DAGOREPORT! – LA VALANGA TRUMP MANDA IN TILT L'AMERICA - LA VITTORIA DELL’EX PRESIDENTE IN IOWA, NONOSTANTE IL FREDDO ARTICO E I PROCESSI PER IL TENTATO GOLPE DEL 2021, È CLAMOROSA: HA SUPERATO IL 50% DEI CONSENSI, DISTACCANDO DI 30 PUNTI DESANTIS - IL FLOP DI NIKKI HALEY: KOCH MEDITA DI CHIUDERE I FINANZIAMENTI - BIDEN, TERRORIZZATO, ASPETTA DI VEDERE CHE SUCCEDE IN NEW HAMPSHIRE E PENSA DI SVEGLIARE GLI AMERICANI CON IL RITORNELLO: "LA DEMOCRAZIA E' IL PERICOLO" (AUGURI!)
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Il popolo del Grand Old Party ha parlato: non ci sono alternative a Trump. La clamorosa vittoria del tycoon nei caucus repubblicani dell’Iowa ha sconvolto gli analisti di Washington e New York che, dall’alto dei loro grattacieli di vetro, non vedono oltre il proprio naso, e non si rendono conto del supporto che “The Donald” ha nella cosiddetta America profonda.
Nemmeno le temperature artiche (-40 gradi in certe aree) hanno scoraggiato i duri e puri fedeli del trumpismo a votare per il loro idolo, che ha superato il 50% dei consensi e lasciato le briciole ai rivali DeSantis e Haley. Il distacco, di 30 punti, è il più largo mai registrato nella storia, e consegna a Trump uno slancio enorme, forse irrecuperabile, per la campagna presidenziale.
La famiglia Koch, che aveva deciso di sostenere con lauti finanziamenti Nikki Haley, sta già meditando sul da farsi: deve decidere se continuare a sganciare dollari per una candidatura che, alla prova dei fatti, rischia di essere fallimentare e inutile.
È probabile che i ricchissimi finanziatori storici dei conservatori Usa aspettino il 24 febbraio, quando si terranno le primarie in Carolina del Sud, stato che Haley ha amministrato da governatrice e dove potrebbe risalire.
I democratici, invece, attenderanno di vedere che succederà nella prossima tappa del percorso per la nomination repubblicana: le primarie in New Hampshire, che si terranno martedì prossimo, 23 gennaio.
È vero che l’Iowa era una partita relativamente facile per Trump: è uno stato storicamente conservatore, con una presenza nutrita di evangelici, che l’ex presidente si è coccolato durante il suo mandato (per esempio, come scrive Roberto Festa sul sito del “Fatto quotidiano”, nominando tre giudici di area alla Corte Suprema, che hanno cancellato il diritto di aborto).
È vero altresì, come sottolinea l’autorevole politologo Larry Sabato, che i sondaggi avevano previsto una vittoria schiacciante e non ci sono state “vere sorprese”.
A sorprendere sono semmai altri due dati: il primo è il distacco tra “The Donald” e il duo DeSantis-Haley. Il secondo è che Trump ha stravinto in tutti i ceti sociali, sbaragliando la concorrenza in ogni classe sociale, senza differenze tra istruzione e ricchezza.
Scrive il “Wall Strret Journal”: “Trump ha ottenuto il massimo in quasi tutti i gruppi demografici del GOP e in ogni tipo di comunità, con un margine di vittoria record per i caucus repubblicani dell'Iowa. Gli alleati di Trump hanno subito sostenuto che la corsa dovrebbe essere finita, in modo da potersi concentrare su Biden […]. I democratici sono ansiosi di rivedere Trump al voto, convinti che gli elettori lo respingeranno ancora una volta.
“Haley – è ancora la cronaca del WSJ - si è congratulata con Trump, ma ha subito sottolineato le sue prospettive nel New Hampshire. ‘Posso dire con certezza che stasera l'Iowa ha reso le primarie repubblicane una corsa a due’, ha detto.
‘La domanda che gli americani si pongono è ora molto chiara: volete ancora gli stessi o volete una nuova generazione di leader conservatori?'. Il Paese, ha detto, teme una rivincita Trump-Biden.
"Se Haley non vince in New Hampshire, è tutto finito. Trump ha la nomination", ha dichiarato Andy Smith, un sondaggista apartitico dello Stato”
L’unica speranza per Nikki Haley sono i cosiddetti “moderati”. Ma quanto pesano davvero nel corpaccione repubblicano? In Iowa, certamente, pochissimo. Perché è vero, come fa notare Larry Sabato, che sono “l’unico gruppo in cui il sostegno di Trump è diminuito.
