DAGONEWS - DOMANI SI VOTA PER LA SOPRAVVIVENZA DI DI MAIO. COSA DECIDERÀ DI FAR VOTARE CASALEGGIO? IL GURU JUNIOR È IN MEZZO AL FUOCO DI GRILLO, CHE VUOLE TORNARE ALL'OPPOSIZIONE, E L'INTERESSE PER LA CASALEGGIO ASSOCIATI DI AVERE IL M5S AL GOVERNO - LO SCONTRO DURISSIMO TRA PRIMO DI NICOLA E GIGGINO, FINITO IN LACRIME. MA CON GRILLO HA TIRATO FUORI IL CARATTERE: LA SCONFITTA NON È FIGLIA SOLO DELL'ALLEANZA CON LA LEGA, MA PURE DEI FLOP NELLE CITTÀ GOVERNATE DAI 5 STELLE
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Domani si vota per la sopravvivenza di Di Maio. Cosa deciderà Casaleggio, che muove i fili della trasparentissima piattaforma Rousseau? Non è convinto di tenere al suo posto il povero Giggino, ma i capi del Movimento sono spaccati. Grillo e Fico vorrebbero tornare all'opposizione per non sparire, mentre Dibba e il Guru junior sono in mezzo al guado.
L'erede della Casaleggio e associati all'inizio sperava di potersela cavare con la riedizione del direttorio a 5, ma poi è stato costretto dalla protesta dei gruppi parlamentari a sottoporre la questione alla ormai mitologica ''base''. Ovviamente ha non pochi interessi da soppesare: quanto conviene in termini economici alla sua società se il M5S resta al governo? Ah, saperlo…
Casalino è stato uno dei primi a essere messo sotto accusa: allo stratega della comunicazione rimproverano l'atteggiamento prima troppo morbido poi troppo aggressivo. Grillo avrebbe consigliato a Di Maio di uscirsene così: dì che abbiamo sbagliato ad allearci con la Lega, dì che noi siamo onesti, trasparenti e diversi da quelli là, noi non scendiamo a compromessi.
A quel punto Di Maio avrebbe tirato fuori un po' di carattere e avrebbe obiettato: caro Beppe, quello che dici sarà pure vero, ma fino a un certo punto. La sconfitta è legata anche agli schiaffi COLOSSALI incassati nelle città governate dai 5 Stelle, dove la Lega non c'entra un bel niente. Roma, Torino, Livorno: il M5S è stato obliterato proprio dove è stato messo alla prova senza alcun vincolo di alleanze.
Ma per Grillo il punto è proprio quello: non bisogna governare. Bisogna stare all'opposizione e rompere le palle a chi sta al potere, fare il cane da guardia.
Ma da dove nasce ieri l'accelerazione sulle dimissioni? Dopo il durissimo incontro tra Di Maio e Primo Di Nicola, lil giornalista dell'''Espresso'' in pensione che dalle scorse elezioni è entrato in Parlamento col M5S. Di Nicola lo avrebbe cazziato duramente, gli avrebbe rinfacciato gli errori e pure le ridicole strategie comunicative: non sei come Salvini, non puoi fare le campagne social con la fidanzatina che pubblica scatti romantici.
A quel punto Di Maio sarebbe sbottato e in lacrime avrebbe detto: ''Allora basta, mi dimetto!''. C'è voluto l'intervento di Casaleggio e l'escamotage del voto online per fermare la crisi. Che però è comunque dietro l'angolo. Se non è Rixi, è la Tav, se non è la Tav, è l'autonomia…