COSA SUCCEDE SE L’UOMO PIU’ POTENTE DEL MONDO FA LA GUERRA AL PIU’ RICCO DEL MONDO? LO SCONTRO TRUMP CONTRO BEZOS ORA SI COMBATTE SUI RICATTI, MINACCE ED ESTORSIONI CHE IL FONDATORE DI AMAZON AVREBBE RICEVUTO DAL "NATIONAL ENQUIRER" CHE VOLEVA PUBBLICARE ALCUNE SUE FOTO OSÉ E RIVELARE LA RELAZIONE CON LA GIORNALISTA LAUREN SANCHEZ - IL GIORNALE APPARTIENE AD AMERICAN MEDIA, LA CASA EDITRICE DI DAVID PECKER, AMICO DI TRUMP - IL RIFERIMENTO AL "DICK PICK" DI BEZOS
-Paolo Mastrolilli per “la Stampa”
Minacce, ricatti, estorsioni. Sembra un film sui peggiori istinti dell' uomo, ma invece è la vera sfida tra l' uomo più ricco del mondo e quello più potente. La clamorosa denuncia del fondatore di Amazon Jeff Bezos contro il tabloid National Enquirer, sospettato di aver rivelato i suoi tradimenti coniugali per fare un favore al Trump, ha sbattuto in faccia a tutti il sottoscala più vergognoso della politica americana.
Il 9 gennaio scorso Bezos aveva rivelato che lui e la moglie MacKenzie stavano divorziando. Due giorni prima, il National Enquirer lo aveva informato che avrebbe rivelato la sua relazione con l' ex giornalista televisiva Lauren Sanchez, pubblicando foto e messaggi privati.
Quando l' articolo era uscito, il fondatore di Amazon aveva assunto l' investigatore Gavin de Becker, affinché scoprisse come il tabloid aveva ottenuto le informazioni e perché le aveva cercate. Il 31 gennaio de Becker aveva detto al Daily Beast che c' era una motivazione politica.
Il National Enquirer infatti appartiene ad American Media, la casa editrice di David Pecker, amico di Trump che aveva protetto durante le presidenziali acquistando per 150.000 dollari i diritti della sua storia con l' ex coniglietta di Playboy Karen McDougal, allo scopo di nasconderla.
Per questo atto, che potrebbe aver violato le leggi sui finanziamenti delle campagne elettorali, Pecker ha accettato di collaborare con i procuratori che indagano sul capo della Casa Bianca. Il sospetto di de Becker era che il National Enquirer avesse rivelato la relazione di Bezos per fare un favore politico a Trump, che considera il fondatore di Amazon un nemico a causa della linea del Washington Post, di cui è proprietario.
Il 5 febbraio lo stesso Washington Post aveva scritto che messaggi e foto erano stati passati al tabloid da Michael Sachez, fratello di Lauren legato agli ambienti conservatori. Nella vicenda poi erano rientrati anche favori che American Media Inc.
aveva fatto al principe saudita Salman.
A quel punto è scattata la reazione del National Enquirer, che lo stesso Bezos ha denunciato nei dettagli, con un post pubblicato su Medium: «Ieri mi è capitata una cosa inusuale. Ho ricevuto un' offerta che non potevo rifiutare. O almeno ciò era quanto pensavano i capi del National Enquirer. Ma piuttosto che capitolare all' estorsione e al ricatto, ho deciso di pubblicare esattamente quanto mi hanno mandato, nonostante il costo personale e l' imbarazzo che minacciano. Se non resisto io, nella mia posizione, chi altro potrebbe farlo?».
Il fondatore di Amazon ha pubblicato una mail che il direttore del National Enquirer, Dylan Howard, aveva mandato il 5 febbraio scorso a Martin Singer, avvocato di de Becker. Nel testo, Howard aveva descritto alcune foto in suo possesso di Bezos, tra cui «un selfie scattato sotto la cintura, altrimenti noto colloquialmente come d*ck pick», ossia un' immagine del pene.
Quindi Dylan aveva aggiunto: «Inviare questa mail non dà piacere ad alcun direttore. Spero che il buon senso possa prevalere, e in fretta». Per «buon senso», Howard intendeva la richiesta che il giorno dopo il suo avvocato Jon Fine aveva inviato a Singer: «Una pubblica dichiarazione in cui affermate di non avere conoscenza o basi per suggerire che la copertura fatta da AM sia stata politicamente motivata, o influenzata da forze politiche».
Altrimenti, «AM si sentirà libera da ogni obbligo, e potrebbe stampare i materiali non pubblicati». Invece di piegarsi, Bezos ha deciso di rivelare tutto, perché ritiene che questo ricatto costituisca un reato, con cui American Media ha violato anche l' accordo fatto con i procuratori relativo al caso McDougal. Subito dopo il suo post, anche Ronan Farrow e l' AP hanno denunciato di aver subito simili ricatti.
AM ha risposto dicendo che ritiene il suo comportamento legale, e giornalisticamente giustificato dalla necessità di indagare le azioni di Bezos che potrebbero compromettere la sua capacità di guidare Amazon, ma ha aperto un' inchiesta interna. La denuncia però ora è sul tavolo dei procuratori, e promette di allargare l' indagine sulle protezioni offerte da Pecker a Trump.