DAGOREPORT – FATTE LE PRIMARIE (INUTILI), A ROMA ADESSO SI FA SUL SERIO: PRESTO ARRIVERANNO I PRIMI VERI SONDAGGI. LETTA GIÀ TREMA: UNA PARTE DEL PD, OLTRE A QUELLA EX RENZIANA, VUOLE CONVERGERE SU CALENDA, PER RISPEDIRE GUALTIERI TRA LE BRACCIA DEL SUO AFFETTUOSO SPONSOR MASSIMO D'ALEMA - I TIMORI DI ENRICHETTO SUL FUTURO POSIZIONAMENTO DEL M5S BY CONTE. “GIUSEPPI” MINACCIA (VIA PATUANELLI) SULLA GIUSTIZIA, E SOTTI-LETTA È TRA DUE FUOCHI: LUI SOSTIENE LA CARTABIA, MA HA PAURA CHE I GRILLINI AFFOSSINO LA RIFORMA…
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Le primarie a Roma non solo sono state un mezzo flop, ma di fatto (come al solito) non sono servite a una mazza. L’esito era scontato e lo scenario all’interno del Pd non è cambiato: sono state quindi l’ennesima conferma che consultazioni di questo genere sono “una puttanata” (copyright Cacciari) per salvare la forma, e che, in realtà, le decisioni vengono prese ex ante dal gruppo dirigente, in pieno stile PCI.
Intanto a Bologna il Partito Democratico dovrà cercare di recuperare i voti della renziana Isabella Conti, e portarli al mulino mezzo vuoto di Matteo Lepore. La sindaca di San Lazzaro di Savena promette lealtà, ma i “dem” tremano all’idea che possa correre in solitaria, magari con una lista civica e centrista che potrebbe ingolosire il centrodestra
Fatte le primarie, adesso si inizia a fare sul serio. E presto arriveranno i primi veri sondaggi sul gradimento dei candidati. Quelle realizzate finora erano infatti rilevazioni con campioni statistici molto ridotti, praticamente insignificanti. Letta già trema, anche perché una parte del Pd vuole convergere su Calenda per danneggiare Gualtieri e il suo “affettuoso sponsor” Massimo D’Alema.
Sotti-Letta ha anche altri guai per la testa, che riguardano il futuro posizionamento del Movimento 5 Stelle by Conte. I parlamentari grillini si sono ormai appiattiti su “Giuseppi”, perché hanno capito che sarà lui a fare le prossime liste. Nel frattempo “l’avvocato di Bonafede-Travaglio” ha fatto fare una doppietta di interviste al fedelissimo Stefano Patuanelli, una venerdì su “La Stampa”, una ieri al “Corriere”.
Il ministro dell’agricoltura ha prima mostrato il volto buono rivolto alle imprese, poi ha detto chiaramente che il Movimento sulla giustizia “non accetterà mediazioni al ribasso, e che la riforma Bonafede è l’unico punto di caduta possibile”, ma che per il M5s “sarebbe inspiegabile” uscire dal governo.
Letta è tra due fuochi: sostiene la riforma Cartabia, e ha paura che i grillini, secondo lo schema Conte-Travaglio-Bonafede, la ostacolino con l’ala manettara del suo Partito.