DAGO-SPIFFERA: SUSSURRI & RUMORS – CHI SE LO PAPPA "IL FOGLIO"? LOTITO E' INTERESSATO MA MAINETTI L'AVREBBE PROPOSTO ANCHE A CAIRO - COSA DIRANNO A PONTIDA ORBAN E WILDERS: LANCERANNO BORDATE ALLA MELONI SU MIGRANTI, UCRAINA E RUSSIA? - LA SANTANCHE' RINVIATA A GIUDIZIO SI DIMETTE O NO? LA SORA GIORGIA HA SEMPRE FATTO CAPIRE CHE LA "PITONESSA" DEVE SLOGGIARE SE FINISCE A PROCESSO. MA OCCHIO: IL DESTINO DELLA "SANTA" INFLUENZERA' ANCHE QUELLO DI SALVINI SUL CASO OPEN ARMS (SE SI DIMETTE LEI PER UN RINVIO A GIUDIZIO, COME PUO' RESTARE AL SUO POSTO IL LEGHISTA CON UNA CONDANNA IN PRIMO GRADO?) - BOCCHINO "INSEGUE" LE MELONI - LE INGENUITA' DEI FRATELLI ELKANN
DAGOREPORT
Il declino del Sultano. Come mai a Washington non ha destato preoccupazione il discorso con cui il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, ha annunciato il declino dell’Occidente (“I suoi valori stanno morendo, non sta facendo nulla per prevenire il genocidio a Gaza”)?
Non solo perché la Turchia è saldamente all’interno della Nato, e quindi non è immaginabile un suo “slittamento” verso Russia e Cina, ma anche perché il destino politico del “Sultano” di Ankara sembra ormai segnato. Alle prossime elezioni, Erdogan dovrebbe cedere il passo all’astro nascente della politica turca, il sindaco di Istanbul, Ekrem Imamoglu, leader del Partito popolare repubblicano Chp.
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Bocchino? Anche no. Ieri sera, ospiti di Lilli Gruber a Otto e Mezzo c’erano Travaglio e Bocchino. Tra i due, oltre alle schermaglie dialettiche, si percepiva una certa tensione, soprattutto da parte dell’ex parlamentare finiano. Il tascabile Italo invidia molto al direttore del “Fatto quotidiano” il suo buon rapporto con Giorgia Meloni, entratura a lui negata e che insegue pervicacemente inonando di lodi la Ducetta a ogni apparizione tv. Peccato che la “sorella d’Italia”, Arianna, neanche lo riceva, pur frequentando lo stesso palazzo in via della Scrofa (lui da direttore editoriale del “Secolo d’Italia”, lei da responsabile del partito)
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“Foglio” di via. Ha fatto molto discutere la notizia dell’interessamento di Claudio Lotito all’acquisizione del “Foglio”
Quanto ci sia di concreto in questa indiscrezione, non è dato saperlo. Quel che è certo è che il proprietario del quotidiano diretto da Claudio Cerasa, Valter Mainetti, non abbia più tanta voglia di continuare a fare l’editore. Avrebbe, infatti, proposto l’acquisizione del giornale anche a… Urbano Cairo.
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Agnelli coltelli. C’è una cosa che non si è tramandata in casa Agnelli: la buona abitudine di circondarsi di professionisti di alto livello. Se l’Avvocato, infatti, era “protetto” da personalità come Gianluigi Gabetti e Franzo Grande Stevens, i nipoti John, Lapo e Ginevra Elkann non hanno avuto altrettanta fortuna. Non si spiegano altrimenti gli inciampi piuttosto grossolani capitati ai tre nel pieno della battaglia legale con la madre, Margherita Agnelli. Una serie di errori marchiani, come il ritrovamento di un documento “sensibile” nella cantina del commercialista, Gianluca Ferrero, o altre leggerezze che hanno avvantaggiato la primogenita di Gianni e Marella nella lotta per l’eredità.
Una delle ragioni è che i fratelli Elkann, forti di un patrimonio sterminato, pensavano di essere intoccabili. Mai avrebbero immaginato che la loro stessa madre potesse sbandierare in piazza i panni sporchi di famiglia. La lite sul patrimonio sta diventando una “sputtanescion” inconcepibile per la proverbiale riservatezza di Villar Perosa. Gli “addetti ai livori” sostengono che Margherita sarebbe disposta a chiudere l’intera vicenda giudiziaria con un accordo transattivo che porterebbe nelle sue tasche 1,8 miliardi di euro. L'obiettivo della figlia dell'Avvocato, unica erede diretta di Gianni, non è tanto ridiscutere l'assetto proprietario di Exor o delle altre aziende di famiglia, ma riconoscere l'eredità anche ai cinque figli avuti con Serge De Pahlen, che hanno diritto alla loro parte del tesoro Agnelli. Una sommetta che i tre fratelli Elkann non sembrano intenzionati a riconoscere.
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Patrioti sul Carroccio. Cosa succederà sul pratone di Pontida quando, alla festa della Lega, prenderanno la parola, il premier ungherese Orban e l’olandese volante Wilders? Molti si aspettano attacchi contundenti alla linea politica del governo turbo-atlantista di Giorgia Meloni, ormai pappa e ciccia con Ursula von der Leyen.
Le staffilate potrebbero arrivare sui temi cari ai “Patrioti”, come migranti, forniture di armi a Zelensky e la possibilità di usarle per attaccare la Russia, e pace con Putin. Per strizzare l’occhio all’alleato Salvini, che li ha invitati alla festa della Lega, potrebbero citare anche il processo Open Arms, in cui il “Capitone” rischia la condanna a sei anni.
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Santa e “con-dannata”? Cosa accadrà l’11 ottobre, quando il gup di Milano, con molta probabilità, rinvierà a giudizio Daniela Santanchè? I retroscena degli ultimi mesi sono stati tutti concordi nel dare per scontate le dimissioni della ministra del turismo in caso di processo.
Giorgia Meloni avrebbe fatto capire più volte alla “Pitonessa” che non potrà restare al suo posto. Peccato che la “Santa” abbia rimarcato con altrettanta tignosità che al passo indietro non ci pensa proprio. La sua decisione sarà rilevante anche per Matteo Salvini, che entro la fine del 2024 rischia di vedersi condannare a sei anni nel processo Open Arms. Se la Santanchè si dimette per un rinvio a giudizio, come può lui restare con una condanna di primo grado?
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Bombardati e mazziati. Il Libano non ha mai dichiarato guerra a Israele, ma è Israele che è entrata in guerra con il Libano. È l'osservazione che circola di più in questi giorni tra gli esperti di geopolitica. Che rilevano una sottigliezza: per la prima volta, un Paese (il Libano) si ritrova bombardato e coinvolto in un conflitto senza essere stato mai citato come nemico.
“Bibi”, infatti, ha precisato più volte che non vuole colpire i cittadini libanesi, ma Hezbollah, che governa il Paese de facto, ma non ufficialmente (l’organizzazione è all’interno della maggioranza di Governo che sostiene il premier Najib Mikati.