati «come topi in trappola».