La Haley ha vinto questo gruppo per il 63% contro il 20% di Trump, mentre DeSantis si è fermato al 7%”. Ma, come sottolinea lo stesso Sabato, ciò “non ha avuto importanza perché i moderati erano una parte piccola dell'elettorato (ma avranno un impatto maggiore in New Hampshire).
Trump che ispira i conservatori ma allontana i moderati è ovviamente molto utile in un contesto di primarie, ma è una sfida per un elettorato generale in cui il Trump meno ideologicamente definito del 2016 era probabilmente più adatto agli swing voters rispetto alla versione attuale”.
Di sicuro, l’inner circle di Biden è terrorizzato: ieri un sondaggio della Cbs ha certificato che il presidente americano perderebbe con tutti e tre i candidati repubblicani.
“Sleepy Joe” non ha intenzione di mollare se non molla anche Trump, con cui spera di sfangarla di nuovo battendo il ferro sull’allarme della “Democrazia in pericolo”. Ma questa volta rischia davvero grosso, soprattutto per la comunicazione formidabile del tycoon, che riesce a utilizzare i social network come un machete con cui abbattere ogni ostacolo.
PRIMARIE USA, IN IOWA STRAVINCE TRUMP: L’EX PRESIDENTE OLTRE IL 50% TRA I REPUBBLICANI SI MOSTRA PIÙ FORTE DEI PROCESSI (E DEL GELO)
Estratto dell’articolo di Roberto Festa per www.ilfattoquotidiano.it
Donald Trump vince in Iowa e fa un passo importante nella conquista della nomination repubblicana. L’impresa dell’ex presidente è storica: questa potrebbe essere la sua terza nomination – 2016, 2020, 2024 – e la premessa a un nuovo scontro con Joe Biden per la Casa Bianca.
Non c’è stato niente in grado di affossare la sua candidatura. Non i 91 capi d’accusa che pendono sulla sua testa in quattro diversi processi. Non il meteo che ha fatto di questi caucuses i più freddi della storia e consigliato a molti elettori di restare a casa. Non le accuse di essere populista, razzista, fomentatore di caos e una minaccia per la democrazia americana.
Trump ha superato tutto, liquidato gli avversari, messo a tacere le critiche. Dietro di lui, ad arrancare per la conquista del secondo posto, si sono ritrovati Ron DeSantis e Nikki Haley. L’ha spuntata DeSantis, ma senza molte prospettive. Quanto a Haley, l’entusiasmo che ha circondato gli ultimi giorni della sua campagna si è rivelato un fuoco di paglia. Ha bruciato con forza, ma si è spento velocemente.
C’era una soglia psicologica che Trump doveva superare: il 50 per cento dei consensi. Quella soglia è stata superata. L’ex presidente ha conquistato il 51 per cento circa dei voti. DeSantis è lontano secondo, con il 21 per cento. Terza Nikki Haley, che si ferma al 19.
Vivek Ramaswamy, un miliardario del biotech che ha investito parte della sua fortuna in questa campagna repubblicana, si piazza quarto, annuncia il ritiro e dichiara il suo sostegno a Trump (oggi sarà al suo fianco in un comizio in New Hampshire).
Fin dall’inizio, il voto in Iowa è stato incentrato non tanto sul chi, ma sul come. Tutti i sondaggi degli ultimi mesi davano infatti per certa la vittoria di Trump. L’incognita riguardava i margini della vittoria.
Per questo, negli ultimi giorni di campagna, l’ex presidente si è mostrato nervoso e preoccupato per condizioni atmosferiche quasi proibitive, tali da bloccare a casa soprattutto gli elettori più anziani (il cuore del suo elettorato). “Andate a votare, anche se siete malati”, “Andate a votare, anche se dopo aver votato crepate”, ha ripetuto Trump nei comizi delle ultime ore […]
Il meteo si è rivelato brutale. Nel nord-est dello Stato si è scesi a meno 40. Nella zona di Des Moines si è arrivati a -36. Molti […] sono rimasti a casa. Alla fine, a votare, sono state circa 110mila persone, molte meno delle 185mila che si erano recate ai seggi nel 2016. Il crollo nell’affluenza non ha comunque toccato negativamente Trump, che vince in Iowa con una percentuale di voti che nessun candidato […] ha mai raggiunto. Le buone notizie per Trump non vengono solo dalle percentuali di voto.
