DAGOREPORT - CON UNA OPPOSIZIONE ALLE VONGOLE, L'IMPLOSIONE DELLA LEGA E' L'UNICA SPERANZA PER VEDER CROLLARE IL GOVERNO DUCIONI - LA MELONA SA BENE CHE IL REFERENDUM SULL'AUTONOMIA POTREBBE ESSERE L'INIZIO DELLA SUA FINE. NEL PROBABILISSIMO CASO CHE VENGA BOCCIATA, CHE FARA' SALVINI? E SENZA LEGA, CADE IL GOVERNO... - SOTTO SOTTO, LA "NANA MALEFICA" (COPY CROSETTO) LAVORA AFFINCHE' IL 12 NOVEMBRE LA CORTE COSTITUZIONALE BOCCI LA LEGGE, O ANCHE SOLTANTO UNA PARTE - SULLA NORMA, NON SOLO L'OPPOSIZIONE MA TUTTA FORZA ITALIA MENA TUTTI I GIORNI SENZA PIETÀ. L'ULTIMA? L'EUROPARLAMENTARE MASSIMILIANO SALINI (PER CONTO DI MARINA BERLUSCONI) HA SENTENZIATO: "È IMPOSSIBILE DA ATTUARE" - CALDEROLI, INTANTO, CONTINUA A GETTARE CARBONE NELLA FORNACE AUTONOMISTA...
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L’autonomia, tutti i governi si porta via. O almeno potrebbe. La riforma cara alla Lega è uno degli incubi più angoscianti di Giorgia Meloni: la Ducetta di Starlink teme, e fa bene, il futuro referendum sulla legge, che potrebbe segnare l'inizio della fine del suo Governo.
Sulla norma, che assegna nuovi poteri alle Regioni, è in corso un bombardamento quotidiano. Forza Italia, che prende voti soprattutto al Sud ed è impegnata in una guerra totale al Carroccio, mena un giorno sì e l’altro pure (ieri Massimiliano Salini, che parla per bocca di Marina Berlusconi, ha sentenziato a "Repubblica": “È impossibile da attuare”).
La premier, apparentemente, non prende parte alla rissa, aspetta e spera: confida che il 12 novembre sia la Corte Costituzionale a metterlo in saccoccia a Salvini, bocciando anche solo una parte della riforma. Così facendo, la Consulta farebbe saltare il referendum.
Intanto, i governatori del Nord vanno avanti: ieri i presidenti di Liguria, Veneto, Piemonte e Lombardia hanno incontrato a Roma Roberto Calderoli, ministro degli affari regionali, per chiedere il trasferimento delle competenze su materie che non necessitano dei “Livelli essenziali di prestazione”.
CORTOCIRCUITO NELLA MAGGIORANZA: MELONI SPERA CHE LA CONSULTA STOPPI L’AUTONOMIA LEGHISTA – LA CORTE COSTITUZIONALE HA ANTICIPATO AL 12 NOVEMBRE L'UDIENZA SUI RICORSI CONTRO LA RIFORMA CALDEROLI, PRESENTATI DA PUGLIA E TOSCANA – LA BOCCIATURA ANCHE SOLO DI UNA PARTE DELLA LEGGE FERMEREBBE LA CORSA DEL CARROCCIO E DEI GOVERNATORI PER APPLICARE LA RIFORMA, E FAREBBE SALTARE IL REFERENDUM, VERA SPADA DI DAMOCLE SUL GOVERNO – ECCO PERCHÉ FDI E FORZA ITALIA SPERANO NEL “SOCCORSO” DEI GIUDICI PER EVITARE DI ANDARE A SBATTERE...
AUTONOMIA, CIRIO DA CALDEROLI MA FORZA ITALIA NON È CONVINTA
Estratto dell’articolo di Federico Capurso per “La Stampa”
Il Nord avanza verso l'autonomia e il ministro leghista Roberto Calderoli spiana la strada. Ieri ha accolto a Roma, nel suo ufficio, i governatori di Liguria, Veneto, Piemonte e Lombardia; dopo aver steso il tappeto rosso, ha quindi dato il via al primo tavolo di confronto per trasferire alcune materie alle Regioni. Si partirà con la Protezione civile. «È andata benissimo», «riunione super positiva», «giornata storica», baci, abbracci, foto ricordo. [...]
D'altronde tre presidenti di Regione su quattro hanno la spilla della Lega appuntata alla giacca. Il quarto, il piemontese Alberto Cirio, invece è di Forza Italia e questo, in effetti, rende la sua presenza nella Capitale quantomeno curiosa, perché segna un passo nella direzione opposta a quella indicata dal leader del suo partito, Antonio Tajani.
Da mesi, infatti, Tajani tuona contro i leghisti, chiedendogli di non correre sull'Autonomia. Vuole che prima di affrontare qualunque trasferimento vengano prima definiti e finanziati i Lep, i Livelli essenziali di prestazioni, con cui si stabiliscono i diritti civili e sociali di ogni cittadino. Obiettivo, al momento, lontanissimo. Ci sarebbero però nove materie che non hanno Lep al loro interno e Calderoli ha pensato di poter iniziare almeno da lì.
Una scappatoia che a Forza Italia non piace affatto: «Si deve portare avanti un lavoro organico, senza sfogliare un petalo alla volta», dice il portavoce Raffaele Nevi. Lo stesso Tajani aveva alzato un muro, iniziando anche a dire che le materie di sua competenza, come il "Commercio estero", non possono certo passare alle Regioni.
Dunque, gli azzurri sono contrari al trasferimento delle materie "non Lep". Cirio, invece, è a Roma, seduto a un tavolo intorno al quale si sta decidendo di mettere in moto l'autonomia partendo proprio da quelle materie non Lep.
Il governatore del Piemonte sostiene che la sua presenza a Roma sia legata alla richiesta di autonomia votata dal precedente consiglio regionale, quando lui non era in carica, ma rivendica comunque «l'importanza del confronto» con Calderoli.
E aggira l'idea di una contraddizione nella linea politica del suo partito: «Il Piemonte non ha chiesto il Commercio estero, con Tajani non c'è nessun tipo di contrasto». Dice, in effetti, due verità. Perché nelle file forziste non si vede alcun problema.
[…] Se poi gli alleati leghisti dovessero forzare la mano, «quelle intese dovrebbero comunque passare in Parlamento», ricorda il portavoce azzurro. Insomma, Forza Italia minaccia di essere pronta a far mancare il suo sostegno in Aula, se la Lega non ascolterà le sue richieste, ma per il momento rimanda lo scontro e, comodamente, mantiene il piede in due staffe.
Calderoli, intanto, continua a gettare carbone nella fornace autonomista. Ha fatto sapere ai quattro governatori che preparerà un cronoprogramma e che a breve, una volta preparato il terreno per il trasferimento della materia che riguarda la Protezione civile, verranno riconvocati a Roma.
[…] La Corte costituzionale annuncia che il prossimo 12 novembre discuterà in udienza pubblica le questioni di legittimità costituzionale sull'autonomia. Questioni sollevate dalle regioni a guida Pd, dalla Toscana alla Puglia, fino alla Campania, e dalla Sardegna dove governa il Movimento 5 stelle.