1. DAGOREPORT: MANI PULITE TRENT'ANNI DOPO: UNA AUTOCELEBRAZIONE FALSIFICATA CHE IGNORA IL RUOLO DELLE GRANDI IMPRESE GRAZIE AI GIORNALONI CHE CONTROLLAVANO
2. TANT’È CHE SULLA STAMPA DELL'EPOCA E DI OGGI NON TROVERETE MAI UNA RIGA SUL RUOLO AVUTO DAI CORRUTTORI, MA SOLO DEI CORROTTI. COSI' NEI PRIMI DUE ANNI DELLA MATTANZA MANETTARA I POTERI MARCI, CHE INCORAGGIAVANO IL POOL DI MANI PULITE, NON FURONO MAI SFIORATI DALLE MANETTE: DALLA FIAT DIRETTA DA CESARE ROMITI (CHE CONFEZIONAVA PACCHI DI MAZZETTE CON LA CARTA DEI GIORNALI) ALLA FININVEST DI SILVIO BERLUSCONI. MA BEN PRESTO SARANNO COSTRETTI A PORTARE ANCHE LORO LA CROCE GIUDIZIARIA DEGLI INQUISITI NEL MALAFFARE E NON IL RUOLO DEI POVERI CONCUSSI COME SOSTENEVANO (A TORTO)
a cura di GLUCK per Dagospia
Nelle settimane della merla e della scalata al Quirinale con il bis di Mattarella già evocato alla prima della Scala è calata pure la nebbia a offuscare per giorni la Milano scintillante raccontata dalle gazzette locali. Una città del tutto insensibile alle vicende politiche romane, ma intenta ad autocelebrarsi trent’anni dopo l’avvio di Tangentopoli.
Tra rimorsi e rimozioni dei cronisti giudiziari al servizio dei Poteri marci che possedevano e controllavano il sistema dei media. Tant’è, che nei primi due anni della mattanza manettara non furono mai sfiorati dal pool di Mani pulite che incoraggiavano il loro lavoro: dalla Fiat di Cesare Romiti alla Fininvest di Silvio Berlusconi, che ben presto saranno costretti a portare anche loro la croce giudiziaria degli inquisiti nel malaffare e non quella dei concussi come sostenevano (a torto).
MANI PULITE, PENNE SPORCHE
Alla libreria “Arcadia” a due passi del palazzo di Giustizia, l’avvocato di lungo corso è un fiume in piena: “Sa cosa pensava dei giornalisti un premier inglese? La stampa pretende quello che pretendono le prostitute: potere senza responsabilità. Sa come si dice nella mia Sicilia? Cu’ s’ammuccia soccu fa, è signu chi mali fa… vale a dire, chi nasconde quel che sa ha qualcosa da nascondere”.
E ancora: “Nella stampa dalla memoria curta non troverete una riga sul ruolo avuto anche dai corruttori in Mani pulite, ma solo dei corrotti. Parlo delle grandi imprese…alla Fiat il dottor Romiti confezionava pacchi di mazzette con la carta dei giornali… Così, una volta superata la sbornia giudiziaria qualcuno l’ha forse dimenticato? al momento di risolvere Tangentopoli che l’investiva - a Torino non a Milano con buona pace del pool -, a Cernobbio i padroni del vapore evocarono un condono salvifico, ma il compianto professor Guido Rossi fu lapidario (e inascoltato) nel bocciarlo: “Non è Tangentopoli a creare il falso in bilancio, sono i bilanci falsi a creare Tangentopoli”.
LA FAVOLA DELLA SOCIETA’ CIVILE
Poi aggiunge: “Per salvare i corruttori, tali erano i grandi imprenditori che hanno sempre pagato i partiti, all’arresto del manager Fiat, Enzo Papi, il loro penalista di fiducia, Vittorio Chiusano, sostenne che le società per azioni non erano enti pubblici, ergo tutti i reati di concussione e corruzione dovevano essere cancellati… Ma la stampa strabica nel ricucire la tela del malaffare pubblico e privato continua a guardare solo dalla parte degli eroi di Mani pulite”.
Mette ordine nel passato (che non passa) nel suo ultimo lavoro la storica Simona Colarizi (“Passatopresente, Laterza): “Stampa e televisione avevano costruito e alimentato la favola di una società civile e sana, dominata per quasi mezzo secolo da partiti corrotti (…) un mito devastante che avrebbe contribuito a distruggere il sistema dei partiti della prima Repubblica”.