L’ex presidente si aggiudica 98 contee dello Stato su 99 (una, quella di Johnson, dove si trova Iowa City, va a Nikki Haley). Questo significa che Trump ha sì vinto nelle aree rurali e tradizionalmente più conservatrici, ma che è riuscito a imporsi anche in quelle urbane più moderate, da Des Moines a Davenport a Cedar Rapids, che sembravano territorio di conquista proprio di Haley […]. A una prima lettura dei dati, appare un altro elemento che sembra un buon viatico per la campagna di Trump. A votarlo, […] anche la maggioranza dei laureati. E lo ha scelto la maggioranza delle donne repubblicane, che non si sono alla fine raccolte nel sostegno della candidatura di Haley.
Nel trionfo di Trump rientrano elementi diversi. Da un lato, in uno Stato conservatore come l’Iowa, è piaciuta la durezza dell’appello anti-immigrati lanciato in queste settimane. […] La classe media dello Stato è stata convinta dai buoni risultati dell’economia USA nei quattro anni del suo primo mandato. Bassa inflazione, bassa disoccupazione, aumento del potere d’acquisto per le famiglie.
Gli evangelici hanno ripagato Trump per la nomina di tre giudici conservatori alla Corte Suprema e la conseguente cancellazione del diritto all’aborto su base federale. Trump, insomma, è riuscito a mettere insieme una coalizione di forze e gruppi che gli ha consegnato una vittoria potente.
Si sono rivelate importanti anche alcune scelte tecniche. Trump ha sempre rifiutato il confronto diretto con i rivali, lasciando che questi si facessero politicamente a pezzi nei dibattiti televisivi e tracciando una linea molto netta tra se stesso, il suo prestigio, la sua popolarità, e il ruolo di secondo piano di tutti gli altri.
Ha funzionato anche un’altra scelta. A differenza dei suoi avversari, che hanno battuto in lungo e in largo l’Iowa, Trump si è fatto vedere relativamente poco nello Stato, dove ha tenuto meno di 30 comizi. L’organizzazione è stata però affidata a una rete capillare di supporter, diretti da un repubblicano con ampia esperienza in Iowa, Alez Latcham.
[…] Se nei giorni precedenti il voto si era mostrato nervoso, Trump è stato insolitamente olimpico e rilassato nel discorso della vittoria. Il tycoon ha anzitutto ringraziato “Ron e Nikki” – fino a qualche ora prima, nei comizi, li copriva d’insulti e deformava i loro nomi. Soprattutto, ha chiesto al suo partito di superare le divisioni e all’America di finirla con la polarizzazione tra liberal e conservatori.
È stato un discorso singolare, per un politico che in questi anni ha alimentato […] scontri e polemiche. Il discorso va interpretato soprattutto in un modo. Dopo il trionfo in Iowa, Trump chiede ai suoi rivali di ritirarsi e al G.O.P. di riunirsi sotto la sua guida. In effetti, al momento, le prospettive degli altri due candidati non appaiono rosee. Ron DeSantis ottiene un risultato particolarmente deludente.
Lui, conservatore, aveva investito tempo e centinaia di migliaia di dollari nel conservatore Iowa. Il governatore della Florida finisce quasi trenta punti dietro Trump. Il prossimo Stato dove si vota, il New Hampshire, è di matrice politica più moderata e DeSantis non ha possibilità di emergere. La sua candidatura, al momento, manca di qualsiasi prospettiva. Non va meglio per Nikki Haley. Diversi sondaggi davano l’ex ambasciatrice all’ONU in ascesa. Non è stato così. Haley spera ora di ottenere un buon risultato in New Hampshire, sicuramente più vicino al suo profilo di candidata. Ma la distanza che la divide da Trump […] appare difficile da colmare.
Il circo delle primarie si trasferisce per l’appunto in New Hampshire, dove si voterà martedì prossimo. Prima di riprendere con la campagna elettorale, Trump si presenterà però oggi in un tribunale di New York, per ascoltare la sentenza nel processo che ha per protagonista E. Jean Carroll, la donna che lo accusa di averla stuprata negli anni Novanta e che ha ora intentato una causa per diffamazione contro l’ex presidente.
Non sembra, comunque, che i processi abbiano toccato in modo particolarmente negativo l’ex presidente. Un sondaggio di CNN, reso pubblico subito dopo il voto di ieri, mostra che oltre il 50 per cento dei repubblicani è pronto a votare per Trump, anche nel caso questi fosse condannato.