DAGOREPORT - L’AMBIZIONE DI PAOLO SCARONI NON ACCENNA A TROVARE PACE. CON IL PROSSIMO VALZER DELLE NOMINE, IL SODALE DI BISIGNANI E DAFFINA, SUPPORTATO DA BERLUSCONI E SALVINI, AVEVA PUNTATO SULLA PRESIDENZA DELL’ENI. “RIGETTATO” DA DESCALZI, HA VIRATO SULLA PRESIDENZA DI ENEL. MELONI NON GLI DÀ UDIENZA A PALAZZO CHIGI: SA BENE CHE È CONSIDERATO DAGLI USA COME LA QUINTA COLONNA DEL BERLUSCONI PREMIER A MOSCA E COLUI IL QUALE RAFFORZÒ I LEGAMI ENERGETICI CON GAZPROM. COSÌ SCARONI HA PENSATO BENE DI INCONTRARSI FUORI ROMA, LONTANO DA OCCHI INDISCRETI, CON DONNARUMMA....
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Da quell’abilissimo manovratore del potere che dimostra di essere da mezzo secolo (per tre anni a capo di Enel e ben nove in vetta all’Eni, ora presidente del Milan), l’ambizione di Paolo Scaroni, anche a 76 anni, non accenna a trovare pace.
Con il prossimo valzer delle nomine delle partecipate di Stato, il sodale di Bisignani e Daffina (Banca Rothschild Italia), supportato da Berlusconi e Salvini, aveva puntato in un primo momento sulla presidenza dell’Eni.
Ma sul cane a sei zampe si è messo subito di traverso l’ad Claudio Descalzi, il cui rapporto con Giorgia Meloni è d’acciaio: se arriva Scaroni, io me ne vado.
Capito al volo che da lì non passava, Paolino ha virato sulla presidenza dell’Enel, sempre col sostegno di Matteo e Silvio. Come è acclarato, il sostituto di Starace, fortissimamente portato dalla Meloni, è l’ex grillino Stefano Donnarumma, oggi a capo di Terna.
Sia Giorgia sia Donnarumma sanno benissimo quanto è ingombrante Scaroni, considerato dagli USA come la quinta colonna del Berlusconi premier a Mosca e colui il quale rafforzò i legami energetici con Gazprom con i contratti cosiddetti “take or pay” favorevoli al venditore.
Così visto che Meloni non gli dà udienza a Palazzo Chigi, l’inossidabile Scaroni, nella sua qualità di presidente di Banca Rothschild, advisor di Terna, ha pensato bene di incontrarsi fuori Roma, lontano da occhi indiscreti, con Donnarumma....