DAGOREPORT - SOTTI-LETTA HA TANTI PROBLEMONI DA RISOLVERE: NON PUÒ FIDARSI DEI CINQUESTELLE. NON SA QUANTO REALE SIA LA LEADERSHIP DI CONTE. QUANTE TRUPPE PARLAMENTARI CONTROLLA? QUANTE INVECE SONO FEDELI A DI MAIO? - IL RUOLO DI FRANCESCO BOCCIA, CONTIANO DI FERRO E NOSTALGICO (INSIEME A PROVENZANO) DI PEPPINIELLO APPULO E DEL SUO GOVERNO - ENRICHETTO GODE PER L'OPERAZIONE DI DISTURBO CONTRO RENZI DI CALENDA, ORMAI DA CONSIDERARE UN ALLEATO DEL PD…
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Enrico Letta ha un enorme problema da risolvere: non può fidarsi dei Cinquestelle. Non sa quanto reale sia la leadership di Conte. Quante truppe parlamentari controlla? Quante invece sono fedeli a Di Maio? Esemplare è lo scontro sul capogruppo al Senato tra il contiano Licheri e la dimaiana Castellone: i due hanno ricevuto entrambi 36 voti alla prima votazione. Uno stallo di potere nella stalla grillina.
A differenza di quanto avvenuto per il capogruppo alla Camera, Davide Crippa, a cui diede un criptico sostegno, su questa battaglia Beppe Grillo tace. Anche perché Licheri, che di professione è avvocato e ha molte conoscenze tra legali e togati, è di Sassari, non lontano da quella Tempio Pausania dove ha sede la procura che sta indagando su Ciro Grillo, accusato di stupro…
Senza una chiara 'due diligence' del suo principale alleato, il M5s, come puo' Enrichetto orchestrare la sua battaglia per il Quirinale?
Non solo. Il segretario del Pd deve guardarsi anche da Francesco Boccia. Il fine pensatore di Bisceglie, da responsabile Enti locali del Pd, non solo si è intestato la vittoria dem alle amministrative ma coltiva una indicibile nostalgia dei tempi in cui a palazzo Chigi c'era Giuseppe Conte, di cui è stato ministro e a cui ancora affida pensieri e confida parole, opere e omissioni (altrui).
Medesimo rimpianto coltiva Peppe Provenzano, anche lui costretto al ridimensionamento nel passaggio da Draghi e Conte: da ministro è finito a magnà la minestra. Sarà per questo che Letta, per ora, si affida solo ad Andrea Orlando, suo vice e capo delegazione del Pd al governo.
A dare una mano a Enrichetto, in particolare contro il "nemico" Matteo Renzi, arriva in soccorso Carlo Calenda. L'ex ministro, che ha fatto dietrofront sull'uscita dal Consiglio comunale di Roma (per la gioia del Pd), spara a palle incatenate, un giorno sì e l'altro pure, contro Renzi. Letta guarda e gode nella speranza che questa azione di disturbo porti all'erosione di consensi di Italia Viva e alla crescita di Azione che, al netto delle frasi di circostanza, è da considerare già una spalla del Pd. Il partitino di Calenda ha già messo insieme 16 deputati e 14 senatori…