IL CUORE NUOVO DI SILVIO BATTE PER RAGGI E APPENDINO - IL CARO LEADER ENTUSIASTA DELLE STAR A 5 STELLE: “VOLTI STREPITOSI, DONNE SERIE E RESPONSABILI. RIVEDO IN LORO LA FORZA ITALIA DELLE ORIGINI. BISOGNA TROVARE UNA NUOVA FORMULA O SAREMO CONDANNATI ALL’OPPOSIZIONE”


Francesco Verderami per il “Corriere della Sera

 

BERLUSCONI AL VOTO A ROMA 4

In quei volti «strepitosi» e in quei discorsi «da donne serie e responsabili» si è riconosciuto, al punto da aver rivisto in loro «la Forza Italia delle origini». Ed è come se Berlusconi abbia voluto dare un riconoscimento a se stesso prima ancora che alla Raggi e alla Appendino, i due neosindaci Cinquestelle che - insieme a quel Di Maio «che si sta imponendo» - stanno fornendo una nuova identità al Movimento, diversa e più rassicurante agli occhi della pubblica opinione rispetto alle «mattane di Grillo» e ai suoi toni millenaristi.

 

VIRGINIA RAGGI

È stato un apprezzamento di estetica politica, quello dell' ex Cavaliere, un modo per celebrarsi e tornare indietro con la memoria, per alleviare anche il peso della riabilitazione dopo l' intervento. L' analisi del fenomeno, la voglia di soffermarsi su questa «giovane classe dirigente che ha fatto tutto da sola», che si è affermata senza aver avuto bisogno del «vaffa-leader», che è riuscita a vincere valorizzando un' idea più che un personaggio, è stata un esercizio che gli è servito per ricaricarsi. E per capire come affrontare la crisi del suo partito e della coalizione di cui è il fondatore.

CHIARA APPENDINO

 

Il punto è che il Movimento, sganciato dalle vecchie logiche «di destra e sinistra», si è trasformato in un magnete che ha mietuto consensi a sinistra e soprattutto a destra. È un problema che Berlusconi aveva studiato prima della malattia, compulsando gli amatissimi sondaggi. Dai report emergeva che «o noi vinciamo al primo turno, o ai ballottaggi non risultiamo mai vincenti né con il Pd né con i Cinque Stelle».

 

Perciò era giunto alla conclusione che «bisogna trovare una nuova formula, o saremo condannati all' opposizione». Non è dato sapere quale sia la «nuova formula», né se il capo di Forza Italia l' abbia già scoperta.

 

Di certo c' è che «per i nostri elettori è meglio votare un grillino piuttosto che un renziano», per usare le parole del governatore ligure Toti, che ieri al Corriere ha spiegato cosa sia accaduto domenica nelle urne. Il problema è che nella sfida contro l'«avversario comune», cioè il Pd, non c' è stata reciprocità nel processo di osmosi elettorale.

 

CHIARA APPENDINO

Tranne in alcuni casi (per esempio a Savona) gli elettori dei Cinque Stelle non hanno «ricambiato» (per esempio a Milano) la messe di consensi offerta dagli elettori di centrodestra ai candidati del Movimento a Roma e Torino.

 

Ieri il Giornale titolava a tutta prima che «Grillo usa il centrodestra», evocando i tempi in cui la Dc usava l' Msi come un frigorifero di voti, da scongelare all' occorrenza. E nel suo editoriale, Sallusti non solo sottolineava la diversità tra un «movimento oscurantista» e «il modello di società liberale» proprio di Forza Italia, ma aggiungeva anche che «un sindaco vincolato a un contratto con una società privata - la Casaleggio Associati - fa più paura di un ex comunista».

giovanni toti paolo romani

 

L' approccio di Berlusconi pare invece più montanelliano, se è vero che a suo giudizio i Cinque Stelle vadano «messi alla prova». Sarà forse un approccio dettato dalla battaglia comune contro Renzi «e il suo referendum costituzionale». In ogni caso resta il tema di una coalizione che si presta al «soccorso tricolore» senza però ottenerlo dai grillini, alla bisogna.

 

Ed è evidente un problema di identità: quella del Movimento è forte, quella del centrodestra è offuscata se non smarrita, non tanto a causa del logoramento di venti anni di battaglie, ma per le promesse non mantenute nel corso del ventennio, e che hanno provocato disaffezione nel suo elettorato.

 

Con un rapporto così sbilanciato con i Cinque Stelle, il centrodestra rischia di fare la parte dell' eterno terzo nel nuovo assetto tripolare. A meno che Berlusconi non scovi la «nuova formula». Per il momento si limita all' offensiva dell' elogio verso le nuove leve del Movimento. Non è una novità: tre anni fa si rivedeva in Renzi...