COSA VA A FARE BERLUSCONI, DA SOLO E PER CINQUE GIORNI, IN RUSSIA DA PUTIN? PER LA SECONDA VOLTA, IN POCO PIÙ DI DUE MESI, IL BANANA TORNA IN RUSSIA, CHE E’ L’UNICO POSTO CHE BAZZICA DA QUANDO HA RIAVUTO IL PASSAPORTO…
Carmelo Lopapa per “la Repubblica”
Silvio Berlusconi fugge, da solo e per tutta la settimana, dall’amico Vladimir Putin. Per adesso il “rischio regime” può attendere. Come pure la selezione dei candidati per le amministrative, il faccia a faccia con Matteo Salvini, il rilancio del partito, le riunioni già convocate in settimane e perfino l’atteso appuntamento alla festa del “Giornale” di famiglia che il direttore Sallusti aveva pure confermato per sabato.
Per la seconda volta in poco più di due mesi (era già andato in Siberia a fine giugno), il leader di Forza Italia raggiunge il presidente della Federazione, sebbene stavolta non più nel freddo Nord. È l’unica meta che gli interessi, da quando ha riacquistato il passaporto. Quasi una convocazione d’urgenza, all’apparenza, ufficializzata solo nelle ultime ore. Anche se dallo staff invitano a non darla per scontata: più di una volta Berlusconi ha disdetto gli appuntamenti all’ultimo istante. Ma tant’è.
Quest’ennesimo blitz lo terrà lontano dalle grane italiane fino a domenica, rientrerà giusto per assistere al derby milanese in serata. E dire che i senatori forzisti erano già pronti, elmetti in testa, a schierarsi contro “la riforma che potrebbe portare a un regime”. Così aveva tuonato domenica l’ex premier.
Tant’è che la sua presenza alla riunione di gruppo convocata per stasera a Palazzo Madama, sebbene non confermata, era auspicata da molti di loro. Il capogruppo Paolo Romani la terrà ugualmente. Per confermare la linea dura contro il ddl Boschi? «Non credo proprio che il governo si presenterà a mani vuoti, in commissione, nelle prossime ore, al cospetto di una maggioranza che non è più maggioranza sulle riforme - prevede Romani - Dunque attendiamo e vediamo, con molto scetticismo». Le eventuali aperture, semmai ce ne saranno da parte dell’esecutivo sul listino per l’elezione dei senatori, saranno insomma valutate.
Le letture più dietrologiche interpretano la “fuga” di Berlusconi come un implicito via libera ai suoi a trattare, a impedire comunque che Renzi cada su questa riforma come su una buccia di banana, facendo scivolare tutti verso un voto anticipato che il leader forzista vuole evitare a tutti i costi. Meglio attendere il 2018, stretto com’è tra Fi in caduta libera e la leadership di Salvini che incalza.
«La verità è che Berlusconi sbadiglia solo al sentir parlare di politica, non solo di riforma e legge elettorale», confessa un habituè che gli ha parlato più volte in questo mese di relax vissuto dal capo tra la Sardegna e la Costa Azzurra. Altro per la testa, per adesso. In cima ai dossier sul tavolo, alla ripresa degli affari del lunedì ad Arcore, il Milan e il rischio che vada in fratumi con fragore il “matrimonio” con Mr Bee e l’apprododelle azioni della società nel mercato asiatico.
«L’incontro con Berlusconi? Dopo il derby» aveva tagliato corto Matteo Salvini qualche giorno fa. E così sarà. Non c’è stato ieri sera e sembra assai difficile avvenga oggi. Non c’è lo straccio di un accordo sulle future amministrative ed è anche il motivo per il quale la riunione già convocata a Palazzo Grazioli per giovedì 10 con i coordinatori regionali è stata confermata dai dirigenti, ma si terrà senza il leader. Berlusconi si sta giusto prodigando per convincere il riluttante Paolo Del Debbio ad accettare la corsa per Milano.
Intanto il Cavaliere dà forfait tanto alla festa del “Giornale” alla Versiliana (sabato pomeriggio), che sarà chiusa per paradosso domenica dal premier Matteo Renzi, quanto alla manifestazione organizzata dal fedelissimo Antonio Tajani (sabato mattina) a Fiuggi. «Chiamerà, forse», è stato promesso ai delusi organizzatori.
«Berlusconi ormai è un vulcano spento» affonda un ex che lo conosce bene come Fabrizio Cicchitto. Certo è che Forza Italia dovrà fare a meno del suo unico leader, per questa settimana cruciale, e iniziare ad abituarsi ad averlo sempre meno presente in futuro.