DAGOREPORT – L’IDEA DI SALVINI DI FARE CAMPAGNA ELETTORALE PER LE EUROPEE AL GRIDO DI “ABOLIAMO IL CANONE” AGITA I SONNI DI PIER SILVIO BERLUSCONI, GIÀ SCOTTATO DAL RITOCCO AL TETTO PUBBLICITARIO PER VIALE MAZZINI – L’ARGOMENTO È CARO ANCHE A MOLTI GIORNALI: INCLUSO NEL CANONE, C’È IL FONDO PER IL PLURALISMO DELL’INFORMAZIONE, CHE EROGA I SUSSIDI PUBBLICI ALL’EDITORIA – CIRCOLA DI NUOVO LA VECCHIA IDEA DI VENDERE UN CANALE DEL SERVIZIO PUBBLICO: UN’IPOTESI SUGGESTIVA MA DIFFICILE DA REALIZZARE...
-DAGOREPORT
La vittoria contro la Rai nella gara degli ascolti non ha rasserenato Pier Silvio Berlusconi. Il taglio al canone, voluto da Matteo Salvini comporterà un ritocco al tetto pubblicitario per viale Mazzini, con un conseguente danno alle casse di Mediaset (come di La7 e i canali Discovery).
Ad agitare i sogni di “PierDudi” sono arrivate, come una doccia gelata, le indiscrezioni giornalistiche sui piani di Salvini per la campagna elettorale per le Europee, secondo cui il “Capitone” punterebbe tutto sull’abolizione totale del canone Rai. Un disastro potenziale enome per le casse del Biscione.
L’argomento canone non interessa solo ai dirigenti di Viale Mazzini e a quelli delle tv commerciali, ma tocca direttamente le tasche di molti giornali.
Incluso nella “tassa più odiata dagli italiani”, infatti c’è il Fondo per il pluralismo dell’informazione, una mini-cassaforte dalla quale vengono erogati sussidi a vantaggio dei quotidiani, come “Avvenire”, “Libero”, “Italia Oggi”, “il Secolo d’Italia”, “il Foglio”, che ancora godono dei contributi pubblici.
Per riorganizzare il dossier Rai, nel governo ha ripreso a circolare una vecchia idea: vendere uno dei canali del servizio pubblico. Un’ipotesi suggestiva ma difficilmente realizzabile.