DAGOREPORT – HASTA LA VISTA, “BIBI”: COMUNQUE VADA L’OFFENSIVA ISRAELIANA NELLA STRISCIA DI GAZA, IL DESTINO DI NETANYAHU È SEGNATO. GLI AMERICANI SONO INSOFFERENTI E SPINGONO PER UN VOLTO NUOVO PER GESTIRE LE TRATTATIVE DI PACE: GLI USA APPREZZANO MOLTO YAIR LAPID, UNICO LEADER A ESSERE RIMASTO ALL’OPPOSIZIONE, CHE INVOCA IL DIALOGO CON L’ANP – L’INVASIONE DELLA STRISCIA DI GAZA PROCEDE A RILENTO, CON L’OBIETTIVO DI SFIANCARE I MILIZIANI DI HAMAS CON INCONTRI DIPLOMATICI PER SBLOCCARE IL RILASCIO DEGLI OSTAGGI - L’EX CAPO DEL MOSSAD, YOSSI COHEN, VOLERÀ IN QATAR, E POTREBBE INCONTRARE IL CAPO DI HAMAS, ISMAIL HANIYEH – I TIMORI DEGLI USA PER IL DISCORSO DI VENERDI' DI HASSAM NASRALLAH, LEADER DI HEZBOLLAH, FINANZIATO DALL'IRAN
-DAGOREPORT
Comunque vada l’offensiva israeliana di Hamas, il destino politico di Benjamin Netanyahu è segnato.
Gli americani non nascondono più la loro insofferenza verso il governo di “Bibi” e già immaginano un cambio di cavallo in corsa per gestire la fase due: una volta “neutralizzati” i capi dell’organizzazione terrorista, servirà un volto nuovo per gestire le trattative di pace.
Il più accreditato a succedere all’indigesto Netanyahu è Yair Lapid, ex premier e leader di Yesh Atid (C’è un futuro) e unico esponente a essere rimasto all’opposizione del governo di emergenza nazionale. Alla Casa Bianca piacciono le sue posizioni moderate verso l’Autorità Nazionale Palestinese (in un’intervista all’Osservatore Romano ha detto: “Dobbiamo sconfiggere Hamas per una nuova leadership con l'Anp a Gaza”).
L’invasione della Striscia di Gaza procede a rilento, con l’obiettivo di sfiancare i miliziani di Hamas nascosti nei tunnel, mentre accelerano le trattative e gli incontri diplomatici per sbloccare il rilascio degli ostaggi.
L’ex capo del Mossad, Yossi Cohen, volerà a Doha per parlare con i “danti causa” dei terroristi. Lì, non è escluso che incontri Ismail Haniyeh, il capo dei Capi della formazione estremista che vive nel lusso, protetto dagli emiri.
Joe Biden finora si è speso moltissimo per tenere al guinzaglio Netanyahu e impedirgli una risposta sproporzionata, tale da infiammare ulteriormente l’intera regione con un connesso rischio escalation.
Ma a destabilizzare lo scenario è l’atteso discorso, venerdì 3 novembre, del Capo di Hezbollah, Hassam Nasrallah. La formazione sciita, finanziata dall’Iran, dispone di almeno 50mila miliziani ben addestrati e molto meglio armati rispetto ad Hamas.