DAGONEWS – I NODI DI SALVINI VERRANNO AL PETTINE! IL “CAPITONE” HA GROSSE GRANE DA RISOLVERE DA QUI AL 25 SETTEMBRE: PRIMA FRA TUTTE, LA CANDIDATURA DI GIORGETTI, CHE VORREBBE RITIRARSI A VITA PRIVATA (MA POI ALLA FINE CI RIPENSERA': E' DURO COME IL SEMOLINO) - LA FILA DI QUESTUANTI A VIA BELLERIO IN CERCA DI UNA CANDIDATURA CON LA LEGA - IL NODO DELLA SPARTIZIONE DEI SEGGI UNINOMINALI (LA MELONI NE VUOLE LA METÀ) E QUELLO DEL PROGRAMMA: DAL PUTINISMO ANTI-UCRAINA ALLA FLAT-TAX, COME FARE PER GOVERNARE SENZA SCAZZOTTATE CON LA “DUCETTA” ATLANTISTA?
-DAGONEWS
Negli ultimi giorni giornaloni e opinionisti si sono ardentemente dedicati a sventolare la minaccia nera di un eventuale governo Meloni.
Salvini ringrazia: questa operazione “anti-fascista” gli ha permesso di restare lontano dalle polemiche. Almeno per ora: nelle prossime settimane il “Capitone” tornerà nell’occhio del ciclone.
Innanzitutto perché il fido Giorgetti, anche per preservare un briciolo di dignità draghiana dopo la fine del governo di “Mariopio”, starebbe pensando di non candidarsi alle prossime elezioni, malgrado le insistenti suppliche del segretario del Carroccio (il ministro dello sviluppo economico, per quanto sprovvisto di audacia, è pur sempre un utilissimo colonnello per la gestione del partito e delle questioni di governo). Visto che ha già dimostrato una determinazione da semolino, Giorgetti potrebbe comunque ripensarci, e cedere alle sirene di una candidatura.
Ma Salvini ha un altro problema, molto più grosso del destino del suo vice: la messa a punto delle liste dei candidati alle prossime elezioni. Prima del proclama del Papeete, con cui uscì dal governo Conte I, la Lega veleggiava al 30%. Le schiere di nuovi supporter del Capitano sono cresciute rispetto al 2018, e con esse anche le falangi di aspiranti parlamentari, che bussano alle porte di via Bellerio in cerca di una candidatura.
Oltre a definire e selezionare i nomi, Salvini dovrà concordare con la Meloni e Berlusconi la ripartizione dei collegi uninominali. La “Ducetta” propone uno schema 50-30-20: vuole prendersi la metà dei seggi, lasciando agli alleati le briciole. Nella migliore delle ipotesi “Gigiona” è disposta a scendere al 40%, permettendo alla Lega di salire al 35 e Forza Italia al 25.
Inoltre, il “Capitone” dovrà mettere a punto un chiaro programma economico-politico che gli permetta di governare senza scazzottate con Giorgia Meloni. I due sono divisi quasi su tutto, specie in politica estera: NATO, invio di armi all’Ucraina, collocazione internazionale e rapporti con la Russia di Putin. Senza considerare che i sogni di Salvini (flat tax e nuovo scostamento di bilancio da 50 miliardi) rappresentano una pesante minaccia per la tenuta dei conti pubblici italiani...