DAGOREPORT: BIENNALE DELLE MIE BRAME! - MOLTI SCOMMETTONO SULLE DIMISSIONI ANTICIPATE DEL DIRETTORE DELLA BIENNALE CINEMA ALBERTO BARBERA. UNA POLTRONA CHE FA GOLA A GIANLUCA FARINELLI, PRESIDENTE DELLA FONDAZIONE CINEMA PER ROMA SU INPUT DEL DUPLEX NASTASI-FRANCESCHINI. CAMBIATO REGIME, LA SUA AMBIZIONE HA TROVATO UN VALIDO APPOGGIO NEL RAMPELLIANO MOLLICONE - IL PRESIDENTE DELLA BIENNALE ROBERTO CICUTTO SCADE A FEBBRAIO E GIÀ DA MESI SI SA CHE GGGIORGIA VUOLE BUTTAFUOCO. SCELTA AVVENTATA PER IL PIÙ COMPLESSO EVENTO CULTURALE ITALIANO. MA SI VOCIFERA CHE DIETRO AL VATE SICULO DELLA DUCETTA, A TIRARE I FILI, CI SIA IL MULTIFORME SALVO NASTASI…
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Biennale delle mie brame. Il presidente Roberto Cicutto scade a fine febbraio e già da mesi si sa che Gggiorgia Meloni come successore vuole Pietrangelo Buttafuoco. Scelta a dir poco avventata: dirigere il più grande e articolato evento culturale italiano, dalla musica al teatro, passando per architettura e danza, fino ad arrivare al cinema, non è proprio come scrivere un articolo o un romanzo.
Anche se si vocifera che dietro al vate siculo della Ducetta, a tirare i fili, ci sia il multiforme Salvo Nastasi, deus ex machina dell’era Franceschini, ministro della cultura.
Altro giro: molti già scommettono sulle dimissioni anticipate del direttore della Biennale Cinema Alberto Barbera che, oltre questa edizione, ne ha davanti un'altra. Una poltronissima che fa gola a Gianluca Farinelli, storico direttore della Cineteca di Bologna che nel 2022, sempre su input del duplex Nastasi-Franceschini, il sindaco di Roma zozzona, Robertino Gualtieri, nominò presidente della Fondazione Cinema per Roma.
Cambiato regime a Palazzo Chigi, dopo le critiche del presidente della regione Lazio Francesco Rocca, è arrivato l’avviso di sfratto dalla sottosegretaria ai Beni Culturali, Lucia Borgonzoni (Lega): "Roma deve trovare la sua identità, non essere in competizione con Venezia, deve aumentare il suo carattere di festa diffusa fra la gente".
Capita l'antifona, l’abile Farinelli non si è perso d’animo e la sua ambizione ha trovato un valido appoggio nel fratellino d’Italia Federico Mollicone, quello diventato presidente della commissione Cultura della Camera perché voleva bannare il pupazzo di Peppa Pig, rea di avere due mamme…