DAGONEWS - DOPO L’INCONTRO CON DRAGHI A PIAZZA SAN PIETRO, GIORGETTI HA SMESSO DI DIFENDERE IL DG DEL TESORO, ALESSANDRO RIVERA - HA CAPITO CHE IL GRAND COMMIS NON SOLO NON E’ UN “DRAGHI BOY” (FU NOMINATO DA TRIA DURANTE IL GOVERNO GIALLOVERDE CONTE-SALVINI) MA CHE SAREBBE STATO GIUBILATO SE MARIOPIO FOSSE RIMASTO ANCORA A PALAZZO CHIGI…
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Quando Mario Draghi sussurra, Giorgetti recepisce: è stato così durante l’esperienza del governo “dei migliori”, e così è ancora oggi. L’incontro tra i due a Piazza San Pietro, durante i funerali di Joseph Ratzinger, come Dago-anticipato, ha contribuito a far chiarezza sulla considerazione di “MarioPio” nei confronti del direttore generale del Tesoro, Alessandro Rivera. L’ex presidente della BCE ci ha tenuto a marcare una distanza dal grand commis del MEF: “Non è un Draghi-boy”.
Draghi si è limitato a ricordare a Giorgetti che Rivera è stato nominato dall’allora ministro dell’Economia, Giovanni Tria, ai tempi del governo giallo-verde, con Giuseppe Conte a Palazzo Chigi e Matteo Salvini vicepremier e ministro dell’Interno. Il messaggio tra le righe, consegnato al ministro semolino della Lega, è che se Draghi fosse rimasto ancora un po’ alla guida del governo, il Dg del Tesoro sarebbe stato giubilato.
Ecco perché il “cuor di melone” di Cazzago Brabbia ha fatto un’inversione a U sul destino di Rivera: ha smesso di difenderlo e ora non esclude più un avvicendamento. Gli allibratori dello spoils system oggi danno Rivera fuori all’80%.
DAGONEWS - CHIACCHIERATA TRA DRAGHI E GIORGETTI AL FUNERALE DI RATZINGER - MARIOPIO HA PRESO LE DISTANZE DAL DIRETTORE GENERALE DEL TESORO, ALESSANDRO RIVERA: “NON E’ UN DRAGHI-BOY" - IN EFFETTI LA SUA NOMINA SI DEVE AL MINISTRO TRIA AI TEMPI DEL GOVERNO GIALLOVERDE CON CONTE PREMIER E SALVINI VICEPREMIER E MINISTRO DELL'INTERNO - I SUGGERIMENTI DI DRAGHI A GIORGETTI SULLA RAGIONERIA GENERALE DELLO STATO E LA PROMESSA DI RIVEDERSI PRESTO…