COM’È STATO ACCOLTO A BALI IL FATTACCIO DEL MISSILE CADUTO NEL PAESINO POLACCO DI PRZEWODOW? BIDEN HA RIUNITO LO STAFF E HA DECISO SUBITO DI DERUBRICARE TUTTO A MERO INCIDENTE - GLI AMERICANI NON HANNO VOLUTO FAR EMERGERE TUTTI I DETTAGLI MA HANNO CHIAMATO IL PREMIER POLACCO, MORAWIECKI, PER INVITARLO AD ABBASSARE I TONI – WASHINGTON HA PARLATO CHIARO: IL CASO È CHIUSO. SE FOSSE STATO DIMOSTRATO CHE IL RAZZO ERA STATO LANCIATO DAI RUSSI, LA NATO AVREBBE DOVUTO SCENDERE IN GUERRA...
DAGOREPORT
La notizia del missile caduto nel paesino polacco di Przewodów, che ha ucciso due poveri contadini, è piombata al G20 di Bali quando in Indonesia era ormai notte fonda.
Come ha reagito Joe Biden? Il presidente americano e il suo staff, alloggiati all’Hyatt Hotel, si sono riuniti immediatamente per cercare di risolvere una situazione potenzialmente esplosiva. E hanno stabilito che quanto successo dovesse essere derubricato a incidente.
Non hanno approfondito la questione né messo a fuoco i dettagli: il presidente americano ha chiamato il premier polacco, Mateusz Morawiecki, per invitarlo a non creare scompiglio, e comunicargli la linea americana: “È stato un mero incidente”. Stop.
Ecco spiegato l’improvviso raffreddamento dei toni da parte di Varsavia, dopo il colloquio con Biden. Ecco spiegate le parole di oggi del segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg.
Gli americani hanno reagito con estrema calma, evitando di mettere nel mirino Mosca (come invece hanno provato a fare Zelensky e i suoi). L'atteggiamento americano ha anche ricevuto i complimenti del Cremlino, che ha parlato di “reazione misurata, riservata e molto più professionale che contrasta con quella isterica di altri Paesi”.
Per altri Paesi Putin intende ovviamente la Polonia, che inizialmente aveva convocato una riunione urgente del comitato per la sicurezza nazionale, e l’Ucraina.
Varsavia ha dovuto abbassare subito la testolina di fronte alla pressione americana, mentre Kiev ancora oggi continua a negare di essere parte in causa. Giusto qualche ora fa, Oleksiy Danilov, segretario del Consiglio nazionale per la sicurezza ucraino, ha chiesto al nome del governo di avere “accesso immediato” al luogo in cui è caduto il missile: “Siamo pronti a consegnare le prove che abbiamo della pista russa”.
Ma la Casa bianca ha parlato chiaro: il caso è chiuso. Anche perché, se si fosse scavato a fondo, ci saremmo ritrovati spalle al muro: se fosse emerso che il razzo S-300 era russo, la Nato sarebbe dovuta intervenire immediatamente. L’articolo 5 della carta dell’Alleanza parla chiaro: “Un attacco armato contro una o più di esse, in Europa o in Nord America, sarà considerato un attacco contro tutte”. Sarebbe stata, insomma, guerra totale: Nato contro Russia.
La posizione ufficiale di Nato e Usa ha spostato il focus altrove: “probabilmente” il missile proveniva dall’Ucraina (sparato da chi e perché, non si sa). Un modo elegante per non ammettere la responsabilità diretta di Kiev: in tal caso, Biden avrebbe dovuto prendere per le ‘recchie Zelensky e dargli quattro schiaffoni. E invece, la fumosa ma rassicurante versione dell’incidente tiene il conflitto sotto la soglia di guardia...
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